Era ancora china sui libri, mentre sgranocchiava delle patatine e ripeteva ad alta voce le date fondamentali della seconda guerra mondiale, quando suonarono alla porta di casa.
In quel momento scoccó la mezza notte e capì che i suoi genitori e i fratelli erano tornati dalla recita di fine anno del più piccolo.
Le era dispiaciuto non partecipare, ma era nel bel mezzo della maturità e preferiva per almeno quelle due settimane darle tutta la sua attenzione. Non che aspirasse ad uscire con un novanta, si sarebbe anche accontentata di meno.
Il campanello continuava a suonare e irritata scese le scale che conducevano alla porta d'ingresso.
Non capiva perché mai non si portassero dietro le chiavi di casa quando uscivano.
Quando aprì rimase alquanto confusa.
Davanti a lei si trovavano tre poliziotti in divisa.
Si preoccupò immediatamente del perché fossero li ma non avrebbe mai immaginato quello che avevano da dirle.
"Questa è casa *** ?"chiese uno degli agenti, una donne dai lunghi capelli castani e lo sguardo triste.
"Si agente, ma adesso i miei genitori non sono qui. È successo qualcosa?"
Tutti mi stavano guardando come se potessi esplodere da un momento all'altro, avevo la nausea e mi girava la testa, quasi come se il mio corpo avesse già capito il perché di quelle persone davanti a casa mia.
"C'è stato un incidente in vis *** " prese parola quello che sembrava il più anziano dei tre.
"Un ubriaco stava guidando ed è andato contro due macchine una si è completamente ribaltata".
La ragazza non era stupida, sapeva esattamente quello che l'agente stava per dirle, ma non voleva crederci, non poteva sopportarlo. Sentiva ancora una piccola scintilla speranza che però si spense subito alle successive parole della donna.
"Dai documenti che siamo riusciti a recuperare è risultato che i conducenti fossero il signore e la signora *** e immaginiamo che i ragazzini nei sedili posteriori fossero i loro figli" in quell'esatto momento sentì lo stomaco ripiegarsi, la testa incominciò a girarle e la vista le si appanno. "Lei sembra essere la parente più vicina logisticamente e sarebbe necessario che venisse a identificare i-" la donna non riusciva a parlare davanti all'espressione distrutta della ragazza, avrebbe voluto dirle che era tutto a posto che sicuramente quei cadaveri irriconoscibili trovati sotto il catorcio distrutto di una macchina non erano la sua famiglia, ma sapeva che le possibilità che non fossero davvero loro erano praticamente nulle, "i corpi" intervenne il suo collega a completare la frase.La scena che i tre poliziotti si trovavano davanti era straziante. La ragazza era immobile con il viso contratto in una smorfia di dolore e le lacrime che le bagnavano le guance. Non c'è peggior sofferenza di quella silenziosa e i tre agenti se ne resero conto in quel momento, guardando quella giovane che aveva perso tutti ed era rimasta sola a causa di uno sconosciuto, un uomo che le aveva portato via tutto.