Grazie, papà.

499 17 14
                                    

E' il 1996 quando Michael Holbrook Penniman Jr.
riceve come regalo di compleanno,
un quaderno che diventerà un diario segreto.

                            • • •

19 agosto 1996, ore 05:30mp

Caro diario,

ieri è stato il mio compleanno. Finalmente ho tredici anni!

C'è stata una piccola festa a casa nostra con quattro o cinque parenti. Paloma mi ha regalato questo quaderno. E' stata l'ultima a consegnarmi il regalo. E' venuta accanto a me e mi ha consegnato un pacchetto. Frettolosamente ho strappato - più che 'scartato' - la carta verde smeraldo per poi strappare l'involucro di cartone. Dentro c'era un quadernetto dalla copertina bianca. L'ho tenuto in mano una manciata di secondi e poi ho guardato mia sorella. "Non sapevo cosa regalarti così ho pensato ad un quaderno dove potrai scrivere i tuoi pensieri, le tue emozioni. Una specie di diario segreto." Spiegò, poi ricominciò a parlare. "La copertina è bianca perché volevo che la decorassi tu, come più ti piace." Ho aperto il quadernetto, era colmo di pagine vuote di un bianco quasi brillante. Sono stato davvero contento. Ho alzato lo sguardo e ho visto gli occhi di mia sorella luccicare così l'ho abbracciata forte, ringraziandola. "Sono felice che ti piaccia." Esclamò ancora tenendomi stretto tra le sue piccole braccia.

Un'altro regalo importante è stato quello di mia madre.

Mi ero seduto sul pavimento marroncino a gambe incrociate con quel grande pacco sulle ginocchia. L'ho scartato e dentro c'era una scatola azzurra con i contorni rossi. L'ho aperta stando attento a non romperla. Sgranai gli occhi e son sicuro di esser stato una decina di secondi a bocca aperta. Non potevo crederci! Erano tre anni che chiedevo a mia madre di comprarmi una tastiera, ho sempre amato andare in montagna da mio nonno e guardarlo suonare delle dolci melodie semplicemente, quasi sfiorando con le dita dei tasti bianchi e neri. Ricordo ancora che chiudeva gli occhi, come per assaporare ogni nota, ogni accordo, ogni piccolo suono, ogni emozione. Io lo guardavo, sorridevo e spesso intonavo qualche canzone.

"Allora? Ti piace?" Ha chiesto mia madre, unendo le mani e sorridendo. Con quello strumento tra le mani ho annuito con un cenno del capo. Ero davvero sbalordito. "G... Grazie, mamma." Sussurrai. Lei si è abbassata e mi ha stretto forte.

E' stato davvero tutto bello e chissà quanto avranno speso per quei regali! A volte penso che vorrei fare qualcosa per riuscire a raccoglierei dei soldi per aiutare la mia famiglia ma non so mai cosa fare. Mia mamma non mi dice mai nulla sulla situazione ma io la vedo, la vedo discutere con mia sorella Yasmine sul fatto di ridurre le spese. La sento piangere, la notte.

Wow, ho già riempito due pagine di diario! Non riesco più a tenere gli occhi aperti, vado a dormire. Notte.

12 settembre 1996, 9:30

Caro diario,

è davvero da tanto che non ti scrivo e mi dispiace.

Oggi è stata una giornata davvero... brutta. E' stato il mio primo giorno di scuola media.

Sono entrato nel grande edificio, ero molto ansioso. Ero qualche minuto in ritardo e nel corridoio principale ho incrociato dei ragazzini della mia età che ridevano tra di loro. Io ero nella mia camicia azzurra, pantaloni rossi e scarpe nere, e tremavo. Tremavo perché avevo paura che anche questa volta non sarei riuscito a farmi degli amici, ad essere simpatico. Perché era questo che io volevo. Essere simpatico a qualcuno, avere degli amici con cui confidarmi e divertirmi ma per cinque anni alle elementari trovai solo due amici, erano cugini, si trasferirono in Canada e non li ho mai più sentiti.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 22, 2014 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Grazie, papà.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora