Capitolo 2

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Quando ho deciso di seguirti, io non cercavo carezze, sesso, attenzioni. Io non cercavo niente.
Tu mi avevi già scelto mentre io avevo scelto la solitudine. La sofferenza di essere soli. La solitudine di un'autolesionista. La solitudine che ti taglia le braccia facendole sanguinare.
Le ferite che non facevano in tempo a cicatrizzarsi, ce n'erano sempre delle altre.
Io avevo scelto tutto questo, avevo scelto di essere sola.
Sola con i ricordi che mi divoravano.
Le immagini di una vita felice che si scagliavano contro un muro distruggendosi. Un infrangibile muro in cemento armato che non lasciava passare la luce.
Un muro che mi intrappolava nel buio.
Io avevo scelto tutto questo.
Il tempo passa ma non ci cambia, non cura, non cancella.  Il tempo scava un solco sempre più profondo. Voragini vuote e prive di un senso.

Quando ti ho conosciuto io non volevo baci, non volevo niente.
Non volevo sentire un altro sapore sulle labbra. Il suo riuscivo a percepirlo ancora.
Ma era sempre più lontano. Ecco il tempo cosa fa, rende pallidi i ricordi. Per questo l'ho sempre odiato.
Quel profumo al muschio bianco, però, c'era ancora, era lì, sui suoi vestiti  che custodivo nell'armadio. Avevo paura a tirarli fuori, non volevo contaminare la sua essenza.

Quando ti ho conosciuto io non volevo cene fuori, non mangiavo più nulla.
Niente mi sembrava buono senza il suo volto di fronte a me che mi guardava con amore.
Lui che mi versava il vino nel bicchiere, che tirava l'acqua fuori dal frigo un po' prima di mangiare perché troppo gelata non mi piaceva, che preparava sempre i miei piatti preferiti.
Ma lui non c'era più e si era portato con se il gusto del cibo.

L'amore, quello vero, c'è e non se ne va. Arriva una volta sola nella vita. A me aveva già bussato e si era accomodato nella mia anima tempo fa, rifiutandosi di uscire quando avrebbe dovuto, di lasciarmi vivere libera.
Ed era proprio quell'amore a non farmi dormire la notte. Chiudevo gli occhi, ogni notte, con la speranza di sognarlo, ma ciò non accadeva mai e io mi giravo nel letto senza darmi pace.

Quando ti ho conosciuto io non volevo regali a Natale.
Con dei piccoli lavoretti saltuari ero sempre riuscita a comprare tutto ciò che desideravo.
Lui mi aveva lasciato tutto ciò che aveva. Il suo conto in banca, decisamente florido, una villetta in periferia. E poi la sua auto, un fuoristrada rosso fuoco. Se ne stava lì, ferma in garage, aspettando che io prendessi la patente. Non avevo permesso a nessuno di guidarla, nemmeno a mio padre. Tutto ciò che era stato suo era un tesoro per me ed era mio, mio e basta.

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⏰ Last updated: Apr 03, 2017 ⏰

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