Odio o Amore?

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"Oi, Dazai" Chuuya richiamò l'attenzione del castano, che si girò a guardarlo interrompendo ciò che stava facendo.

"Cosa c'è?" Alzò lo sguardo dai documenti che stava leggendo.

"Che stai facendo?" Chiese il rosso, indicando tutte le carte e gli oggetti sulla scrivania di Dazai che quest'ultimo stava maneggiando cercando chissà cosa.

"Ah, niente di importante, sto solo dando un'occhiata tra i documenti dell'Agenzia dei Detective Armati che mi sono arrivati questa mattina" rispose con noncuranza, abbandonando la sua postazione vicino alla scrivania e andandosi a sedere vicino al suo compagno.

Già, nonostante Dazai avesse lasciato la Port Mafia da ormai molti anni, i due continuavano a vedersi di nascosto dalla volta in cui l'alleanza del Doppio Nero era tornata unita per una sola notte dopo tanto, troppo tempo, per sconfiggere la Guild.

Non sapevano nemmeno loro perché lo facessero dato che si ripetevano di odiarsi a morte in continuazione, eppure puntualmente si ritrovavano a casa di Dazai senza un obbiettivo preciso.

Erano consapevoli di correre un grande rischio ma non potevano fare a meno di vedersi, erano dipendenti l'uno dell'altra, anche se non lo avrebbero mai ammesso.

Insieme si completavano.

Formavano il duo perfetto.

Eppure non se ne rendevano conto.

O forse lo sapevano entrambi, solo che continuavano a mentire a se stessi, convincendosi che quello strano sentimento fosse nient'altro che odio.

In un certo senso, era da qualche tempo che i loro "ti odio" si erano addolciti fino quasi a sembrare il loro modo di dirsi "ti amo".

C'erano giorni in cui non si rivolgevano la parola stando semplicemente ognuno per i fatti propri, eppure Chuuya non se ne andava, come se l'unica cosa importante fosse stare insieme senza bisogno di altro.

Però ci sono stati anche dei momenti in cui si sono spinti oltre, lasciandosi andare ai piaceri carnali, per poi fare finta di niente e comportarsi come se nulla fosse successo il giorno seguente.

Questo creava molta confusione nel rosso, che iniziava a farsi delle domande sui suoi sentimenti verso il castano.

Forse provava almeno un po' di interesse nei suoi confronti, ma questo non glielo avrebbe mai detto, neanche sotto tortura.

Dazai dal canto suo non si faceva troppi problemi, aveva già fatto i conti con la sua coscienza e aveva le idee chiare su quello che provava per Chuuya, anche se si era deciso a lasciar perdere e accontentarsi di quei piccoli momenti di intimità che passava con l'altro senza però far trasparire qualsiasi indizio che facesse capire al rosso quello che provava e bisogna ammettere che era molto bravo in questo.

Dopo qualche attimo di silenzio, Dazai si alzò dalla poltrona su cui era seduto e si avvicinò lentamente verso Chuuya, attirandolo a sé prendendolo per i fianchi e cingendogli la vita con un braccio, mentre l'altra mano andava ad accarezzargli la guancia.

"Si può sapere cosa diavolo stai facendo?!" Urlò il rosso tentando di liberarsi ma senza volerlo davvero, tant'è che Dazai riuscì a tenerlo fermo con facilità, bloccandolo di spalle al muro.

"Bastardo, sarà meglio per te che tu mi tolga quelle tue manacce di dosso se non vuoi fare una brutta fine..." minacciò Chuuya.

"Che paura..." disse il castano con tono basso e calmo nell'orecchio dell'altro, facendolo rabbrividire.
"Sei eccitato, vero?" Chiese retorico il ragazzo con gli occhi azzurri come il cielo.

Ti Odio, BastardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora