9

143 26 32
                                    

Passò davvero tanto tempo. Giorni, settimane, forse mesi. E sapete già cosa successe in quei giorni. Altrimenti non stareste leggendo questo.

Sapete dei miei viaggi con Link, sapete che sono stata nel regno della Luce è che ho attraversato il mio regno con le sembianze del piccolo demone in cui Zant stesso mi aveva trasformata.

Link divenne un amico stretto, che seppe volermi bene in modo assoluto, con cui mi feci sane litigate e ancor più sane risate. Ci conoscemmo bene, in quei giorni bui. Ma non fui mai in grado di raccontargli tutto. Non credo che lui abbia mai saputo cosa era stato tra me e Zant.

Sta di fatto che l'uomo che amavo sembrava non esistere più. Lo rividi ancora, dopo che mi ebbe trasformato e mi ebbe fatto iniziare quel viaggio aggrappata alla pelliccia scura di Link.

Non vidi più, nemmeno per un singolo secondo, il vecchio Zant. Vidi il suo spettro, l'involucro  che era diventato , a pensarci bene era come uno spaventapasseri. All'inizio potrebbe sembrare umano, ma poi ci si rende conto che non lo è per nulla, basta avvicinarsi un poco. Non sapevo dove fosse stata rispedita la sua mente e la sua coscienza, anzi, non sapevo nemmeno se esse esistessero ancora. Forse era davvero morto, e alle sue dita e alla sua testa stavano appesi fili invisibili che lo facevano muovere, come una marionetta.

Faceva soffrire, vederlo così. Perché sapevo che era davanti a me. E sapevo che non era lui. Sapevo che era mio nemico.

Sapevo che era mio nemico anche al momento della sua morte. Nel secondo in cui venne colpito dal mio potere che ero riuscita a rivelare.

Nel momento stesso in cui lo vidi spirare, per un secondo solo, vidi un bagliore che mi era sembrato di dimenticare. Sulle sue labbra si era formato un lieve sorriso, e mi era quesi sembrato di scorgere una parola che stava per spiccare il volo tra le sue labbra sottili.

Quindi era stato vivo tutto quel tempo. Quindi aveva visto sé stesso compiere azioni orribili, si era visto tentare di uccidermi. E aveva visto me uccidere lui.

Aveva guardato in faccia la sua assassina e aveva sorriso. Forse perché per lui era la cosa migliore. Morire, piuttosto che essere uno strumento ed un burattino.

Per tutti quei giorni aveva dovuto rendersi conto di ciò che faceva, rendersi responsabile senza volerlo delle più terribili attocità, schiacciato sempre di più in un angolo di sé stesso, forse ridotto ad un eco risonante timidamente nella mente calcolatrice che Ganondorf aveva creato.

Era stato un sollievo, per lui, lasciarsi andare tra le braccia della morte.

Ma piansi comunque, senza darlo a vedere a Link. Mi asciugai le lacrime, dopo aver ricevuto l'ultima conferma che io e lui non avremmo mai avuto il nostro matrimonio, che mai saremmo potuti stare insieme un altro giorno. E questo faceva più male di ogni altra cosa.

Do you remember?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora