Capitolo I

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Era arrivato il momento, o meglio era arrivato quel momento: la resa dei conti.
Gli avevo dato appuntamento in quel posto che per me era importante, quel posto dove si poteva ammirare la vista spettacolare della cittá.
Volente o nolente, sarebbe stata la scenografia dell'inizio o della fine di noi.
Ero arrivata con venti minuti di anticipo. Non so forse il nervoso, forse l'ansia o forse la paura o forse solo ammirare quella vista per schiarire i pensieri un'ultima volta.
Ad un tratto, lo senti arrivare, sentii il suo passo, quel passo che avrei riconosciuto tra mille.
Posai di occhi su di lui.
Quanto era bello!
Quanto erano belli quegli occhi, quegli occhi color cioccolato che se mi facevano perdere irrimediabilmente ogni tipo di cognizione.
"Ciao Jacopo" dissi con dolcezza.
"Ciao, come stai?! Ho letto il messaggio che volevi parlarmi di che cosa si tratta?!"
Eccolo, ermetico e schietto come sempre.
"Bene, grazie. Te?"
"Bene".

Rimanemmo per un po' a guardarci, non so perchè o per come, forse solo per il gusto di farlo. I miei e i suoi occhi si stavano incatenando in un sguardo senza fine, non potevo e non riuscivo ad interrompere questa connessione, questo modo di comunicare solo nostro, non questa volta.

Pian piano senza che me ne accorgessi, era accanto a me. Dovevo prendere coraggio o non ce l'avrei più fatta.
"Jacopo, senti io devo dirti una cosa", mi interruppi un attimo e lo guardai per cogliere un qualche tipo di reazione ma ripresi subito, "Questa cosa che ho da dirti, è da un po' di tempo che volevo dirtela ma non ho mai trovato il coraggio. Io sono innamorata di te, da sempre. Dalla prima volta che ci siamo incontrati che i nostri occhi si sono visti e i nostri sguardi si sono incatenati, dalla prima volta che ci siamo parlati, ricordi che feeling avevamo?! Si, lo so poi Laura ti venne a raccontare che mi ero presa una cotta per te e tu all'improvviso sei diventato indifferente. Mi crollò il mondo addosso. Volevo dirtelo io ma non volevo rovinare la nostra amicizia... Io voglio dirti che quel sentimento non ha mai smesso di ardere in me, con il passare dei giorni, delle settimane, dei mesi e degli anni è diventato ancora più potente e ancora più incontrollabile. Jacopo io ti amo e se tu provi la stessa cosa per me, ti prego rischiamo, proviamoci".
Mi prese le mani e me le accarezzó, in risposta guardai i suoi occhi. Quegli occhi stupendi emanavano un calore che mai avevo scorto nei suoi occhi ed erano bagnati da calde lacrime. Avvicinai le mie mani al suo viso e glielo accarezzai teneramente e poi con le dita, gli asciugai le lacrime.
Lui continuava a guardarmi, a mantenere contatto con le mie pupille, poi sentii le sue mani che circondavano la mia schiena e vidi il suo viso che si avvicinava sempre più al mio.
Avvicinò le sue labbra al mio orecchio e sottovoce mi disse:" mi dispiace, mi dispiace veramente tanto se ti ho fatto soffrire, non sapevo come comportarmi. Ho finto di essere indifferente semplicemente perchè ero arrabbiato perchè avevi preferito dirlo agli altri, piuttosto che a me.
Stavo iniziando a replicare, volevo spiegare, spiegarmi, non era andata così. Lo avevo confidato solamente a Erika ma non sapevo che Laura avesse origliato la nostra conversazione.
Mi fermò e mi guardò e poi riprese a parlare "Anche a me tu sei sempre piaciuta ma dopo questa cosa,  ero arrabbiato e non avevo il coraggio di tentare. Ho provato a farmi piacere altre ragazze ma tutte avevano un enorme difetto: non erano te. Si, ti amo anch'io. "

Non era possibile! Io amavo lui, lui amava me, noi ci amavamo.
Ci guardammo finalmente consapevoli di ciò che significavamo l'uno per l'altra. I nostri visi si avvicinarono e le nostre labbra si baciarono. Fu un bacio dapprima tentennante e dolce e poi acquisì sempre più sicurezza e passione.
Dopo un tempo che non seppì decifrare ci staccammo. Eravamo emozionati e felici. Sorridemmo e fu allora che vidi quel sorriso, quel sorriso che giá una volta mi aveva aperto il paradiso.

Quel sorriso che una volta mi ha aperto il paradiso.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora