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Avevo appena compiuto 13 anni finché accadde quel tragico evento.
Io e la mia famiglia ci stavamo dirigendo verso Toronto per trascorrere il weekend del mio compleanno. Eravamo quasi arrivati finché un cervo ci passò davanti. Si avete capito bene un cervo che mi cambiò la vita. La macchina sbandò e noi andammo a sbattere contro la montagna. L'impatto fu tragico. Io e mia madre ci eravamo fatte solo qualche ferita, non molto grave, il problema era mio padre, sbatté la testa contro il finestrino provocandosi un taglio così profondo che io e mia madre dovemmo chiamare subito l'ambulanza. Quando questa arrivò ci dirigemmo verso l'ospedale, ma proprio quando eravamo arrivati sentimmo un suono che riconoscerei a miglia di distanza. Il cuore di mio padre non batteva più. Forse perché aveva perso troppo sangue durante il tragitto o forse perché era già in fin di vita quando ha sbattuto la testa... Il perché non lo so neanch'io, ma so che il dolore che ho provato il 4 marzo del 2014 non lo proverò mai più. Io scoppiai a piangere, come farebbe chiunque molto probabilmente, ma non solo perché era morto mio padre ma anche perché provavo un' altra sensazione che non so descrivere, forse paura, ma di cosa mi chiedo ancora.

Due giorni dopo avvenne il funerale. Mia madre fece decidere a me chi invitare, visto che sapeva che io ero molto legata a lui, e io decisi solo i parenti più stretti. Non volevo fare una cosa in grande e non volevo neanche che lo sapesse tutto il mondo della morte di mio padre quindi decisi di fare così.
Dopo quel giorno la mia vita cambiò totalmente.
Non ero più solare come una volta.
Non ero più tranquilla come una volta.
Non avevo più il sorriso stampato sul mio viso come una volta.
Adesso ero completamente diversa.
Non parlavo più con nessuno, neanche con mia mamma.
Ero sempre nervosa e rispondevo male a tutti.
Avevo sempre la musica nelle orecchie per non sentire gli altri sparlare di me.
Mi ero completamente chiusa in me stessa. Non avevo più tutte le amiche come una volta, adesso non parlavo più con nessuno.

Quell' anno passò e il dolore si sentiva sempre di più.
Per l' anno nuovo però mi riproposi di non essere come l'anno prima anzi decisi di andare a scuola con il sorriso sempre stampato sulla faccia e di farmi anche nuove amicizie.
Così fu solo che non mi sentivo affatto bene. A scuola mi ero fatta un sacco di nuove amicizie, prevalentemente maschili, che mi tiravano su il morale sempre, ma io non ci potevo fare niente, proprio niente, il dolore che provavo era proprio brutto, come se mi avesse mangiato.
Quell'anno mi ero anche fidanzata.
Si mi ero fidanzata finalmente. Anche se ero felice il mio cuore era sempre spezzato. Come ho detto prima non ci posso fare niente, il dolore ormai mi aveva mangiata completamente.

Arrivarono le vacanze e il mio fidanzato, Mark, sapendo che ero ancora triste per la morte di mio padre mi invitò a passare l'estate da lui. Andammo in Italia, precisamente in Sicilia, visto che i suoi parenti ci potevano ospitare. Con noi venne anche mia madre. Lo decidemmo io e lui perché così anche le nostre famiglie si potevano conoscere meglio.
Partimmo uno dei primi giorni di luglio con l'aereo.
Quando arrivammo ci vennero a prendere in aereoporto i parenti di Mark, ci presentammo e andammo a casa loro. Era STUPENDA, tipo un castello solo un po' più piccolo, aveva una piscina interrata nel giardino e anche una all'interno della casa. Aveva 8 stanze da letto, 8 bagni, una cucina e 2 salotti.
Io e Mark decidemmo di dormire insieme.
La sera, dopo mangiato, i nostri genitori ci lasciarono uscire un po' insieme giusto per visitare un po' il paese. Noi andammo in giro un po' a caso, visto che non conoscevamo il posto, e prima di ritornare a casa decidemmo di andare in un bar a prendere un bicchiere d'acqua.

Quando arrivammo a casa Mark mi disse che non aveva sonno e quindi mi chiese se mi andava di andare un po' in piscina a fare un bagno per rilassare i muscoli, io dissi di sì e ci dirigemmo verso essa. Quando arrivammo Mark mi disse che mi doveva dire una cosa molto importante allora mi portò nella vasca idromassaggio e mi raccontò un po' la sua storia di quando era piccolo...

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