ЅᎾℒℐᏆUⅅℐℕℰ

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Alla fine arriva sempre quel momento in cui tutte le certezze che hai nella vita cadono, cadono a terra e si rompono in frantumi. Quando quelli che credevi fossero tuoi amici, sono in realtà i tuoi peggior nemici. Persino la ragazza più amata e venerata dal mondo si sentirà sola e abbandonata.

A proposito di questo, io sono Leila e la solitudine è ormai parte di me.
A scuola prima di quella fatidica settimana, ero la più popolare , con i genitori benestanti, la ragazza più carina della scuola e fidanzata col più figo di tutti i tempi: Luca.

Acrobatica? Era la mia vita. Ero pure la cheerleader più brava, che a breve avrebbe avuto un colloquio con la preside degli "On the stars", la miglior squadra di cheerleader mai vista.

A volte ci possiamo sorprendere di quanto in fretta possa cambiare la vita da meravigliosa, a disastrosa.
Che poi si sa ci vogliono infiniti giorni per creare, e un solo attimo per distruggere, e l'esempio migliore che si possa trovare è la vita.

Allora, la mia vita era perfetta, tutti che mi volevano bene, e che mi stavano accanto fino a quando mia madre morì. Non potete capire il dolore dentro, ma ero forte, forte per mio padre, che perse la sua strada in giochi d'azzardo, alcool e sigarette. Poi iniziò pure a drogarsi, però io ne ero all'oscuro, come sempre... Io sono sempre stata una piccola bambina fragile. Ma non è come crede la gente. Io mostro un'altra maschera di Leila.

Arrivò anche un'altra batosta, Un mesetto dopo la morte di mamma, mio padre si riempì di debiti... così da bravo padre si suicidò. Come può lasciare una figlia così. Per lui serbo tanto racore e rabbia.

Ancora una volta la vita mi giocò un altro dei suoi scherzi. Proprio il giorno prima che gli "On the Stars" venissero per incontrarmi, mi fratturai una gamba.

Arrivata a questo punto pensavo che niente fosse peggiore di questo. Ma mi sbagliavo. Per tutto il tempo ho vissuto come una principessa, invece adesso? Ormai non ero più la popolare della scuola. Se non hai soldi o/e sei bella e non invalida, come me, non sei nessuno. Già, dopo l'incidente sono rimasta invalida; non potevo più usare la gamba destra.

"Ahahah, è lei la Leila che era popolare?!" oppure "Ehi guarda come è diventata per colpa dei genitori". Non ce la facevo più. Troppo pesante da sopportare. Passare dalla ragazza più viziata della città, alla più presa in giro. Dalle stelle alle stalle. E intanto davo il benvenuto alla solitudine, la mia nuova e unica amica.

"Ahahah" continuavo a sentire da parte dei miei compagni. Solo prese in giro. Mi trovavo spesso a piangere in un angolo della mia stanza.

Ah! Quasi dimenticavo... sapete cosa ha fatto Luca quando sono ritornata a scuola dopo l'incidente? Beh mi ha riso in faccia. Mi ha detto guardandomi: "Ahahah adesso che ti vedo con la sedia a rotelle mi viene solo che l'istinto più pervertito del mondo. Comunque non mi va più di stare con te... Mi hai stufata."

Adesso, e solo adesso riuscivo a capire che per lui ero solo un gioco. Un giocattolino che quando è vecchio si butta.

"Aiuto" gridavo quando stavo da sola. Guardavo in cielo e gridavo, nella speranza che mia madre mi sentisse, e mi aiutasse. Ormai, che nessuno mi è più vicino, mi immergo spesso in momenti in cui la penso... prima non davo quasi mai importanza ai miei genitori, invece adesso rimpiango tanto di non esserli stata vicina.

Aspettai e aspettai che i giorni passassero sperando che il mio dolore si alleviasse, ma era esattamente come prima... quando avevo qualcosa, prima degli stravolgenti episodi, ne parlavo con Luca e lui si, che sapeva consolarmi. Adesso invece, non c'è nessuno. Oddio la situazione che si è creata.

Abbastanza tempo dopo, mi trovai a rimanere a casa da sola. Non uscivo più di casa. Era il mio riparo alla vita.

Avevo solo un obbligo: di andare a lavorare di sera a un pub. Il problema è che anche la conoscevano la mia storia e non smettevano di ridere e scambiarsi versioni sentite del tutto errate. Mi facevano salire l'odio, però non potevo lasciare il lavoro. Ne avevo bisogno per sopravvivere a questa vita di merda.

Andando avanti, iniziai a diventare pazza: parlavo con i peluche, spesso e volentieri provavo a dare acrobatica in casa sapendo che la gamba non me lo permetteva.

Anni che passavano e io sempre rannicchiata a terra con un peluche in mano che mi deprimevo. Sempre e solo da sola.

A volte uscivo, con un sorriso a 32 denti. Cercavo di far sembrare tutto bellissimo, mentre in realtà era un disastro. Non capivo il motivo per cui vivevo. Così eccomi qua.

Arrivata a questo punto, adesso dopo circa 2 anni, la mia storia si sente ancora in giro, le persone ridono e io non posso più sopportarlo. Mi guardo i polsi fasciati, dove probabilmente ci sono i miei tagli profondi. Mi guardo allo specchio e annuisco. È la mia ora. Mi affaccio dalla finestra del 5 piano e inizio a mettere la canzone Volare. È sempre stato il mio sogno. VOLARE. Infatti è così che voglio che si concluda la mia vita. Esaudendo il mio sogno. Addio mondo, cielo aspettami sta arrivando una ragazza diversa da quella che si è sempre presentata viziata. Arriva una ragazza che ha sofferto e che vuole mostrare un'altra persona. Il suo vero essere. Arriva la vera Leila.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 20, 2017 ⏰

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