Darling. (Larry/Ziam)

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La luce si spegne, ora è buio.
Una fiamma illumina il volto felice e imbarazzato di Louis, che diventa ancora più rosso quando Niall gli ricorda che se non esprime il desiderio non gli parlerà fino al prossimo compleanno.
«Oh andiamo!» sbuffa esasperato il festeggiato, ridendo alla reazione divertita del biondo. «Non te lo dirò lo stesso!»
Niall gli stampa un bacio sulla guancia e Liam interrompe tutti cominciando a cantare 'Tanti Auguri'.
Forse io e Zayn siamo gli unici a pensarci due volte prima di unirci al coro che Louis sembra amare e odiare intensamente allo stesso momento. Mi rivolge uno sguardo che sa di ohnonanchetutiprego e tiamotiamotiamo e il mio cuore perde mille battiti.
Le luci delle candele non lo rendono ancora più mozzafiato del solito, più bello e amabile, ma addirittura paradisiaco, angelico e genuino, come il sorriso che ha prima di soffiarci sopra, spegnendo ogni briciolo di meraviglia presente in lui.
E per un attimo vado in panico per la presenza di quel buio totale, quell'oscurità che non me lo fa più vedere, che me lo porta via sotto gli occhi e mi disorienta, facendomi corrugare la fronte e esplodere il cuore.
Poi però arriva la luce e Louis è lì, è ancora lì.
Non se n'è mai andato via.
Osservo il fumo leggero delle candeline spente e mi sento bruciare, trapassare, dal suo sguardo blu come il mare dopo una tempesta, come il cielo infinito, sinonimo di libertà.
«Allora?» Niall è impaziente, tipico di lui.
«Ho 22 anni Niall, sono un uomo, non ho bisogno di esprimere desideri!» ribatte rosso in viso, come è sempre quando qualcuno tocca il suo tasto 'mascolinità'.
Niall mette il broncio e io lo abbraccio teneramente, prendendo le sue parti.
«Owh Lou, come fai ad essere così cattivo con un bimbo così?» prendo le guance di Niall tra le dita e stringo leggermente, facendogli assumere un'espressione buffissima simile a quella di un pesce.
«Un bimbo?» brontola con uno sbuffo.
Rido e immergo un dito nella panna della torta, per poi spalmargliela sul naso. Niall si ribella sotto di me e mette un broncio adorabile, che però si riaddolcisce quando Liam gli porge un piatto con la fetta di torta più grande.
Sorrido e mi siedo accanto a Louis, cingendogli le spalle con il braccio.
«Auguri» dico baciandogli dolcemente una guancia.
«Mmh sì» annuisce «No.»
Aggrotto le sopracciglie, confuso.
«Non li accetto i tuoi miseri auguri e soprattutto» spiega Louis mentre si raddrizza per sembrare più alto «non intendo accettare un tuo bacio. Sulla guancia poi!»
Scoppio a ridere in una risata abbastanza oscena e tipica di me, ma mi è impossibile smettere per via dell'espressione dannatamente seria di Louis.
Appoggio la nuca sulla sua spalla e chiudo gli occhi sorridendo, sentendolo rilassarsi e cingermi a sua volta.
Mi appisolo velocemente, ma «Merda!» l'imprecazione di Liam spaventa un pò tutti.
Si tiene il dito nella mano e una maschera di dolore gli deforma il volto.
Zayn è quello che si alza di scatto, facendo cadere a terra la sedia e andando a soccorrere il suo ragazzo.
«Che hai fatto?» chiede spaventato, in ansia, nel panico quasi.
Liam congeda il fatto molto velocemente con un misero «È un taglietto, vado a medicarlo»
«Quanto è profondo?» il moro è seriamente spaventato e la mano di Liam è completamente rossa.
Di sangue.
«Ho detto che mi medico da solo» sputa tra i denti, dirigendosi verso il bagno mio e di Louis.
Ormai conoscevano la nostra casa a memoria.
«Non sarà meglio controllare come sta?» dice preoccupato il ragazzo accanto a me.
«Io chiamo l'ambulanza» è la placida risposta di Zayn, che già compone il numero del pronto soccorso.
Niall non emette suono, terrorizzato da qualunque visione del sangue, quindi mi sento in dovere di andare ad avvisare Liam.
Mi alzo e mi dirigo verso il bagno, trovandolo con il dito sotto il getto del rubinetto.
L'acqua che scende è rossa.
«Cazzo Liam!» mi precipito verso di lui per aiutarlo, ma scuote la testa.
«È abbastanza profondo» geme con dolore, raffreddando l'acqua.
«Zayn ha chiamato l'ambulanza» lo avverto e lui sorride.
«Immaginavo» sospira e noto dal rossore del viso che cerca in tutti i modi di non gridare dal dolore. «Mi sono quasi mozzato il dito»
Prendo un panno pulito e fascio l'indice, cercando di fermare l'emorragia e il disgusto nel mio viso.
Zayn accorre subito avvisandoci che "quelle teste di cazzo non mandano ambulanze se non per vere e proprie emergenze" e che porterà lui stesso Liam in ospedale.
E Liam non può permettersi di fare l'orgoglioso anche in questo caso.
Annuisce e si fa scortare da Zayn verso la porta e sto per seguirli quando avverto Louis che li avrei accompagnati, ma lui mi sorprende scuotendo la testa.
«Vengo anche io» ribatte risoluto.
«No!» quasi gli urlo contro e lo vedo sussultare. «No, davvero. Stai qua. Non sarà bello.»
Abbassa la testa e annuisce.
«Sì, va bene.» mormora spezzandomi il cuore.
Aggrotto un cipiglio e una smorfia prende controllo del mio viso. Cerco di non pensarci e mi chiudo la porta alle spalle, raggiungendo Zayn che continua a suonare il clacson con forza.
Prendo posto nei sedili posteriori e non faccio in tempo a chiudere la portiera che la macchina è già partita verso il St. Judes Hospital, a pochi km di distanza.
Appoggio una mano sulla spalla di Liam e dall'occhiataccia che Zayn mi manda, capisco che se non fosse alla guida probabilmente mi avrebbe staccato il braccio a morsi.
Comunque io tengo la mano sul biondo e cerco di verificare la gravità delle sue condizioni.
Provo a pensare che l'amputazione del dito sia solo la peggiore delle ipotesi, ma anche se non posso vederlo bene, sono sicuro che la carne è esposta e dalla quantità di sangue che sta perdendo, capisco che è così.
Dato che essendo in macchina non ho molte alternative di movimento, cerco di osservare il paesaggio natalizio. La città è innevata e piena di lucine colorate, squallidi e cadenti Babbo Natale giocattolo che salutano con una mano o che fingono di arrampicarsi sul balcone di qualche abitazione.
E guardando l'aria natalizia penso subito a Louis, al fatto che il suo 22esimo compleanno è stato rovinato ufficialmente e al fatto che l'ho lasciato con un Niall sicuramente traumatizzato dall'accaduto.
Sento il senso di colpa, la vergogna e la tristezza farsi spazio in me, così gli mando un messaggio con le mie scuse, il mio tentativo di ricordargli che darei la vita per lui, che lo amo tanto, che è tutto per me e con tantissime x alla fine.
Non ricevo risposta.
L'unica cosa che sento è il pugno di Zayn premere contro il clacson per far muovere le macchine davanti a lui, ma la coda non sembra intenzionata a muoversi.
Le condizioni di Liam peggiorano, il dolore lo sta logorando e il gemito che esce dalle sue labbra è sufficiente a Zayn per fargli fare lo sbaglio più grande della sua vita.
Sono colto dal panico, ho letteralmente il cuore in gola e sono quasi paralizzato dalla paura quando sento l'auto arretrare per entrare nella corsia opposta.
Gli prendo il braccio e cerco di scuoterlo e convincerlo a tornare indietro, ma ciò che ricevo è una violenta gomitata sul labbro inferiore e un «Non rompere i coglioni, Styles» sputato con rabbia.
Tocco il labbro con il dito e sento la spaccatura sanguinare. Copro la bocca con mani tremanti e non so dire se sono terrorizzato più per il dolore acuto, per Liam o per le auto che corrono verso di noi.
Sinceramente, non lo so.
Provo l'impulso di mandare un altro messaggio a Louis, ma lo schermo vuoto mi ricorda che non vuole rispondermi.
Allora provo con Niall, scrivendogli tutto in poche righe.
Dico anche del labbro spaccato.
Aspetto con ansia la riposta, mentre le urla degli automobilisti ci maledicono in tutti i modi e non li biasimo: ho perso il conto di tutte le imprecazioni mentali che ho fatto verso tutto.
È quando sono al limite che vedo lo schermo illuminarsi e apparire la chiamata di Louis.
Prendo il cellulare con la mano libera e «Louis?» singhiozzo.
«Harry? Dimmi che stai bene, ti prego Harry, dimmi che si è fermato.» è agitato, inciampa nelle sue stesse parole e singhiozza peggio di me.
Sto per rispondere quando il movimento rapido di Zayn che si siede sopra Liam per proteggerlo attira la mia attenzione.
Un rumore mi perfora le orecchie, ma non riesco a capire di che si tratta.
«Un camion. Harry, quello era il clacson di un camion. Harry, porca troia parlami!» urla e piange, ma non lo sento.
Sono abbagliato dai dei fari che si avvicinano a noi e poi semplicemente non vedo più niente e sento solo il rumore di uno scontro e Liam urlare straziato.
Mi riprendo poco tempo dopo e sono steso sul freddo. Sul ghiaccio.
No, sull'asfalto ghiacciato, un sollievo per il mio labbro.
Socchiudo gli occhi e il cellulare è accanto a me, completamente distrutto.
Sento un peso sulle mie gambe e, anzi, non me le sento proprio le gambe.
Provo a muovere le dita, ma sono pesanti e insanguinate.
All'inizio mi preoccupo un po', ma poi ricordo che le tenevo sulla bocca sanguinante.
Muovo le altre dita e quelle sono ancora più pesanti e insanguinate.
Chiudo gli occhi e li riapro, stanco e frastornato.
Cerco di alzarmi e il massimo che riesco a fare è alzare di poco la testa.
Vedo un'ambulanza, Liam steso su una barella, pallido e bendato, ma vivo.
Poi vedo un telo bianco stendersi a terra per coprire il corpo di Zayn.
Osservo la scena, vedo il telo bianco sporcarsi velocemente di rosso e un altro uomo venir soccorso.
Lui sta bene, almeno sta in piedi.
E io?
Quando sposto lo sguardo dietro di me noto di essere incastrato sotto l'auto.
Ma ovvio, ero pure nei sedili posteriori, quante possibilità di uscire avevo?
Vedo i paramedici venire verso di me e in quel momento la testa mi ricade sull'asfalto.
Non è un forte impatto, non è stata su più di tanto.
Qualcuno mi bagna il viso con l'acqua calda, una tortura per il labbro martoriato.
«Tranquillo ti tireremo fuori di qui. Senti le tue gambe? Riesci a muoverle?» mi chiede uno di loro.
Scuoto leggermente la testa.
«Le dita? - nego ancora - Bene... Aiutami, chiama qualcuno, potrebbe aver perso l'uso delle gambe.» dice rivolto a qualcuno.
Poi mi guarda.
«Stai bene, Harry?» chiede con uno strano eco.
L'asfalto sì fa più morbido e caldo e profumato.
Vedo tutto nero e qualcuno mi tocca la spalla.
Mi sveglio e sobbalzo sulla spalla di Louis, che mi guarda confuso.
«Stai bene? Avevi il respiro pesante.» mi accarezza la guancia mentre il mio respiro cerca di autoregolarsi, ma è ancora estremamente pesante e ansimo sudato.
Era un incubo, è tutto finto.
Abbraccio forte Louis e cerco di trattenere le lacrime di paura, stringendolo forte a me.
Lui ricambia senza problemi.
«Haz è ammattito.» canticchia Liam intento a tagliare la torta.
Mi alzo di scatto e gli prendo il coltello con poca gentilezza, guadagnandomi delle occhiate confuse e irritate.
«Che fai?» ribatte sorpreso.
Cerco di mantenere un comportamento normale e nascondo il tremore della mano, inventandomi una scusa.
«Tu sei un'imbranato, ti taglieresti di sicuro.»
Liam mette il broncio e si volta verso Zayn.
«Hai sentito?» borbotta avvicinandosi a lui, che «Vieni qui, non lo ascoltare Lee» e lo abbraccia teneramente. «Tu sei forte e coraggioso.»
Butto il coltello nel lavandino e alzo un sopracciglio, ancora tormentato da quello strano sogno.
Non poteva essere solo un sogno come tutti, sembrava troppo vero.
Mi passo un dito sul labbro e sobbalzo per il dolore.
Alzo lo sguardo verso Louis in cerca di spiegazioni e lui si limita ad alzare le spalle.
Mi fa cenno di sedersi accanto a lui e mi avvicino in cerca di conforto.
Lo trovo come speravo e sembra tutto così romantico e bello.
Louis che mi stringe, io che respiro sulla sua pelle, Liam e Zayn abbracciati e intenti a scambiarsi baci e sussurri... È davvero bello finché il «Questo è troppo!» di Niall ci risveglia.
«Siete la compagnia più brutta che potessi mai avere» ribatte con un broncio.
Io mi sporgo, immergo il dito nella panna e gli sporco il naso.

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