Prologo

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Cominciò tutto quel giorno d'estate.
Quel mattino di Settembre.

Quel messaggio.
Poteva essere un messaggio che avrei potuto ignorare come tutti gli altri, ma qualcosa ha fatto in modo che io e lui ci conoscessimo a tutti i costi.
Forse è stato il destino? Chissà.

Sono una ragazza qualunque, come tutte le altre.
Mi chiamo Charlotte.
Sono bassina, ho i capelli lunghi e marroni, occhi azzurri.

Ho una vita normale, vivo con i miei genitori, non ho né un fratello, né una sorella.
Sin da piccola ho sempre creduto nelle favole e nel "Principe Azzurro"; purtroppo, per varie delusioni, mi sono convinta che il Principe Azzurro non esiste, né tantomeno che un giorno verrà a salvarmi.
C'è stato un periodo in cui sono stata fredda con tante persone, molti ragazzi mi venivano appresso, ma io li rifiutavo quasi sempre tutti.
Non sono una viziata, ma si vedeva lontano un chilometro che loro non facevano seriamente.
Io volevo una relazione che durasse nel tempo.
E soprattutto... volevo essere felice con il mio lui.

È strano il modo in cui una persona così lontana da te, possa riuscire a rubarti il cuore, tanto da poter sentirla vicino a te.

Molti sono convinti che la distanza sia una stupidaggine e che rovina i rapporti.
Si sbagliano.

La distanza è solo un ostacolo da superare.
Quando due persone si amano alla follia, superare la distanza è come bere un bicchiere d'acqua.

Io avevo paura di perderlo.
Ma la distanza ha rafforzato il nostro rapporto.
Perché? Semplice.
Più due persone sono lontane, più grande è la voglia di vedersi.

Ma questa è solo una premessa.
Il resto è tutto da vedere.
Ma vinceremo. Noi due. Insieme.

Sconfiggeremo la distanza.
                                   ~❃~

Erano le dieci del mattino del 9 Settembre.
Il mio cellulare cominciò a vibrare, facendomi svegliare.
Premetto che, appena sveglia non sono uno spettacolo, preferirei non scendere nei dettagli.
Ancora con gli occhi assonnati, presi il mio cellulare e controllai le notifiche.
Tra le notifiche c'era un messaggio da Messenger, era un ragazzo di nome "Lyle."
Hey, ciao.

Appena ieri mattina avevo accettato la sua richiesta d'amicizia.
Qualcosa mi disse di non ignorare il messaggio, così risposi con un semplice e freddo "Ciao".

La conversazione andò avanti per ore, non me lo sarei mai aspettato.
Lyle era un ragazzo davvero simpatico, inoltre avevamo gli stessi interessi per l'arte, la musica, gli anime e i manga.
Però abitava 892 km lontano da me.

Le settimane passarono, io e lui diventammo migliori amici.
Ci siamo dati due soprannomi.
Io lo chiamavo "Sora", che in giapponese vuol dire "cielo", perché appena volgevo lo sguardo al cielo, pensavo a lui.
Lui mi chiamava "Amaya", che invece vuol dire "pioggia notturna", perché per lui sono come la pioggia, trasmetto tranquillità, mentre "notturna" sta per il fatto che io, insieme a lui, facevo le ore piccole.
Stavamo svegli fino alle sei del mattino, per poi darci il buongiorno all'una di pomeriggio.

Mi era sempre più simpatico, io mi stavo affezionando sempre di più a lui e lui a me.
Ma un giorno Lyle stava per rovinare tutto.
Credo di amarti.

Io non ero sicura di ciò che provavo, lo conoscevo da poco, però mi piaceva di sicuro, ma non a tal punto di amarlo.
O almeno, non ancora.

Gli chiesi di darmi del tempo, ma lui non volle accettare la cosa.
Inoltre, era convinto che se lo avessi rifiutato, mi avrebbe detto addio per sempre.
Suona come una minaccia, nonostante non lo sia.

Così, nonostante fossero appena le 4:00 del mattino, decisi di andare a dormire, per sviare la conversazione.
Speravo che l'indomani si fosse dimenticato di tutto.
Ma non fu così.

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