10 dicembre 2016.
Il freddo ha iniziato a farsi sentire, il cielo è sempre più nuvoloso e la pioggia è sempre più frequente. Ho sempre amato la stagione invernale, stare interi pomeriggi vicino alla stufa bevendo cioccolata calda e osservare il cielo ogni volta che piove.
Il caldo dovuto dalla stufa mi sveglia, la prima cosa che faccio appena apro gli occhi e guardare la mia stanza, è vuota, un po' come me. Ho pensato molte volte di cambiare colore e togliere il bianco che sa un po' di ospedale, allegrarla un po' insomma. La sveglia delle 07:20 mi fa sobbalzare facendomi tornare nel mondo della realtà e mi alzo un po' per spengerla, appena ci riesco mi butto di nuovo sul letto con la testa sopra il cuscino chiudendo un attimo gli occhi. Un altro giorno di scuola.Ore 8:05.
Finisco di coprirmi con la mia sciarpa e con calma chiudo la porta di casa. Da me e la scuola ci vogliono neanche dieci minuti, prendo il telefono che è posto nella tasca del mio jeans, controllo se ho qualche messaggio, ma niente.
Dopo poco arrivo a scuola, vedo Noora, appena lei mi rivolge lo sguardo mi fa cenno con la mano di avvicinarmi e così faccio.
"Eva!" esclama abbracciandomi, ricambio salutandola a vicenda.
Da lontano riesco a vedere un ragazzo ricciolino, che sorride come se non fosse successo niente qualche settimana fa, come se lui non sentisse la mia mancanza, Jonas, il mio ex-ragazzo. Distolgo lo sguardo riposandolo sulla mia amica bionda, decido di entrare senza neanche salutarla, prendo il mio zaino e controllo nel mio diario cosa ho la prima ora, "Matematica", sussurro annoiata tra me e me, odio quella materia.
Poso il mio diario dentro lo zaino e mi avvio verso la mia classe.Ore 13:30.
"Quindi ragazze che facciamo questa sera?" parla Vilde mangiando il suo panino, controllo il mio cellulare, entrando un po' su Facebook, noto tre notifiche, le apro ma sono tutte condivisioni di post, che neanche controllo. "Eva? Ci sei?" parla sempre Vilde urlando, "Sei sempre così assente!" continua incenerendomi con lo sguardo, "Ti stai distruggendo così, devi iniziare a pensare a te stessa." parla per la prima volta Sana di questo argomento, per me abbastanza sofferente.
Non riuscendo più ad ascoltarle prendo il mio amato zaino e inizio a correre verso casa con le lacrime agli occhi. Solo al pensiero...----- ----- ----- -----
5 novembre.Dopo l'ennesimo messaggio scritto a Jonas senza avere neanche una risposta decido di chiamarlo, magari almeno a quell risponderà.
Dopo quattro squilli a vuoto il mio telefono fa un rumore che poi capisco sia la "Linea occupata", senza pensarci un secondo, stanca, arrabbiata, delusa, prendo la mia borsa ed esco fuori chiudendomi la porta di casa, continuo ad inviargli messaggi sperando in una sua risposta, ma non mi ci vuole molto per essere arrivata davanti casa sua e suonare come una pazza il campanello e dare anche i colpi sulla porta, sento un bassissimo "Arrivo", ed è la sua voce, pochi minuti dopo apre la porta e si ritrova me davanti, ed è sconvolto. Senza pensarci entro in casa appoggiando la mia borsa sopra il divano, "Eva, forse è meglio..." Non gli faccio neanche finire la frase che lo aggredisco. "Perché? Perché ultimamente ti comporti così? Non ti importa più di me? Vero? Sono stanca di non essere partecipe nella tua vita, di non sentirmi amata," urlo con le lacrime agli occhi, muovendo le mani in qua è la dall'agitazione, "Io ti amo, sono solo stanco in questi periodi..." fa per abbracciarmi ma mi allontano appena vedo qualcuno varcare la soglia in mutande o forse qualcuna. Lo guardo disgustata, prendo la mia amatissima borsa ed esco, sentendo il mio nome pronunciato per tante volte dalla persona che più mi ha ferito. Ora capisco le non risposte alle chiamate, il non voler più uscire, c'era un altra.I giorni successivi sono andati uno peggio dell'altra, mi sono sentita inadeguata, stupida per non aver capito qualcosa dal suo comportamento sempre più chiuso e freddo. Mi ha chiamato, e inviato messaggi. Ho tenuto il cellulare staccato per almeno tre giorni, mi ha cercata a scuola, e poi ha smesso. Forse non era davvero interessato.
"Chi ti ama, ti cerca" così mi ha detto Vilde, ma chi ti ama non ti tradisce ho pensato.
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Mi risveglia da questo bruttissimo ricordo, una portiera che sbatte fortemente e una spinta, mi giro verso la persona che mi ha toccata, "Ma sei cogliona? E un ora che ti suono! Che cazzo fai qua? Devo passare." parla una voce dannatamente calda e bella. Capisco però chi sia, Christoffer Schistad, il sogno proibito di ogni ragazza, bello ma stronzo. Sento la sua mano sul mio polso e mi spinge verso il marciapiede, mentre va verso la macchina rientrando al posto del guidatore ma prima che se ne vada sento che biascica alcune parole, "Ma che gente malata", sussurro un piccolo "Coglione" che ovviamente non sente, forse dovuto dalla velocità con cui stava andando via. I miei piedi necessitano di un posto a sedere e proprio accanto a me si trova una panchina, mi ci sdraio sopra guardando il cielo, le nuvole.
La natura è la cosa più bella di questo mondo.Ore 21:25
Questa sera si terrà la festa a casa di un ragazzo che non conosco, mi hanno convinto ad andare le mie amiche, dicendomi "Questa sera devi divertirti, almeno una volta", ho deciso di provarci anche se non ne sono ancora così sicura. Dopo aver messo un po' di matita sotto l'occhio, mi controllo alla specchio. Jeans, maglietta, scarpe con il tacco, e la mia amatissima borsa che mi accompagna da ogni parte.
"Andiamo dai" parla Chris Berg appena esco di casa, iniziamo il nostro viaggio camminando verso la "famosissima festa", tra le battute di Vilde e Berg, piano piano arriviamo.
Appena entrate ci avviciniamo subito al bar, prendendo fin da subito da bere.
23:59
"Noora, voglio baciare qualcuno." parlo continuando a ridacchiare, mi muovo a ritmo di musica con la amica accanto a me che non sa cosa fare per farmi smettere, ma per una volta sto bene, mi sento libera! Alcuni ragazzi puntano lo sguardo verso di me, faccio un passo avanti ma vengo spinta da qualcuno e tutto il drink che aveva in mano si riversa sulla mia maglietta facendomi una chiazza scura, guardo il ragazzo davanti a me che proprio in quel momento alza lo sguardo su di me, Christoffer Schistad, di nuovo.
Spero che il capitolo vi piaccia. Fatemi sapere, alla prossima.
-Serenji
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Amarsi. [Chris e Eva]
FanfictionCi sono ricordi che anche se ci metti la forza e la volontà di cancellarli per quanto siano dolorosi non ci riuscirai mai. Eva è distrutta, le uniche persone che ci sono per lei sono le sue migliori amiche. Le persone che invece pensava di conoscere...