chapter 1

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Vernice fresca, questo è l'odore che mi salta subito al naso.
La nuova casa mi piace, forse riuscirò a restare questa volta.

"Giuro, è l'ultimo questo"
"Ti piacerà, vedrai"
"Ho conosciuto i vicini, hanno un figlio della tua età ed è iscritto alla tua nuova scuola. Farai tante conoscenze"

Queste sono le frasi che ho sentito in quest'ultimo mese. Per mia madre è importante che io faccia amicizie, per me non molto. Amo stare da sola. Mi guardo in giro e noto che la mia nuova camera affaccia davanti ad un parco con i ciliegi in fiore, aprile è il mio mese preferito. Poggio la mia valigia a terra e mi sdraio sul letto già in ordine. Mia madre è venuta ieri per sistemare le ultime cose e preparare la casa. Tutte le cose della vecchia casa, sono già qui e al loro posto. Chiudo gli occhi, l'ansia del trasloco non mi ha fatto dormire tutta notte.

Corro, o almeno cerco di farlo. Sono in riva al mare, tutto succede troppo velocemente. Entro in acqua, vado a largo e un'onda mi travolge. Cerco di nuotare per tornare a galla, ma non riesco a muovere nessun muscolo e affondo sempre di più. Sento l'acqua entrarmi nei polmoni. Non sento più nulla.

Apro gli occhi, ho il respiro affannoso.
Non di nuovo, penso.
Ormai il sole ha lasciato spazio alla luna, guardo l'orologio che segnano le 23.35. Ma quanto ho dormito? Mi alzo dal letto e mi affaccio alla finestra, ormai al parco ci sono dei ragazzi della mia età o più che fumano e bevono qualche birra. Li guardo per un attimo, per poi andare in bagno e sciacquarmi la faccia con acqua gelida.
Scendo in cucina, mi preparo una tazza di caffè latte. I miei genitori sono in sala a guardare la tv, o perlomeno fanno finta di guardarla. Sono presi a guardare lo schermo del cellulare. Preparo due tazze di caffè e le appoggio sul tavolo di cristallo davanti al divano.

Grazie per avermi svegliata per la cena. Vorrei almeno sapere cosa avete mangiato, visto che non mi avete lasciato nulla. Questo caffè è per voi, vi ringrazio per un altro trasloco e...

"Oh tesoro, grazie. Lucas guarda, tua figlia ci ha preparato il caffè" a interrompere il mio pensiero è stata mia madre, Sarah. Prende la sua tazza e mi rivolge quel suo sguardo triste, "scusa se non ti ho svegliata, però ci sono delle cose da stuzzicare. Nemmeno io e tuo padre abbiamo mangiato"

Bugia, c'è odore di pollo in cucina, ma non dico nulla. Sorrido ai miei genitori, finisco il mio adorato caffè latte e salgo in camera.
Svuoto la valigia e sistemo i miei vestiti dentro l'armadio.
L'ultima cosa che rimane dentro la valigia è una bustina con dentro una canna già preparata, in caso di bisogno urgente, ne ho sempre una di scorta nascosta. Prendo la bustina e la nascondo in mezzo ai vestiti. Controllo il telefono e non mi stupisco di non trovare nessun messaggio.
Spengo il telefono e lo metto dentro al cassetto del comodino, sospiro e mi siedo sul letto.
Delle urla attirano la mia attenzione, ah, mia madre mi ha anche detto che era una zona tranquilla. È quasi mezzanotte e dal parco i ragazzi hanno iniziato ad urlare da quando è arrivato Leo, o così mi sembra di aver capito.
Incuriosita mi affaccio alla finestra e vedo questo Leo che saluta gli altri ragazzi. È rasato ed è vestito di nero, i lampioni illuminano veramente poco.
Sento dire "dimmi che hai la roba" o "è ore che ti aspettiamo".
Leo apre il suo zaino e tira fuori qualcosa, c'è uno scambio o qualcosa del genere. Faccio una smorfia e chiudo la finestra, guardo l'armadio e sono tentata di fumare, ma non conosco ancora nessuno qui e devo tenerla.
Mi butto sul letto, ma non ho sonno. Sento i ragazzi continuare ad urlare o a ridere molto forte.

Forse potrei andare da loro, farmi un paio di canne e tornare a casa.
Forse potrei farlo, ma non ora.
Non è il momento adatto.
L'ultima volta che ho fumato, mi sono ritrovata a letto con uno sconosciuto. E no, non c'era solo erba dentro.
Però forse questo Leo ha roba buona.
Ma cosa ne posso sapere. Dovrei conoscerli prima di comprare.
Chiudo gli occhi, domani inizia la mia nuova vita. Posso essere una persona diversa da me stessa. Una nuova Carol.

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