Story

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Sono sdraiato nella mia camera alla Creepyhouse. L'operatore mi ha ordinato di rimanere alla maggione mentre gli altri sono a svolgere i loro compiti. Non ho capito il motivo ma almeno posso togliermi il passamontagna. Nessuno si toglie la propria maschera al di fuori della propria stanza. È un modo per ricordarci che al di fuori di essa non siamo più la stessa persona di un tempo. Già, il me di un tempo. Ormai non me lo ricordo più. Sono cambiato, forse troppo, in questo periodo. Mi piacerebbe poter tornare indietro nel tempo quando ero un ragazzo "normale" nonostante i miei problemi psicologici. Tornare a quando io e Masky eravamo al colleg e facevamo i normali ragazzi studiando e lavorando. Quando andavo alle feste e me ne stavo in un angolo vicino allo stereoa solo per sentire meglio la musica senza mai ballare. Alzo la testa dal mio cuscino ormai sformato e vecchio, Slenderman dovrebbe cambiare i cuscini ed i materassi sono del dopoguerra, guardo la mia camera illuminata dalle luci della luna. Le piccole particelle di polvere cadono lentamente sul pavimento come a segnare un tempo che continua a passare sempre più lento. Osservo le foto sulla parete opposta rispetto al mio letto. Indicano tutti momenti felici o quasi della mia vita precedente. Il giorno del diploma mio e di Masky.
La prima volta che sono andato in bicicletta. Quella foto di merda che ho fatto per la patente a sedici anni. La foto mia e di Rebecca alla mia festa di compleanno dei sei anni, tra tutti lei era quella che mi mancava di più. Lei era la mia migliore amica. Poi ha conosciuto Mary ed a quel punto mi ha abbandonato come tutti del resto. Mi piacerebbe giocare ancora con lei in mezzo ai boschi. Correre fino al torrente per poi buttarsi dentro già vestiti. Tanto poi ci metta vano stradali sulle rocce roventi ad asciugarci. Mi mancano quelle estati quando il nostro unico problema era che le nostre madri ci avevano dato il panino con marmellata e burro di arachidi senza il latte. Mi alzo avvicinandosi piano alla parete ho un sacco di foto mie e di Masky di quando ancora eravamo Tim e Brain di quando eravamo ancora "normali"; già a quel tempo iniziavano a fare il nostro lavoro da Proxy ma non lo sapevamo. Mi ricordo quando mi svegliai nel cuore della notte ed ero in mezzo ad un prato a chilometri dal campus. Mi ricordo di quella volta che ebbi un attacco, il primo serio attaccò epileptico, mi ricordo il panico di Tim, mi ricordo il senso di impotenza, il senso di non poter controllare il mio corpo.
Mi ricordo la volta in cui ho parlato per la "prima" volta con Slanderman. Il senso di totale impotenza che mi trasmetteva. Alla fine che potevo fare io contro di lui? Ero solo una sua marionetta senza il libero albitrio. Avevo rinunciato a lottare, tanto mi portava solo dolore, solo sofferenza. Slanderman mi diede la possibilità di non soffrire più per le prese in giro, vendicarmi contro le persone che facevano del male a me e Masky. Infondo lui è il mio migliore amico anche se ormai stiamo distanti. Infondo sappiamo che non siamo gli stessi di un tempo forse è per questo che teniamo tutti una maschera perché ormai non sappiamo più quello che c'è sotto. Io non mi riconosco più. Mi guardò al piccolo specchio rotto che ho rubato ad una mia vittima. I miei capelli castani sembrano spenti sembrano quasi il mocchio che uso per pulire il pavimenti quando è il mio turno a pulire. I miei occhi grigio sono spenti come se fosse il fumo che esce dalle sigarette di Masky quando fuma. Il visto è scarno, pallido non sembro più il Brain delle foto. Forse perché non lo sono. Forse perché quel Brain è morto nel momento in cui ho accettato in modo spontaneo di allarmi con l'operatore tutto per vendicare me e Masky.
Tutto per una vita migliore a costo di altre vite. Ma è davvero questa la vita?

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