Il suono della sveglia alla mattina, sarebbe da far diventare illegale.
Non ho voglia di alzarmi, iniziare un altro semestre in un'altra scuola. Non ho voglia, davvero, sono stanca di tutto questo.
Mi metto seduta sul letto e osservo la mia stanza nuova: troppo spoglia, per ora. Tutta la parete davanti al mio letto è vuota, vorrei poterla riempire con delle foto di questa nuova città e dei ricordi, tra cui posti che ho visitato in vacanza. Se c'è una cosa che adoro sono le foto, il fatto che ti fanno rivivere quel momento esatto è magico.
Apro l'armadio e prendo dei pantaloni neri con una camicetta nera. E comunque no, non mi piace il nero, proprio per niente.
Mi vesto, vado in bagno e mi preparo. Eyeliner e mascara, eccolo il mio trucco day e night. Non ho mai messo fondotinta, blush e quelle cose lì. Non mi importa niente se durante il periodo ci sia qualche brufolo. Ovvio, sono una che ci tiene abbastanza all'estetica, vado dall'estetista e se c'è una cosa faccio spesso, sono i massaggi alla schiena. E se prima mi fumo una canna, quel massaggio diventa paradisiaco.
Non sono una tossica che fuma ogni ora del giorno, però una canna ogni tanto mi fa rilassare dai problemi e staccare un po'.Se c'è un difetto che non so come cambiare, è il fatto che quando sono davanti allo specchio penso troppo e arrivo in ritardo. Infatti tutto questo pensare, mi ha fatto stare davanti allo specchio 20 minuti.
Brava Carol, continua così. Vocina interiore, quanto ti amo giuro.
Vado in camera mia, prendo la borsa con l'orario scolastico ed esco fuori di casa molto velocemente. Corro per prendere la metro e l'abbonamento non funziona. Fantastico.
Riprovo e impreco, riprovo e mi sto incazzando. Sono in ritardo e non mi aiuta questo coso.
Dietro di me c'è un ragazzo che, nervoso, prende il suo abbonamento, mi spinge in avanti e passa anche lui.
Non faccio in tempo a girarmi per ringraziarlo, che è sparito nel nulla.
Mi avvio al binario della metro gialla e, appena il treno si avvicina alla banchina, potrei vomitare. Pieno è dir poco. Le persone stanno tutte strette e non posso nemmeno aspettare quella dopo. Sono troppo in ritardo.
Cerco di infilarmi e la puzza di ascelle che mi arriva al naso, mi fa girare lo stomaco.
Ecco cosa odio della metro, la gente che non si lava. È aprile, non voglio immaginare a luglio o agosto.Finalmente arrivo alla fermata e scendo molto velocemente.
Salgo le scale e vedo di nuovo i tornelli. Se l'abbonamento non mi andava all'andata, non mi andrà nemmeno ora.
Mi guardo intorno, i controllori stanno parlando tra di loro. Scavalco senza farmi vedere ed esco.La scuola è proprio lì davanti.
Quello che mi ha colpito di più, è stato il fatto che è una scuola enorme.
Liceo li guistico st tale. E no, non ho sbagliato a scrivere. Enorme sì, ma molto vecchia.
E i fondi dove sono?
Mi dirigo all'interno dell'edificio e se dall'esterno può sembrare una scuola vecchia e sporca, all'interno si rivela proprio così. Il corridoio con gli armadietti è pieno di tag. Non ce n'è uno senza.
Sulla sinistra vedo una ragazza con una gonna in tulle di fiori e capelli rossi che prende dei libri dal suo armadietto.
"Ciao, scusami, sono nuova. Posso chiederti dov'è la segreteria?" la ragazza si gira verso di me. Sorride e due fossette le appaiono sul viso.
"Ciao, certo" guarda verso il corridoio e indica "vai in fondo e gira a destra"
"Grazie mille" e mi dirigo dove mi ha appena indicata.
Ragazzi che urlano, che corrono in aula. Sono solo le 9 del mattino, come fate ad avere tutta questa energia?
Ci sono davvero tanti armadietti, tante aule.
La segretaria è stata gentilissima, mi ha spiegato tutti i corsi, dove trovare le aule e il mio insegnante di riferimento.
Mi accompagna a matematica e mi presenta al professore. La campanella non è ancora suonata e gli studenti non sono ancora entrati in classe. Mi siedo infondo, vicino al muro e noto che anche i banchi sono tutti scritti e con tag.
Un ragazzo viene verso di me, mi guarda male e si siede affianco.
Con tutti i posti liberi, proprio qua."Carino il tuo salto, hai un bel culo" ride. Lo guardo stranita. "Pensi non ti abbiano vista?"
"Non so di cosa parli" davvero qui i ragazzi aprono così i discorsi?
"No? Non mi hai nemmeno ringraziato per averti fatto passare. Però hai un bel culo, quindi prego. Lo rifarò volentieri se salti ancora così" sorride maliziosamente.
Lo guardo, prendo la mia borsa e cambio posto. Lo sento ridere di gusto. Ma che vuole?
"È occupato?" chiedo alla ragazza dai capelli rossi che mi ha aiutato prima.
Mi sorride e sposta lo zaino dalla sedia.
"È la prima volta che qualcuno si siede vicino a me.." sussurra la ragazza.
Faccio finta di non sentire, non mi va di sentire drammi adolescenziali di prima mattina. Sarò una stronza senza cuore, ma tutto questo mi ha sempre dato fastidio. In fondo è il primo giorno in questa nuova città, ci sarà tempo per queste cose...