Viviamo in un mondo di volti stanchi, annoiati, in un mondo monotono e sempre uguale, viviamo in abitudini asfissianti che spesso ci soffocano e non ce ne rendiamo conto. Viviamo in un mondo triste e pauroso, dove le brutte notizie sono all'ordine del giorno, dove per sentire storie catastrofiche basta schiacciare il tasto di un telecomando. Viviamo in un mondo che urla di non conoscere la felicità e l'idea di non raggiungerla ci spaventa. Ma cos'è realmente la felicità?. Te lo sei mai chiesto mio caro lettore? Forse no. O forse non ti sei impegnato abbastanza da trovare una risposta piu o meno "plausibile". Ero più o meno una peste di sei anni quando iniziò il capitolo più bello del libro della mia vita. Fu proprio in quell'anno che iniziai a vivere a tutta velocità. Mia madre decise di iscrivermi ad un corso di danza,non perché vedesse in me un talento straordinario, ma perché non aveva piu voglia di vedermi saltellare su e giù per casa. Ricordo ancora la mia prima lezione e le forcine fastidiose che mi perforavano il cranio, piccoli bastoncini che usavo per raccogliere bene i capelli lunghi e corposi. Ricordo il profumo delle note e i piedini piccoli che stendevo con forza per raggiungere tutte le bambine più brave di me. Ricordo l'entusiasmo prima di una lezione, l'ansia per un esame, e la voglia smisurata di salire sul palco. Fu amore a prima vista. E anche se inizialmente sembrava solo un modo per trascorrere i miei pomeriggi ed evitare di rompere le vetrine di casa, crescendo mi resi conto di quanto a volte danzare mi mancasse più di certe persone. Per quanto riguarda la persona che mi ha voluto far conoscere l'infinito mondo della danza, ora si lamenta continuamente degli orari pesanti, delle quote mensili troppo salate, dei vestiti di scena costosissimi, e credo ora si sia pentita, non credeva potesse diventare per me fondamentale danzare. Non credeva che la sbarra potesse diventare il mio pane quotidiano,che per la danza avrei rinunciato a tutto il resto. Nonostante tutto questo tempo, nonostante sia cresciuta così tanto,eccomi qui, dopo dieci anni, ancora una volta davanti uno specchio, affianco ad una sbarra con i capelli tirati e i piedi stesi. E forse per me la felicità è proprio questa : Le forcine che continuano e perforarmi il cuoio capelluto, i calli ai piedi diventati oramai una routine, i dolori muscolari con i quali ho imparato a convivere da tempo, il dolore alle ginocchia e il ghiaccio ogni sera...sembrerebbe un inferno e forse infondo lo è, ma so con certezza che questa è la mi strada, non farò carriera probabilmente, e anche se a volte fa male sapere che la mia famiglia non crede in me, riesco a trovare la forza per andare avanti. E sai perché? Perché danzo per me stessa. Perché dopo una giornata no, basta entrare in quella sala per dimenticare tutto, anche i dolori più grandi. La danza mi ha insegnato che non bisogna arrendersi mai, che se cadi cento volte devi rialzarti centouno. Che se dopo un grande passo scivoli basta un salto per tornare su. Che se cadi, più di terra non vai, Che se l'esibizione non è andata proprio bene,bisogna comunque finire con un gran sorriso. Mi ha insegnato che bisogna apprezzare le piccole cose,i piccoli gesti,mi ha insegnato che dietro un volto si nasconde qualcosa di profondo che va oltre ogni aspettativa. Mi ha insegnato ad amare, ad amare senza freni. Mi ha insegnato che le sensazioni sono alla base di tutto,mi ha insegnato ad usare il cuore, le vere ballerine infatti,si riconoscono,non sanno nascondere nulla, perché i loro occhi parlano prima che possano aprire bocca. È la danza quindi la scorciatoia per la mia felicità. E anche se non diventerò una grande ballerina, mi avrà comunque lasciato dei valori assoluti e intramontabili. Valori che nessuno sarà mai in grado di sfiorare e che custodirò con cura e gelosia nel mio cuore insieme alle mie scarpette rosa.
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Una scorciatoia per la felicità
RandomCos'è la felicità? e cosa ci porta veramente ad essa?. Sono domande esistenziali, domande che da secoli affliggono la mente umana. Proverò a suggerire qualche scorciatoia , raccontando la strada che sto percorrendo per raggiungerla.