[SECONDA PARTE]
Piccoli e violenti raggi di luce filtrarono dalle tende e finirono direttamente sui suoi occhi. Mugugnò irritato e si girò vanamente, tentando di riprendere a dormire. Fu inutile poiché ormai era stato svegliato da quei raggi e si diede dello stupido per aver dormito dal lato della finestra. Si sedette sul letto, strofinò gli occhi sbadigliando e li aprì. Fissò la stanza e... no, non si trovava a casa sua e quello non era decisamente il suo letto. Fissò le lenzuola di seta blu e l'arredamento in stile vittoriano. Era lussuosa, superba quasi e di ottimo gusto. Era la stanza di Louis quella e lui aveva dormito lì.
Si fissò intorno e vide le spesse tende blu e beige con ornamenti alla finestra, candele bianche profumate alla vaniglia sparse un po' ovunque ed un tavolino elegantissimo da caffè davanti il letto con due divani bianchi al lato con sopra cuscini bianchi, blu e beige. Tutto gridava lusso e sembrava la tipica stanza che una persona sogna di avere nella propria casa. Louis Tomlinson non si faceva mancare nulla.
Notò che fosse nudo e arrossì. Lui e il pianista, rientrati a casa, avevano fatto l'amore e poi avevano dormito insieme in quell'enorme letto. Le lenzuola blu era intricate dell'odore di menta e tabacco di Louis e lui le annusò, inebriandosi del buon odore. Chiuse gli occhi quando sentì una sinfonia risuonare per il corridoio fino a giungere alla stanza. Era ovattata e si sentiva appena, segno che fosse distante. Al piano di sotto forse.
Harry aprì di scatto gli occhi e decise di trovare la fonte di tale sinfonia. Era quasi certo che non si trattasse di una sinfonia di qualche pianista famoso ed il solo pensiero che Louis avesse creato un simile capolavoro gli fece tremare il cuore.
Avvolse il corpo tra le morbide lenzuola di seta e aprì la porta. Il corridoio, anch'esso in stile vittoriano, era tappezzato di quadri famosi e dipinti di famiglia. Uno in particolare lo colpì: c'era Louis con una signora abbastanza giovane al suo fianco. Il pianista indossava uno smoking ed aveva un sorriso grande e luminoso che Harry non gli aveva mai visto. La donna sorrideva ed il vestito lungo e nero con la scollatura vertiginosa sul petto le stava d'incanto. Era sua madre?
La musica lo risvegliò da quei pensieri e scese al piano inferiore dell'attico. Entrò nel salotto enorme e lo vide. Louis suonava il piano ad occhi chiusi. Le dita erano leggere e velocissime sul piano mentre chiudeva e strizzava gli occhi concentrato, battendo i piedi sui pedali. Era una pura visione ed il cuore gli fece male per la tanta bellezza.
Louis finì di suonare e aprì gli occhi, trovando lo spettacolo bellissimo che era Harry avvolto in quelle lenzuola blu di seta. Coprì la tastiera con il ludico coperchio nero, la scritta 'Tomlinson' in oro incisa su di esso.
«È bellissima» mormorò sincero il giornalista.
«Tu lo sei.»
Harry sorrise e si avvicinò al piano. Si poggiò con il sedere alla tastiera e lo guardò con le braccia incrociate al petto. Louis era senza maglietta e indossava un paio di pantaloni del pigiama a scacchi neri, blu e verdi. I capelli erano disordinati e sparavano in ogni direzione. La pelle leggermente scura era lucida. Era meraviglioso.
«Cosa stavi suonando?» chiese curioso.
«Una mia nuova canzone. Mi mancano alcuni pezzi ed il finale, ma ce ne sono altri che non mi convincono.»
«È fantastica» si complimentò ancora.
«Vieni qui» disse Louis, battendo le sue mani sulle cosce.
Harry eseguì l'ordine e si sedette sulle sue cosce. Il pianista strusciò il suo naso sul collo niveo del più piccolo amorevolmente e gli diede un leggero morso.
«Mh, hai un profumo buonissimo.»
«Già. Sudore, sesso ed il tuo profumo.»
Louis rise ed Harry lo seguì.
«Sei talmente bello avvolto in queste lenzuola.»
Harry arrossì e Louis lo posò sul pianoforte.
«Hai mai fatto l'amore su un pianoforte?»
«Mai.»
«A tutto c'è una prima volta, no?» chiese Louis malizioso.
Harry annuì e Louis sciolse l'intreccio di lenzuola blu seta che avvolgevano l'amante. Il ragazzo si ritrovò completamente nudo con l'altro che lo giostrava a suo piacimento. L'amante si tolse lentamente i pantaloni larghi del pigiama mentre lui lo fissava quasi incantato. La tensione sessuale era palpabile tanto quanto la dolcezza in ogni singolo gesto, in ogni singolo momento.
Harry poté notare che Louis era completamente nudo sotto i pantaloni.
«Non aspettavo altro che assaggiare di nuovo il tuo bel corpo dopo essermene saziato per tutta la notte» disse dando voce ai suoi pensieri.
Harry arrossì e Louis lo girò delicatamente. Il contatto della pelle nuda del petto contro la superficie liscia e fredda del piano lo fece fibrillare.
Il petto minuto del pianista entrò in contatto con la schiena muscolosa del giornalista. Un profumo pungente di rosa avvolse le sue narici e baciò la nuca di Harry.
«Scopami» ansimò.
«Ti farei male, Haz. Devo prepararti.»
Harry girò la testa verso Louis e i ricci scuri rimbalzarono leggermente.
«Io voglio che tu mi faccia male. Voglio il dolore ed il piacere.»
Louis si sentì morire e decise di accontentarlo. Lui voleva entrare dentro di lui il prima possibile e quelle parole ansimate lo rendevano ancora più voglioso di quel corpo così sinuoso. Annuì semplicemente e decise di lubrificare superficialmente la sua erezione prima di entrare dentro Harry. Le sue pareti strette e calde lo avvolsero completamente e gli parve di essere in Paradiso.
«Muoviti, ti prego.»
Lo accontentò, iniziando a dare spinte lenti e precise. Prese un ritmo sempre più calzante e frettoloso quando Harry iniziò a gemere oscenamente nel suo orecchio, incitandolo a dargli di più.
«Ah sì, fottimi più forte» gemette turpemente Harry.
Il pianista grugnì e, facendosi forza con i talloni, prese a spingere velocemente e rudemente fino a quando sfiorò la prostata dell'amante.
«Sì, lì ah! Di nuovo, Lou!» lo incitò Harry.
«Sei osceno» disse Louis ansante, spingendo sempre di più e leccandolo lungo la spina dorsale.
Goccioline di sudore ed un profumo dolciastro misto ai gemiti rochi di Harry insieme a quelli acuti di Louis.
Vennero all'unisono ed Harry sporcò perfino il prezioso piano di Louis. Stettero in silenzio per parecchi minuti con Louis steso su di Harry, che a sua volta era steso per metà sul pianoforte. Formavano una massa unica di corpi. I capelli di Harry erano nella bocca di Louis, ma al maggiore non importò e lo strinse più forte tra le sue braccia.
«Mi piacciono questi momenti di coccole post sesso» confessò Harry, lasciandogli un bacio all'altezza del cuore.
«Anche a me, Harry. Anche a me.»
Accarezzò i suoi capelli e gli lasciò un dolce e prolungato bacio sulla fronte.
Harry si scostò dal piano e Louis aggrottò la fronte, spostandosi da lui.
«Dove vai?»
«Devo vestirmi e andarmene. Devo passare in redazione.»
«Ma non era il tuo giorno libero? È anche domenica!»
«Sì, ma devo avvisare Molly di spostare un appuntamento e parlare con Dean per organizzare degli articoli.»
«Perché ho l'impressione che non sia tutto quello che devi fare oggi?»
Harry si morse il labbro inferiore colpevole.
«Devo vedermi con Nick.»
«Nick, certo» rise amaramente Louis.
«Louis, io-»
«Allora vai dal tuo Nick, Harry.»
Harry scosse la testa alle parole di Louis mentre lo vedeva rimettersi il pantaloni e pulire il disastro che aveva creato Harry sul pianoforte.
«Al diavolo Nick, Dean e tutto il resto, io voglio te!» esclamò determinato.
Louis parve ignorarlo ed Harry decise di agire di sorpresa. Lo abbracciò da dietro e lo baciò sulla nuca. All'inizio il suo corpo era rigido ma poi si ammorbidì sotto quel tocco stregato.
«Riesci sempre a fregarmi, Styles» disse Louis, guardandolo negli occhi e baciandolo castamente sulle labbra. Harry sorrise e si staccò.
«Mi canti qualcosa?»
«Cosa?» chiese sorpreso Louis.
«Sì, sono sicuro che tu sia bravissimo a cantare. Ti prego» lo supplicò.
Louis cedette e si sedette nuovamente vicino al piano.
«Okay allora. Solo il ritornello però» lo avvisò.
Louis iniziò a suonare e ad Harry brillarono gli occhi. Era 'Somebody Else' dei the 1975, una delle sue band preferite.
«I don't want your body, but I hate to think about you with somebody else. Our love has gone cold, you're intertwining your soul with somebody else. I'm looking through you while you're looking through your phone and then leaving with somebody else. No, I don't want your body but I'm picturing your body with somebody else.»
Harry lo fissò senza parole quando Louis gli dedicò quelle parole.
«Odio pensarti con qualcun altro, Harry.»
Passarono tutto il giorno a cantare, a ridere e a fare l'amore in ogni angolo di quella casa lussuosa.
[...]
Harry scese velocemente dal taxi dopo aver pagato un annoiato tassista e imprecò quando gocce di pioggia lo bagnarono tutto. Si maledì per aver dimenticato l'ombrello per l'ennesima volta e per aver fatto tardi -tecnicamente era colpa di Louis e del suo corpo se aveva fatto tardi- e si affrettò ad entrare nel palazzo del giornale. Appena entrò un paio di occhi curiosi si posarono su di lui mentre si ravvivava i capelli fradici.
«Signor Styles!»
Molly andò preoccupata verso di lui, ma Harry le fece capire di non preoccuparsi.
«Sto bene, Molly. Stai tranquilla.»
La bassa ragazza annuì e se ne andò. Harry poté notare che fosse diversa: più curata.
«Molly, stai davvero bene oggi» si complimentò Harry stuzzicando la sua timidezza.
La ragazza arrossì da capo a piedi e lui ridacchiò. No, era sempre la solita Molly.
L'assistente si risvegliò dallo stato di trance e lo ringraziò cordialmente prima di raggiungere la sua postazione.
Harry entrò nel suo ufficio e trovò un mazzo di rose rosse. Storse il naso. Amava le rose, ma non le banalissime rose rosse.
'Buongiorno mio dolce Harold. Ti andrebbe di venire a cena con me stasera? Fammi sapere. Abbracci, Nick'
Il bigliettino era banale quanto i fiori, ma dovette accettare comunque.
Si era completamente dimenticato di Nick dopo il week-end passato con Louis. Si sentiva viscido per aver tradito Nick, ma non si pentiva di averlo fatto. Era davvero preso da Louis quanto non l'era mai stato con il radiofonico. Non poteva cambiare i suoi sentimenti e non poteva nemmeno controllarli.
«Molly» urlò.
La ragazza comparve impacciata e per poco Harry non rise. La gonna stava per strapparsi per quanto tesa e rigida fosse.
«Mi dica, signor Styles.»
«Conferma l'appuntamento con Nick e chiama il signor Payne.»
L'assistente annuì ed uscì dalla porta. Harry si massaggiò la testa dolorante e decise di cercare il pianista. Gli mancava e stamattina erano riusciti solo a scambiarsi un bacio bagnato prima che Harry se ne andasse.
Harry: Mi manchi.
Posò il telefono sul tavolo ed aspettò Liam mentre preparò il caffè. Il trillo di un nuovo messaggio lo riscosse e si affrettò a leggerlo. Era di Louis.
Louis: Anche tu mi manchi. Che ne dici se ci vediamo un film insieme stasera?
Harry strinse gli occhi, colpevole. Sapeva che Louis si sarebbe incazzato se gli avesse detto che quella stessa sera lui avrebbe cenato con Nick, ma non voleva mentirgli.
Harry: Non posso, devo cenare con Nick.
Louis: Nick?!
Harry: Lou, l'ho tradito ripetutamente con te. Devo perlomeno lasciarlo in un modo decente, se lo merita.
Louis: Hai ragione, ma mi dà comunque fastidio. Ti aspetterò a casa mia mentre lavoro su quella canzone, mh?
Harry: Potrei far tardi...
Louis: Non importa, ti aspetto lo stesso. Ora devo andare, ho una lezione tra pochi minuti e tu devi lavorare, Styles!
Harry scrisse un 'ti amo' ma lo cancellò velocemente. Non era per messaggi che voleva dirglielo, perché sì, lo amava. Amava quel fottutissimo pianista complicato e immaturo a volte, nonostante lo conoscesse da soli tre mesi, ma era successo e non poteva farci niente.
Lo amava, cazzo, e nemmeno lui sapeva il momento preciso in cui aveva iniziato a farlo.
Sbuffò e sentì la porta venire aperta. Era Liam.
«Amico, tutto okay? Sei pallido» disse preoccupato Liam.
«Sto bene. No okay, non sto bene, ma va bene così.»
«Che hai?»
Harry lo guardò indeciso se dirgli la verità o no.
«Ho tradito Nick con Louis di nuovo.»
Liam lo fissò senza parole e con la bocca spalancata dallo stupore.
«Oh okay, Harry. Quando è successo?»
«Sul set fotografico per l'articolo e...» deglutì.
«E?» lo incoraggiò.
«E ho passato l'intero weekend a casa sua.»
«Oh mio dio, Haz. È un tradimento bello e buono!»
«Lo so, cazzo se lo so, ma non ho saputo resistere a quel fottuto pianista da quando l'ho conosciuto tre mesi fa!»
«Cosa hai intenzione di fare?»
«Ho intenzione di lasciare Nick stasera.»
«Ne sei davvero sicuro, Haz?»
Harry sospirò. Sapeva che Liam gli stava facendo capire che una volta lasciato Nick, non poteva tornare indietro. Nick era stato comunque importante poiché gli era stato amico fin dall'adolescenza e c'era sempre stato per lui. Sapeva che avrebbe potuto perderlo.
«Sì.»
«Louis ti rende... felice?»
Liam non aveva mai visto di buon occhio Louis. La situazione era peggiorata quando aveva fatto qualche ricerca su di lui e aveva scoperto ciò che faceva con gli altri. Non voleva che il suo migliore amico soffrisse ed Harry apprezzava ciò, ma non poteva controllare i suoi sentimenti.
«Sì. So che agli occhi degli altri appare scorbutico, menefreghista e saccente, ma con me è diverso. Con me è il vero Louis.»
Liam annuì e non disse nulla, sebbene leggermente contrariato, ed Harry gliene fu grato. Presero a parlare di Zayn e di lavoro, ed il pomeriggio volò nonostante l'ansia di vedere Nick logorasse vivo Harry.
[...]
Nick l'aveva portato al Per Se, uno dei migliori ristoranti di New York City in fatto di cucina francese e americana. Sapeva che il giornalista amava quel posto e lui lo aveva portato lì di proposito. Quando Harry aveva visto il locale, i sensi di colpa verso Nick ripresero a mangiarlo ancora più insistentemente.
«Grazie per avermi portato qui, Nick.»
Il radiofonico sorrise e scosse leggermente la testa. Gli occhi verdi brillavano sotto la luce dei lampadari, un po' lucidi per il vino. I capelli mossi era spettinati come sempre mentre indossava un abito fin troppo kitsch per i gusti di Harry, ma non disse niente. Lo guardò con malinconia e pentimento.
«Allora, come vanno le cose alla BBC?»
«Benissimo, Haz. La gente adora le mie playlist ed è tutto merito tuo. Tu mi fai ascoltare canzoni di band che tutti amano.»
Harry arrossì e ridacchiò.
«Oh, non adularmi! È merito tuo se sei così amato, Grimshaw. Sei un simpatico e bravissimo radiofonico» disse sincero.
Adorava la personalità esuberante e simpatica di Nick e lo stimava così tanto. Gli sarebbe mancato davvero tanto.
«E tu? Come va in redazione?» gli chiese sorridendo.
«Bene, ma non sono qui per parlare di lavoro. Devo parlarti» rispose teso.
L'espressione di Nick cambiò quando vide il cipiglio serio dell'altro e il suo sorriso l'abbandonò.
«Cosa devi dirmi?»
«Mi dispiace davvero tanto, Nick. So che dopo non mi crederai, ma io ci tengo davvero tanto a te» disse acutamente.
Gli occhi diventarono lucidi e tirò su il naso per trattenere le lacrime.
«Haz, cosa è successo? Stai bene?» chiese preoccupato.
Ci fu un attimo di silenzio, dove il respiro di entrambi divenne pesante e poi «ti ho tradito» sussurrato da Harry.
Nick sgranò gli occhi e aprì la bocca incapace di dire qualsiasi cosa. Deglutì rumorosamente e lo guardò con disprezzo. Harry si sentì morire.
«Cosa?»
«Ti ho tradito, Nick. Mi dispiace così tanto» disse mentre alcune lacrime scesero lungo le sue guance.
Nick si prese la testa tra le mani e respirò affannosamente, trattenendo le lacrime.
«Con chi?» chiese solamente.
Harry stette in silenzio e Nick si arrabbiò. Gli occhi ardevano dalla rabbia e dalla delusione mentre cercava di non urlare contro il giornalista.
«Con chi cazzo mi hai tradito? Dimmelo!» alzò la voce
Alcune persone si girarono a guardarli, ma Nick fece un finto sorriso come per scusarsi e guardò l'altro.
«Me lo devi dire, porca troia.»
«Louis» confessò Harry mentre pianse.
Quelle parole sembrarono come benzina sul fuoco e Nick si arrabbiò ancora di più. Harry giurò di non averlo mai visto così arrabbiato.
«Tu mi hai tradito con Tomlinson?! Porca troia, che schifo che mi fai! Sei solo una lurida puttana, Harry.»
Quelle parole ferirono il giornalista come non mai, ma non disse nulla. Se lo meritava in fondo. L'aveva tradito per tre mesi con la sua nemesi numero uno. Non costantemente, certo, ma l'aveva fatto comunque quindi Nick aveva tutte le ragione per insultarlo, anche se quelle parole gli facevano male.
«Mi dispiace, Nick. Mi dispiace ta-»
«Sta' zitto, Harry. Mi fai soltanto schifo.»
Harry si alzò piangendo e mise il giubbotto. Nick lo fissò con le lacrime agli occhi ed uno sguardo sprezzante nei suoi confronti. Era il loro addio dopo dodici anni di amicizia, Harry lo sapeva.
«Sii felice, Nick» gli augurò e se ne andò. L'ultima immagine che vide prima di uscire fu Nick piangere disperatamente con le persone che lo guardavano con pietà e si sentì un mostro.
[...]
Il taxi lo fermò davanti l'attico di Louis ed Harry pagò la corsa al tassista con le mani tremanti. Il suo corpo era scosso da singhiozzi e non aveva smesso un solo attimo di piangere. Aveva scritto un messaggio a Liam e a Kendall per avvisarli che aveva confessato tutto a Nick. Gli risposero che aveva fatto la cosa giusta, ma Harry non si sentì comunque meglio.
Il corpo singhiozzante fu scosso dal vento freddo che tirava quella sera poiché il giubbotto era aperto, ma lui non se ne curò.
Suonò alla porta di Louis ed aspettò che gli aprisse.
La porta si spalancò e lui si fiondò sul corpo di Louis, baciandolo fino a perdere il fiato. Il viso bagnato di Harry bagnò anche quello del pianista, ma a quest'ultimo non importò.
«Oh mio dio, cosa ti è successo?» chiese Louis preoccupato una volta che si fu staccato.
«L'ho lasciato, Lou. Ho lasciato Nick.»
Quelle parole lo fecero quasi sorridere, ma presto il senso di vittoria passò in secondo piano vedendo Harry in lacrime.
«Perché stai piangendo allora?»
Louis temette un po' a chiedere quella domanda, non voleva conoscere la risposta.
«Perché mi sento sporco. Cazzo, io l'ho tradito!» urlò, tirandosi i capelli.
«Hey hey, calma piccolo. Vieni con me» disse, porgendogli la mano.
Harry l'accettò e insieme andarono nella stanza di Louis. Quest'ultimo gli tolse il cappotto e gli diede dei vestiti puliti.
«Facciamo un bagno, ti va? La tua maglietta è tutta bagnata.»
Harry annuì ancora e permise a Louis di spogliarlo delicatamente quasi fosse un bambino.
L'acqua era colorata di rosa e le candele avvolgevano la stanza con un dolce sapore. Alcuni petali di rosa galleggiavano nell'acqua e Louis si immerse per primo, aprendo le gambe per far spazio ad Harry. A differenza delle altre volte, non c'era tensione sessuale ed i gesti erano pieni d'amore e dolcezza.
Il giornalista posò la schiena sul petto di Louis e la testa sulle sue spalle. Il pianista gli spostò i capelli dalla fronte con una mano e gli lasciò dolci e delicati baci tra i capelli.
«Sei bellissimo. Vuoi dirmi cos'è successo?»
«Gli ho confessato che l'ho tradito con te. Non l'ha presa bene ovviamente, ha iniziato ad insultarmi ed okay, me lo merito, ma ci sono rimasto comunque male.»
«Che ti ha detto?» chiese severo Louis.
«Louis...»
«Dimmelo» gli ordinò rudemente.
«Mi ha chiamato puttana» confessò con le lacrime agli occhi.
Il petto di Louis si abbassò e alzò velocemente mentre strinse le mani al bordo della vasca fino a far diventare bianche le nocche.
«Come ha osato?! Lo uccido con le mie stesse mani, cazzo!» ruggì.
Harry si girò a guardarlo e scosse la testa.
«Non farai niente, Louis. Ormai Nick fa parte del passato. Ora ci siamo solo noi, okay?»
Louis annuì e si baciarono. Harry salì sulle sue gambe mentre il baciò diventò sconcio. La tensione sessuale salì in un attimo alle stelle e Louis prese a baciare sempre più bramosamente Harry.
«Harry, ti voglio» ansimò.
Il giornalista annuì mentre gettò il capo indietro, esponendolo a Louis e strusciando il suo sedere contro l'erezione dell'altro.
Louis prese a morderlo ovunque, lasciando segni e succhiotti per tutto il collo e le clavicole. Infilò di sorpresa due dita nell'orifizio dell'altro e quest'ultimo prese a gemere rumorosamente un po' per goduria ed un po' per dolore.
«Ah, L-Lou.»
Il pianista continuò a prepararlo per un po' e dopo averlo fatto sommariamente, entrò dentro di lui.
Harry gemette, iniziando ad abbassare ed alzare i fianchi. Louis andò incontro alle sue spinte e dopo poco tempo raggiunsero entrambi un orgasmo appagante, sporcando l'acqua immacolata.
«Usciamo» annaspò Louis.
Il giornalista si limitò ad annuire sfinito e l'altro lo prese tra le braccia, portandolo in camera.
«Quanto sei pigro, Styles!» esclamò mentre lo vestì.
Harry ridacchiò ed annuì ancora. Gli occhi non erano più rossi e gonfi come prima e non tremava più.
Louis lo riprese tra le sue braccia e scesero al piano di sotto.
«Hai mangiato?» chiese.
«Me ne sono andato prima che il cameriere venisse. Siamo andati tardi al ristorante perché Nick ha avuto un imprevisto» spiegò brevemente.
«Allora cucino qualcosa. Vuoi?»
Harry annuì e Louis sparì in cucina.
Il riccio si aggirò per il soggiorno e vide di nuovo una foto di Louis e quella donna insieme. Il pianista era molto piccolo e mostrava quattro dita mentre la donna lo teneva tra le sue braccia e sorrideva. La prese tra le mani.
Louis aveva quel sorriso da bambino, ma gli occhi blu erano sempre gli stessi.
«Cosa stai facendo?» tuonò duramente Louis.
Harry sussultò e per poco non gli cadde la foto a terra. La poggiò sul mobiletto e andò verso l'altro.
«Chi è quella donna, Lou?» chiese curioso.
«Non sono affari tuoi, Harry» ribatté furioso.
Gli occhi del giornalista si riempirono di lacrime e si morse dispiaciuto il labbro inferiore mentre chinava il capo.
«Harry, io-»
«Non fa niente. Andiamo a mangiare» lo interruppe.
Louis sospirò rumorosamente e insieme si avviarono verso la cucina. Era interamente bianca e, a differenza dell'intera casa, l'arredamento era del tutto moderno.
Harry prese posto vicino all'isola e iniziò a mangiare gli involtini primavera in assoluto silenzio. Non voleva turbare Louis, tanto meno litigare con lui dopo tutto quello che era successo. Il professore si sedette di fronte a lui e prese a mangiare anche lui.
«Era mia madre» sbottò amaramente Louis all'improvviso.
Harry scosse la testa come se si fosse risvegliato ora da un sogno.
«Come?»
«Quella donna nella foto con me era mia madre.»
«Oh.»
«È morta qualche anno fa di leucemia» spiegò ancora. Sapeva che Harry non gli avesse chiesto nessun dettaglio e avesse intuito da sé, ma preferì dirglielo lo stesso. Si fidava così tanto di quel giornalista eccentrico e goffo, ma assurdamente bello.
«Mi dispiace tanto, Lou» mormorò sincero.
«Non sono stato più lo stesso da quel momento. Mi sono chiuso in me stesso e ho impedito a chiunque di avvicinarsi veramente a me. L'unica persona che conosce il vero me è Zayn... be', Zayn e te.»
Quelle parole scombussolarono Harry, che prese a respirare affannosamente e a sentire il cuore battere troppo velocemente.
«Io-»
«Non so come hai fatto Styles, ma non posso fare a meno di te ora.»
«Anch'io Lou, anch'io.»
Quel 'ti amo' era proprio sulla punta della lingua, pronto per essere detto, ma Harry se la morse e non disse nulla.
«Non hai più nessuno?» chiese lentamente Harry per paura di far infuriare Louis.
«Ho cinque sorelle ed un fratello, tutti più piccoli di me. In ordine Charlotte, Felicité, Phoebe, Daisy ed i più piccolini Ernest e Doris. Vivono tutti con il mio patrigno, Daniel. Ho anche una sorellastra, Georgia, ma non so nulla di lei se non che suo padre la ama da morire» disse sprezzante.
Harry vide il dolore di Louis nel pronunciare le ultime parole e si sentì impotente, inutile.
«Tuo padre ti ama, ne sono sicuro.»
«Ti sbagli, Harry. Se mi avesse amato, non mi avrebbe abbandonato.»
Harry sgranò gli occhi sorpreso e non disse nulla. Scese dalla sedia e fece il giro dell'isola, abbracciando Louis. Quest'ultimo ricambiò l'abbraccio come se ne dipendesse la sua stessa vita.
«E la tua famiglia?» chiese il pianista.
«Oh, io sono il fratello minore. Ho una sorella, Gemma, più grande di me, ed un fratellastro, Mike. I miei divorziarono quando ero molto piccolo e mia madre si risposò con Robin. Li amo entrambi, mi hanno sempre supportato.»
Louis annuì e lo baciò sulla fronte dolcemente.
«Cosa ho fatto per meritarti nella mia vita, Harry Styles?»
«Sei sicuro che non sia il contrario, Louis Tomlinson?» chiese sorridendo Harry.
«Ha-» iniziò Louis avvicinandosi ad Harry, ma suonarono alla porta.
Chissà cosa stava per dire Louis, si chiese frustato Harry e maledì chiunque avesse suonato.
Un profumo maschile invase la stanza ed entrò la figura longilinea di Zayn. Era impeccabile nel chiodo di pelle, i jeans strappati e gli anfibi pesanti.
«Harry!» esclamò sorpreso.
«Zayn, ciao!»
«Che fai tu qui?»
Harry stava per rispondere, ma Zayn lo interruppe.
«Oh, ma certo! Sei qui per quest'idiota» disse ridendo.
«Ehi, ti sei piombato a casa di quest'idiota. Che volevi comunque?» chiese con finta aria scocciata ed Harry sorrise nel vederlo così spensierato. Era pazzo per quell'uomo.
«Sono venuto a darti un invito per la festa super esclusiva di Kim Kardashian nella sua 'modesta' casetta!»
«Cazzo, la festa di Kim! Me ne ero completamente dimenticato!» urlò Harry e Louis gli accarezzò la schiena dolcemente.
«Tranquillo piccolo, possiamo andare insieme se vuoi.»
Harry annuì contento e Zayn roteò gli occhi scherzosamente.
«Ora mi viene il diabete, piccioncini!»
«Da che pulpito viene la predica» lo accusò Louis imbronciato.
Zayn ridacchiò e li salutò con un alquanto pittoresco «ciao e se scopate, disinfettate il luogo poi» prima di andarsene.
Harry si sedette sul divano e sbuffò.
«Odio andare alle feste di Kim! Sono sempre caotiche e... sconce! Suo marito guarda tutti dall'alto e lei pensa che io e Kendall siamo scopa amici. Io, Lou, che sono gay fino al midollo!»
Louis ridacchiò e gli diede un buffetto sulla guancia.
«Sai, sembri proprio un bambino di cinque anni che fa i capricci» disse. «Un tenero e riccioluto bambino» continuò.
«Allora tu sarai il mio daddy» affermò malizioso Harry.
«Non mi provocare o ti punisco!»
Harry rise e Louis si sedette sul divano con lui accanto. Passarono tutta la sera a vedere Pretty Woman e il pianista lo paragonò a Vivian.
Quando Louis citò Edward, dicendo: «E che succede dopo che lui ha scalato la torre e salvato lei?», Harry, da perfetto Vivian, rispose: «Che lei salva lui!»
Louis lo guardò con uno sguardo che non lui seppe decifrare, ma il suo cuore pulsò pericolosamente per amore. Si addormentarono con le gambe intrecciate, i respiri che si fondevano ed Edward che baciava Vivian dopo essersi inerpicato per le scale anti incendio.
[...]
La villa Kardashian-West era strapiena di persone famose e non. Kim, l'organizzatrice, indossava un vestito d'oro completamente ricoperto da strass che metteva in risalto le curve generose -Harry dubitava fermamente che fossero vere- mentre le sue sorelle Khloé e Kourtney facevano pendant con lei.
Suo marito beveva scotch pregiato con i suoi amici. Kendall ballava sensualmente con Alfredo mentre rideva per qualcosa detta dal fotografo ed Harry fu felice di vederla così felice.
«Sono contento per Kendy!» urlò contento Harry.
«Ne sono felice» urlò di rimando Louis per farsi sentire. «Vado a prendere qualcosa da bere, vuoi qualcosa anche tu?»
«Vodka!»
Il pianista annuì ed Harry si ritrovò seduto da solo su quel divano a due. Improvvisamente si avvicinò a lui un ragazzo bellissimo dagli occhi neri e i capelli biondi. Per un attimo lo aveva scambiato per Zayn, poiché il ragazzo si era fatto biondo nonostante le proteste del fidanzato.
Si sedette e lo fissò curioso. Harry si sentì profondamente a disagio e qualcosa dentro di lui lo spinse a non fidarsi di quel ragazzo. Era tutta una scena da "la quiete prima della tempesta".
Il ragazzo era vestito con un completo che Harry riconobbe come Valentino. Il fisico era minuto ed asciutto, e i vestiti lo fasciavano alla perfezione. Era alto quasi quanto lui, aveva un sorriso malizioso tinto sulle labbra mentre uno sguardo saccente e trionfante lo accompagnava. Harry suppose fosse un modello.
«Ciao, sono Brandon! Tu sei Harry Styles, uno dei direttori del the New York Times, vero?» chiese.
«Emh sì, sono io. Tu chi saresti?»
«Sono un modello e l'ex di Louis.»
Ad Harry cadde il mondo addosso. Fu il momento più umiliante della sua vita.
«Cosa?» chiese.
«Non voglio infastidirti o altro, semplicemente voglio avvisarti. Non credergli quando ti dice qualcosa di romantico o qualche gesto che sembra da innamorato perché lo fa solo per il sesso. Louis vuole solo sesso e se qualcuno si innamora di lui, lo lascia» disse fermamente.
Le ultime parole di Brandon lo fecero pensare molto ed una sensazione pungente lo invase.
«Tu.»
«Io cosa?» chiese confuso Brandon.
«Tu eri innamorato di lui, vero? E forse mi stai dicendo questo perché lo sei ancora» disse diffidente.
«Ho un fidanzato e lo amo follemente e poi perché dovrei volere uno come Louis che mi vuole solo per il sesso? Comunque sì, ero innamorato di lui qualche anno fa e l'ho pagata a caro prezzo» disse amaramente.
«I-Io-»
«Ti ho solo avvisato. Buona serata, Harry.»
Il modello se ne andò ed Harry iniziò a respirare affannosamente. Louis stava ancora facendo la fila per i cocktail e lui decise di contattare l'unica persona che sarebbe stata sincera su Louis: Zayn.
Lo chiamò velocemente, uscendo fuori.
"Pronto?"
"Zayn, sono Harry. Potresti uscire un attimo fuori? Ho bisogno di parlarti."
"Certo Harry, ma va tutto bene?" chiese preoccupato.
"Sì, tranquillo."
"Sto arrivando. Dove sei di preciso?"
"Vicino la piscina."
Zayn lo salutò e chiuse la chiamata. Pregò con tutte sé stesso che le parole di Brandon fossero parole dettate dal rancore che nutriva per il pianista. La figura slanciata di Zayn avanzò verso di lui mentre un cipiglio preoccupato era dipinto sul suo viso. Era da solo.
«Zayn, grazie per essere venuto.»
«Sta' tranquillo. È successo qualcosa?»
«Si tratta di Louis.»
«Louis? Cosa è successo a Louis?» chiese tra l'alterato e il preoccupato. Si vedeva che voleva un gran bene al pianista ed Harry ne fu quasi geloso.
«Devi dirmi una cosa Zayn e ti pregherei di essere sincero. Cosa è successo tra lui e Brandon?»
Zayn sgranò gli occhi sorpreso. Possibile che Louis avesse parlato ad Harry di Brandon?
«C-Come conosci Brandon?»
«L'ho conosciuto stasera. Si è avvicinato a me e mi ha detto un paio di cose. Zayn, devi dirmi cosa è successo tra loro.»
«Devo essere sincero?»
Harry sospirò e «Sì» rispose.
Zayn deglutì e iniziò a parlare.
«Brandon e Louis si frequentavo da circa quattro, cinque mesi ed il modello si era innamorato di lui. Louis lo vedeva come l'ennesimo amante nel suo letto, pronto per essere sempre scopato.»
Harry si morse il labbro e annuì, invogliando Zayn a continuare.
«Quando Brandon gli confessò di essere innamorato di lui mesi dopo, Louis lo lasciò, dicendo che lui non voleva assolutamente nessun fidanzato nella sua vita. Lui si è sempre comportato così: stava con qualcuno per un po' di tempo, lo presentava alle serate e tutto, ma dopo un po' lo scaricava.»
«Io sono uno di loro?» chiese Harry con gli occhi lucidi.
«Non lo so» disse fuggitivo Zayn.
«Zayn...»
«Sì, mi dispiace.»
Alcune lacrime scesero sul viso di Harry e la testa cominciò a vorticare.
«Allora perché ha fatto il geloso con Nick?! Mi ha costretto anche a lasciarlo, cazzo!»
«Voleva l'esclusività.»
«L'esclusività? Che cazzo, Zayn?! Io ho rovinato un rapporto che esisteva fin dalla mia adolescenza per lui!»
Zayn annuì, capendo ciò che Harry intendeva dire. Stettero in silenzio per un po' di tempo con Harry che piangeva e Zayn dispiaciuto per lui.
«Ecco perché a Liam non è mai piaciuto Louis. Aveva ragione, cazzo!» esclamò. «Perché mi hai raccontato tutto?»
«Perché tu sei diverso. Anche per gli altri è stata sempre una questione di sesso, eccezione per Brandon e per te. Ti sei innamorato di lui, vero?» chiese amaramente Zayn.
«Sì» rispose dolorosamente.
Zayn scosse la testa e l'abbracciò. Liam uscì a cercare il suo ragazzo ed appena vide Harry piangere, si precipitò da lui.
«Che cosa è successo?» chiese preoccupato Liam.
«Ha scoperto di Brandon e gli ho raccontato tutto» rispose solamente Zayn.
Liam annuì e fissò Harry tra le sue braccia. Il viso era contratto dal dolore mentre piangeva ininterrottamente.
«Oh Harry, perché non mi hai ascoltato?»
«Mi dispiace Liam, ma io sono innamorato di lui» singhiozzò Harry.
«So che stai soffrendo Harry, ma adesso devi sopportare. Ci sono parecchie persone famose qui e scoppierebbe subito qualche scandalo. Asciugati le lacrime e andiamo. Staremo con te, mh?» chiese Liam.
Zayn annuì, essendo d'accordo con il suo ragazzo e tutti e tre insieme entrarono di nuovo nella villa.
Louis si aggirava per il salotto, cercando Harry e per poco Liam non andò a picchiarlo. I tre andarono da lui e il pianista sorrise ad Harry, che non ricambiò il sorriso.
«Ecco dov'eri! Ti ho cercato dappertutto, ma... stai bene Harry?» chiese preoccupato.
Harry annuì mentre Liam digrignò i denti.
«Vieni, andiamo a sederci» disse Louis, prendendo la mano di Harry.
Quel gesto fece quasi piangere di nuovo il giornalista.
«Ecco la tua vodka!»
«Grazie» disse freddamente Harry.
Louis gli sorrise e bevve il suo cocktail lentamente.
Liam lo fissava corroso dalla rabbia e Zayn decise di trascinarlo in pista prima che potesse succedere qualcosa.
«Ora che siamo soli, mi dici che hai? Sei strano, Haz» constatò Louis.
«Non ho niente, Louis. Niente.»
«Okay allora. Scusa se ho insistito.»
'Perché fingi che ti importi qualcosa di me? Vuoi vedermi morire per te' pensò Harry.
«Balliamo, ti va?»
«Sono stanco. Voglio andare a casa.»
«Okay, andiamocene.»
Harry si diresse verso l'attaccapanni e prese il suo capotto e Louis il suo. Quest'ultimo gli prese la mano nella sua e si avviarono verso la macchina.
Harry ripensò dolorosamente che aveva promesso al pianista che avrebbe dormito a casa di quest'ultimo.
Louis parcheggiò davanti il suo attico e Gave, il custode notturno, li fece entrare. Lui lo ringraziò ed entrarono. Harry camminava curvo e l'espressione sul suo viso era del tutto apatica.
Appena entrarono Harry si fiondò in camera da letto e prese dal suo borsone il suo pigiama. Voleva dormire subito, non voleva fare sesso con Louis o altro.
«Sei sicuro di stare bene?»
«Ti ho detto di sì, porca puttana! Smettila di chiedermelo» rispose iroso.
Louis lo fissò sbalordito e si arrabbiò.
«Scusa tanto se mi preoccupo per te!»
«Non devi farlo, io non sono nessuno per cui tu debba farlo» sussurrò a bassa voce e Louis non lo sentì.
«Cosa?»
«Niente» rispose prontamente. Si infilò nel letto dell'altro e gli diede le spalle.
«Buonanotte Louis.»
«Haz, girati e guardami.»
Harry obbedì e si girò. Era talmente bello Louis, con gli occhi troppo azzurri, un leggero strato di barba incolta e le labbra fini e perfette. Perché non si era innamorato di qualcun altro e si era innamorato proprio di chi non avrebbe mai avuto?
«Harry» lo richiamò prima di baciarlo sulle labbra. Fu un bacio profondo, fatto con trasporto e tremendamente dolce.
Louis lo baciò sotto l'orecchio e lungo il collo.
«Harry» ripeté mentre lo baciava sulle clavicole. Gli tolse lentamente la maglietta e lo fece stendere di nuovo. Il petto immacolato ricoperto di tatuaggi e scosso da brividi.
«Sei talmente bello» disse mentre prese a baciare tutto il busto. Gli tolse anche i pantaloni ed i boxer e si svestì anche lui.
Una lacrima scese dagli occhi di Harry quando Louis lo preparò dolcemente, che passò inosservata dal pianista.
«Sei pronto, angelo?»
Harry annuì e Louis entrò dolcemente. Era la prima volta che facevano sesso così dolcemente ed Harry lo rimpianse amaramente. Avrebbe voluto sesso privo di qualsiasi cosa così sarebbe stato più facile dimenticare il pianista.
Louis iniziò a prendere un ritmo incalzante ma dolce mentre lo baciava sulle labbra.
I pensieri di Harry si allontanarono mentre iniziò anche lui ad essere conquistato dal piacere.
«Ah» gemette rumorosamente mentre Louis sfiorò il suo punto speciale.
«S-Sto v-venendo» ansimò Louis ed Harry annuì, anche lui vicino.
Louis gemette, raggiungendo l'orgasmo ed Harry lo seguì a ruota.
Il più grande si stese sul letto e abbracciò il più piccolo, che posò la testa sul suo petto e Louis si addormentò.
«Addio, Louis. Ti amo» sussurrò Harry ad un dormiente Louis prima di addormentarsi anche lui.
[...]
Il telefono di Harry vibrò per l'ennesima volta e lui decise di ignorarlo ancora, steso placidamente sul grande e comodo divano di casa sua. Sapeva per certo che era Louis ad averlo cercato. Dopo quella sera Harry si era svegliato prima del ragazzo, aveva raccolto le sue cose e gli aveva lasciato un messaggio con scritto che doveva correre al lavoro. Non era vero, ovviamente.
Gli occhi erano rossi e gonfi per le lacrime versate in quei giorni e contornati da occhiaie violacee. Non era andato a lavoro, dandosi malato e tutti gli credettero. Tutti eccetto Liam, ovviamente. Il ragazzo era diventato iperprotettivo e ogni volta che si vedevano -tutti i giorni- non perdeva tempo a non insultare Louis con i peggiori appellativi.
Il telefono vibrò ancora ed Harry imprecò.
«Lasciami in pace, cazzo!»
Decise di farsi una doccia e di andare da Kendall. Alfredo era partito a Los Angeles per uno servizio fotografico di Cara Delevingne quindi Harry non rischiava di vedere scene tra i due degne di un video porno.
Si alzò pigramente dal divano e afferrò il telefono. Cinquantasette erano le chiamate che Louis gli aveva fatto in una settimana e lui le aveva ignorate tutte, dalla prima all'ultima. Rigettò il telefono malamente sul tavolino ed andò in bagno. Si immerse nell'acqua candida profumata alle rose e chiuse gli occhi. Louis si impossessò della sua mente. I baci, le carezze, il sesso, il suo sorriso, i suoi occhi. Prima che potesse rendersene conto, alcune lacrime rigarono le sue guance e lui si strinse i capelli tra le dita.
'Perché non mi sono innamorato di Nick? Sarebbe stato tutto più semplice' pensò dolorosamente Harry. E maledì Brandon per avergli raccontato tutto e Zayn per aver confermato poi.
Si avvolse nel suo accappatoio e frizionò i capelli con l'asciugamano, scendendo di sotto. Suonarono al campanello ed Harry alzò gli occhi. Sicuramente Liam, pensò.
Quando aprì la porta per poco non gli venne un infarto: era Louis.
Aveva un'espressione stravolta in viso, come se non dormisse da tempo. Gli occhi azzurri non splendevano come sempre, ma anzi erano del tutto spenti. Era tremendamente pallido e tremava leggermente.
«Sei vivo allora» disse ironicamente.
«Che vuoi, Louis?» ribatté Harry.
«Voglio cosa diamine ti succede, porca troia! Mi ignori da una fottuta settimana!»
«Louis, non dobbiamo necessariamente vederci tutti i santi giorni!»
«Sei strano dalla festa di Kim Kardashian ed io voglio sapere cosa cazzo ti prende.»
'Mi prende che sono un fottuto coglione e mi sono innamorato di te, tu che mi vedi solo come un fottuto gioco sessuale' pensò.
«Niente» disse.
«Allora perché mi ignori, cazzo? Sei anche scappato da casa mia mentre dormivo e non dirmi la cazzata del 'ho avuto un'emergenza a lavoro' perché non me la bevo.»
Fece un passo per entrare, ma Harry lo respinse con la mano.
«Non posso neanche entrare? Cazzo Harry, dimmi che hai!»
«C'è che sono stufo, Louis! Non voglio più continuare.»
«Cosa?» chiese Louis scioccato.
«Mi hai sentito benissimo. Il sesso tra noi finisce qui.»
«Il sesso?» chiese sbalordito Louis.
«Eravamo qualcosa di più, Louis? Non mi risulta. Ora, se non ti spiace, ho da fare. Lasciami in pace e non cercarmi più, cazzo.»
Prima che il pianista potesse ribattere, gli chiuse la porta in faccia e si accasciò su di essa. Iniziò a piangere furiosamente e scivolò lungo la porta fin quando finì seduto a terra. Aveva ufficialmente rotto con Louis e il suo cuore si spezzò di nuovo.
[...]
Passarono tre mesi senza che Harry e Louis si vedessero.
Il primo aveva iniziato a lavorare regolarmente ed aveva preso l'abitudine di scopare tipi rimorchiati in discoteca con Kendall, perché sì, lei ed il fotografo si erano lasciati per il lavoro che li teneva distanti.
La modella aveva detto che si amavano, ma non si vedevano mai e quelle poche volte non bastavano. Harry l'aveva abbracciata e le aveva sussurrato che sarebbe andato tutto per il meglio. Lo disse anche per lui.
La relazione tra Liam e Zayn procedeva a gonfie vele ed Harry era davvero felice che il suo migliore amico avesse trovato un tipo determinato e leale come Zayn al suo fianco.
Aveva, inoltre, conosciuto Niall, amico di Kendall e fidanzato della modella Barbara Palvin. I due avevano fatto amicizia mentre le due li avevano trascinati di forza nel caos delle discoteche di New York.
Harry corse impettito per le strade del Central Park come ogni mattina. Da un po' di tempo a questa parte aveva scoperto che lo rilassava e pensava di meno a Louis.
Si fermò, sedendosi su una delle tante panchine di panchine e chiuse gli occhi, gettando il capo all'indietro. Quando aprì gli occhi, vide un ragazzo seduto al suo fianco. Era alto e magro. Le gambe erano molto toniche, i capelli erano ricci e non riusciva a vedere di che colore fossero i suoi occhi poiché si stava allacciando una scarpa. Una cosa era certa: era bellissimo.
Lo sconosciuto si girò, sentendosi forse osservato, e gli sorrise. Aveva le labbra carnose e gli occhi azzurri e cristallini, così simili a quelli di Louis.
«Sono Xander, piacere.»
«Harry» disse soltanto.
«Anche tu per le corse mattiniere?» ironizzò.
In effetti erano soltanto le sei del mattino, ma lui odiava correre ad orari come le undici, quando correva mezza New York per quel parco.
«Sì.»
«Ti va di prendere un frullato insieme?» propose all'improvviso Xander.
«Dritto al punto, eh? Comunque sì, mi sembra una bellissima idea.»
I due si alzarono dalla panchina e ripresero a correre fino al negozio di frullati più vicino e parlarono del più e del meno. Harry fissava affascinato Xander. Era un ragazzo gentile e garbato con modi eleganti. Decise di non lasciarselo scappare.
[...]
«Sì Xan, così» gemette Harry al limite.
Xander grugnì e diede le ultime poderose spinte prima di raggiungere l'orgasmo. Continuò a spingere fin quando anche Harry venne.
Uscì dal suo corpo e sfilò il preservativo usato, gettandolo a terra. Abbracciò stretto Harry, che a sua volta lo baciò dolcemente sul petto.
Xander si era rivelato perfetto e dopo essersi frequentati per due mesi, Harry decise di fidanzarsi con lui. Lo trattava egregiamente ed a letto avevano un'intesa perfetta, ma ciononostante Harry non riusciva a dimenticare il pianista. Lo amava ancora e si arrabbiava con sé stesso per questo.
«Kendall è passata questa mattina quando tu eri a lavoro. Mi ha detto di dirti di chiamarla. Era alquanto eccitata.»
«Avrà trovato un nuovo ragazzo con cui scopare» ipotizzò Harry.
Xander rise e lui lo seguì a ruota.
«Quanto sei cattivo, Styles!»
Harry annuì ridendo e fissò teneramente il suo ragazzo.
«Per quanto mi piacerebbe starmene nudo abbracciato con te altrettanto nudo, devo passare in ufficio. Devo controllare il progetto di casa Williams insieme a Kyle.»
Xander era un rinomato architetto ed era il migliore nel suo campo. Creava case bellissime, degne di essere vissute. Harry era molto orgoglioso di lui.
«Va bene, amore. Puoi mangiare qui stasera. Ho intenzione di preparare le lasagne.»
«Allora non posso proprio rifiutare» disse, baciandolo languidamente sul collo.
«No» ansimò Harry.
«Non tentarmi tu! Devo andare» disse, dandogli uno schiaffetto sulla coscia nuda ed alzandosi per fare la doccia. Harry chiuse gli occhi felice e si stese placidamente sul letto.
Xander uscì dalla doccia vestito elegantemente e con i capelli tutti ordinati. Era una pura visione.
«Ci vediamo stasera, piccolo.»
Gli diede un bacio a stampo ed uscì. Harry decise di chiamare Kendall per sapere cosa volesse.
"Pronto, Harry?"
"Kendall, Xander mi ha detto che dovevi dirmi qualcosa."
"Ciao anche a te Harry, come stai? Io sto bene, grazie per averlo chiesto" disse sarcasticamente Kendall.
Harry alzò gli occhi al cielo e sorrise inconsciamente.
"Sei la solita, Jenner. Allora, cosa volevi?"
"Parlarti. Non ci vediamo da un po' di tempo e mi manchi. Da quando stai con il tuo perfetto fidanzatino non calcoli né me né Liam" si imbronciò.
Harry ridacchiò e le diede ragione.
"Hai ragione. Se vuoi, puoi venire a fare la spesa con me. Stasera cucinerò per-"
"Oh, non dirmelo. Xander, vero?" ipotizzò ironicamente.
"Sei gelosa, Jenner?"
"Da morire, Styles!" rise Kendall.
"Ci vediamo tra poco. Mi vieni a prendere tu?"
"Certo."
Harry chiuse la chiamata e iniziò a prepararsi. Dopo poco mezz'ora la Ferrari rossa di Kendall era parcheggiata davanti la sua villetta. Lui scese e l'amica gli saltò addosso, dandogli un bacio a stampo sulle labbra.
«Mi sei mancato, Hazza mazza»
«Hazza mazza? È un nuovo soprannome?» chiese ironico.
«Hazza culo non faceva rima» si giustificò lei.
Harry roteò gli occhi e Kendall scese. I pantaloncini larghi e corti mostravano molto ed il giornalista la biasimò con lo sguardo.
«Neanche mio nonno si lamenta del mio outfit quindi smettila di farlo tu. Ora andiamo, o il tuo principe azzurro resterà senza cena. Poverino» disse ironicamente.
Si misero in macchina ed Harry si allacciò la cinta mentre la modella se ne infischiò.
«Io non so perché tu odi tanto Xander e allacciati la cintura, ti prego.»
«Mio dio, sei ancora più noioso di quanto ricordassi» esclamò Kendall, allacciandosi la cinta.
Dopo aver fatto un sorrisino finto verso Harry iniziò a sfrecciare per le strade di New York.
«Dove diavolo vuoi andare a fare la spesa?»
«Da Tesco.»
Kendall si diresse verso il supermercato, nonostante il traffico.
«Io non odio Xander, H. Semplicemente so che non è l'uomo per te.»
«E chi sarebbe l'uomo per me? Louis?» chiese ironico.
«Sì» affermò sicura. «È stato un figlio di puttana per ciò che ti ha fatto, ma con lui era diverso. Per quanto ti sforzi di apparire innamorato di Xander, non ci riesci. Tu ami Tomlinson, inutile che cerchi di negarlo.»
«Io non amo Louis!» mentì stizzito Harry.
«Continua a mentire, forse un giorno ci crederai anche tu.»
Harry si imbronciò e incrociò le braccia sotto il petto, da perfetto bambino di cinque anni.
Per quanto negasse, Kendall aveva centrato il punto: lui amava ancora Louis, nonostante fossero passati sei mesi dall'ultima volta che si erano visti.
Arrivarono da Tesco e Kendall parcheggiò la macchina in un posto sicuro. Era pur sempre una Ferrari. Scesero e Kendall si mise gli occhiali poiché i paparazzi erano pronti a fotografarla. Harry l'imitò, non volendo essere colpito da flash accecanti.
Entrarono dentro Tesco e presero un carrello.
«Almeno è bravo a letto?» chiese annoiata la modella.
«Kendall!»
«Che c'è? È una domanda legittima. Devo capire perché ti ostini a stare con lui.»
«Non sono fatti tuoi.»
«Dai» lo pregò l'amica.
Harry sbuffò e cedette alla curiosità dell'amica.
«Sì, è molto bravo a letto» mugugnò, arrossendo vistosamente.
Lei ridacchiò ed Harry decise che gliel'avrebbe fatta pagare.
«Più di Louis?»
La mente di Harry si proiettò dalle scopate con Xander a quelle con Louis e dovette ammettere dolorosamente che no, non lo era.
«No» sussurrò Harry.
«Bingo! 1-0 per Louis!»
«Perché sei così favorevole a Louis, sapendo ciò che mi ha fatto?»
«Perché tu non sai la verità. Sai una mezza verità, detta da qualcuno che provava rancore per Louis e confermata dal suo migliore amico. Certo, non metto in dubbio la veridicità delle parole di Zayn, ma tu come fai a sapere se Louis non ha mentito a lui?»
«Perché dovrebbe mentire a Zayn? È il suo migliore amico» chiese confuso.
«Per paura. Anche tu hai mentito a Liam.»
«Sì, ma era diverso. Io avevo paura di essere giudicato come una persona orribile. Quello che ho fatto è spregevole e probabilmente andrò all'Inferno per questo, ma non ho potuto evitarlo.»
Kendall sospirò e non disse niente. Si limitò a mettere due barattoli di Nutella nel carrello.
«Ehi, la Nutella non mi serve!» protestò.
«Taci Harold.»
Harold.
Kendall l'aveva appena chiamato 'Harold', proprio come faceva il pianista.
Scosse la testa e Kendall sparì dalla sua visuale. Decise di cercarla dopo, anche se sapeva per certo che si trovava nel reparto dolciumi. La modella aveva una dieta ferrea e salutare da seguire rigorosamente, ma spesso la trasgrediva, abbuffandosi di dolci e cibo take away.
Harry si diresse verso la pasta e iniziò a guardare le varie lasagne. Ne afferrò un pacco quando una voce parlò.
«A te non piacciono le lasagne se non ricordo male.»
La sua voce.
Il pacco gli cadde dalle mani e si girò. Lo vide ed era più bello del sole. I capelli erano disordinati e quella barba leggermente incolta lo rendeva vone sempre pazzo. Non era cambiato di un virgola ed Harry dovette reggersi al carrello poiché sentì le gambi molli come budino.
«Louis» sussurrò.
«Già, Louis. Come stai, H? Ti tratta meglio di me?»
«Chi?» chiese fintamente Harry.
Sapeva che Louis si riferisse a Xander, ma decise di fare il finto tonto.
«Lui» sputò velenoso.
Harry sbatté le palpebre un paio di volta ed elaborò una risposta.
«Sì» mentì.
«Conosce il tuo corpo come lo conosco io? Sa i tuoi punti deboli come li so io?» chiese ancora.
Teneva gli occhi chiusi e si leccava le labbra nervosamente, come se chiedergli quelle cose gli procurasse dolore.
«Sì» mentì ancora.
«Stronzate. Entrambi sappiamo che non è così» sbottò arrabbiato.
«E anche se fosse, a te che importa? Non abbiamo più una tresca.»
«Una tresca?» rise sarcasticamente Louis. «Per te era tutto una tresca, Harry?»
«Per me no, ma per te sicuro.»
«E tu che ne sai di cosa era per me? Di cosa provavo io?»
Harry mise un sorrisetto del tutto sarcastico e decise di ignorare le domande.
«Devo andare, Louis.»
«Per quanto tempo ancora scapperai da me, mh?»
«Io non sto scappando, sto semplicemente andando avanti.»
Louis lo fermò per un polso, stringendolo leggermente e causando mille scosse elettriche dentro di Harry. Quanto gli era mancato il tocco deciso ma delicato del pianista, come se toccasse una rosa preziosa.
«Lui ti tocca l'anima come facevo io?» chiese, avvicinandosi ad Harry.
I loro volti erano ad un soffio di distanza ed entrambi potevano sentire il fiato dell'altro sul volto.
Louis si avvicinò ancora e le loro labbra si sfiorarono quasi toccandosi.
«No» disse Harry, allontanandosi. «Non tradirò Xander come ho fatto con Nick, non con te. Non se lo merita, non me lo merito. Addio Louis.»
Harry raccolse il pacco di pasta dal pavimento e se ne andò, lasciandosi Louis alle spalle. Una lacrima scese dal suo volto.
[...]
«Haz, devi leggere questo» disse Liam frettolosamente, entrando nell'ufficio di Harry.
«Buongiorno anche a te, Liam!» ironizzò Harry.
«Ti prego, leggi» insistì l'altro.
Harry sbuffò e prese a leggere l'invito
«Egregio signor Styles, è invitato cordialmente dalla Juilliard School Accademy a partecipare alla serata evento 'Save the children' organizzata dalla scuola. Louis Tomlinson suonerà eccezionalmente all'evento, suonando e cantando un inedito. Cordiali saluti» lesse.
Il suo cervello ripeté come una mantra 'Louis Tomlinson' ed 'inedito'; Louis avrebbe suonato la canzone che stava componendo e che aveva ascoltato in parte.
Il cuore pulsò violentemente e chiuse gli occhi.
«Quel bastardo è stato geniale, cazzo! Non solo ti ha invitato all'evento dall'accademia in cui insegna, ma non potrai nemmeno non partecipare perché il giornale ne risentirebbe e tu sei l'unico invitato all'evento, oltre ai nostri inviati. Io e Zayn verremo, certo, ma io sono il suo +1.»
Harry chiuse gli occhi e pensò che sì, Louis Tomlinson aveva organizzato tutto nei minimi dettagli.
«Cosa farai?»
«Ho forse scelta, Liam?»
Liam scosse la testa tristemente ed Harry sospirò.
«Puoi portare un accompagnatore?»
«Sì. Qui c'è scritto 'Harry Styles +1'»
«Porta Xander allora, così Louis non potrà fare nulla.»
Harry si morse il labbro, sentendosi in colpa. Doveva confessare ciò che provava al suo migliore amico.
«Liam» lo richiamò.
«Sì?»
«Io lo amo da morire» confessò.
Liam sgranò gli occhi ed aprì la bocca per dire qualcosa, ma non uscì un fiato.
«Lo amo così tanto e non so nemmeno io perché. Non so quando ho iniziato a farlo e non so perché proprio lui, ma nonostante tutto io lo amo. Forse mi sono innamorato di lui quando mi ha sfiorato per la prima volta, o quando stavamo quasi per fare l'amore sulla cattedra della sua classe. Perché sì cazzo, per me è stato sempre amore e mai sesso. O forse durante il week end che ho passato a casa sua con lui che suonava al pianoforte ed io lo ascoltavo incantato, o forse quando i miei occhi hanno incontrato i suoi, ma lo amo maledettamente tanto e non posso farci niente.»
«Harry-»
«So che lui non mi ama, ma io lo amo e non so che fare. Mi sento in colpa quando bacio Xander perché non sono le sue labbra che voglio sulle mie, non è il suo corpo che voglio nel mio. Lui è fantastico, ma non è Louis e non lo sarà mai» lo interruppe, guardandolo fermamente negli occhi.
«Lui ti ama» confessò a bassa voce Liam.
«Cosa?» chiese Harry sbigottito. «Liam ti prego, non mentirmi.»
«Non ti sto mentendo. Lui ti ama, l'ha detto a me e a Zayn. Quando Zay gli ha raccontato di Brandon e non si sono parlati per mesi interi, Louis, una sera, è venuto a casa nostra ubriaco, piangendo e dicendo che ti amava da morire.»
Il cuore di Harry perse un battito, o forse due o cento. Si tenne alla scrivania e chiuse gli occhi. Lacrime amare scesero dai suoi occhi. Louis lo amava e lui non riusciva a crederci.
«Tu non sei come Brandon o gli altri. Per quanto mi costi ammetterlo, per quanto lo odi, quel dannato figlio di puttana ti ama.»
«Devo riprendermelo» disse deciso.
Liam annuì. In cuor suo sapeva che l'uomo destinato al suo migliore amico era sempre stato Louis.
[...]
Harry si lisciò la camicia di seta ed indossò la giacca nera di velluto con alcuni ricami floreale sopra. Anche i pantaloni erano del medesimo modo e lui li amava. Era di Gucci, ovviamente.
Kendall glielo aveva comprato, dicendo: «Appena l'ho visto, ho capito che era stato fatto per te ed ho dovuto comprarlo.»
Harry l'aveva ringraziata con un dolce bacio sulla guancia ed un caloroso abbraccio. Niall gli aveva detto di non essere il solito fifone e di riprendersi il suo uomo. Aveva lasciato Xander, confessandogli tutto. Il ragazzo era rimasto malissimo, ma aveva apprezzato la lealtà di Harry. Il giornalista gli aveva promesso che avrebbe trovato l'uomo giusto per lui e si erano lasciati con un nostalgico e lungo bacio sulle labbra. Xander era stato un pilastro importante durante quei sei mesi senza Louis.
Sospirò nervoso e si guardò un'ultima volta allo specchio prima di uscire fuori di casa e partire verso l'evento. La cerimonia si sarebbe tenuta proprio alla Juilliard e lui arrivò in tempo, pagando la corsa al taxi. Tappetto rosso sfavillante, abiti classici e neri, flash accecanti e musica di violini. Harry si guardò intorno e si avviò verso l'entrata. Mostrò l'invito al buttafuori, che lo lasciò entrare.
L'edificio era ricoperto di luci ed imponenti lampadari scendevano giù dal soffitto. Harry fissò affascinato gli affreschi e i lampadari di quella scuola. Il corridoio, come ogni angolo della scuola, era gremito di gente ed il pensiero di Harry volò per un attimo a quelle povere persone che soffrivano di claustrofobia.
Tra tutti quei visi sconosciuti scorse quello di una ragazza a lui familiare: Danielle.
Si avvicinò con cautela e la vide. Era semplicemente bellissima. Indossava un tutù nero ricoperto di strass e reggeva un paio di punte nelle mani. Aveva una coroncina sopra il capo ed i capelli erano stati legati in un chignon stretto e preciso.
«Danielle!»
La ragazza si girò e quando lo vide, un sorriso sincero si aprì sul suo volto.
«Signor Styles!»
Le porse la mano, che lei accettò timidamente.
«Non pensavo che anche gli studenti si sarebbero esibiti.»
«Di solito non è così. Il professor Tomlinson mi ha chiesto di aprire il galà ed io ho accettato. Devo confessarle che sono nervosissima ed ho paura.»
«Paura di cosa?»
«Paura di fallire.»
«So per certo che sarai la migliore su quel palco, Danielle.»
«La ringrazio, signor Styles. Ora devo proprio andare, lo spettacolo inizia tra poco.»
«Buona fortuna!» le augurò.
Andò nell'enorme teatro e prese posto sulla poltroncina con su scritto il suo nome. Era in prima fila, proprio sotto il palco. Louis aveva pensato proprio a tutto.
Si sedette e poté notare molte personalità famose tra cui Jennifer Lopez e Meryl Streep.
Harry fu riscosso dalla platea che applaudì come inizio cerimonia.
Danielle si stava esibendo con 'il lago dei cigni' di Pëtr Il'ič Čajkovskij. La ragazza si muoveva leggiadra e precisa sul palco ed emozionò il pubblico. Fu da standing ovation. Lei ringraziò con un elegante inchino e se ne andò.
Brian Zeger, direttore dell'accademia, si complimentò con lei e presentò i primi ospiti della serata: i Coldplay e Beyoncé.
Si esibirono con 'Hymn for the weeknd' rivisitata al piano ed Harry si mise a cantare sottovoce. Anche loro furono riempiti di applausi e sorrisi.
«Ed ora accogliamo qui sul palco, uno dei migliori pianisti e professori qui alla Juilliard: Louis Tomlinson!»
Harry sgranò gli occhi e tutto passò in secondo piano. Louis era più che perfetto e lui se ne innamorò di nuovo.
«Buonasera e ringrazio tutti coloro che hanno aderito a questa serata per raccogliere fondi per i bambini poveri nel mondo. Un piccolo gesto può fare la differenza» ringraziò teso. Era molto nervoso ed Harry aveva l'impulso di abbracciarlo per tranquillizzarlo.
Il pubblicò lo applaudì e lui si sedette. La luce fu proiettata solo su di lui e sul piano, le altre furono spente.
«If I could fly, I'd be coming right back home to you. I think I might give up everything, just ask me to. Pay attention, I hope that you listen 'cause I let my guard down. Right now I'm completely defenseless.
For your eyes only, I'll show you my heart. For when you're lonely and forget who you are. I'm missing half of me when we're apart. Now you know me, for your eyes only.
For your eyes only.
I've got scars even though they can't always be seen. And pain gets hard, but now you're here and I don't feel a thing.
Pay attention, I hope that you listen 'cause I let my guard down
Right now I'm completely defenseless.
For your eyes only, I'll show you my heart. For when you're lonely and forget who you are. I'm missing half of me when we're apart. Now you know me, for your eyes only.
For your eyes only.
I can feel your heart inside of mine, I feel it, I feel it.
I've been going out of my mind, I feel it, I feel it. Know that I'm just wasting time and I hope that you don't run from me.
For your eyes only, I'll show you my heart. For when you're lonely and forget who you are. I'm missing half for me when we're apart. Now you know me, for your eyes only.
For your eyes only, I'll show you my heart. For when you're lonely and forget who you are. I'm missing half for me when we're apart. Now you know me, for your eyes only.
For your eyes only.
For your eyes only.»
Per tutto il tempo Louis l'aveva guardato negli occhi ed Harry scoppiò in lacrime.
Il pubblico fischiò eccitato ed applaudì calorosamente.
«Vi ringrazio. Questa era 'If I could fly' ed è la mia nuova canzone. Sapete, l'ho scritta pensando ad una persona. Quest'ultima dormiva nuda accanto a me, dandomi le spalle. La sua pelle era così setosa ed io l'ho accarezzata per un tempo infinito. Più lo facevo, più il mio cuore scoppiava d'amore. Ero tremendamente spaventato dei miei sentimenti e decisi di scriverli piuttosto che confessarli. Le parole volano nell'aria mentre le canzoni no, quelle restano per sempre. Che sia bella o brutta, la canzone resterà sempre. Spesi notte intere per scrivere questa canzone, per scegliere le parole adatte. Io non ero mai stato innamorato prima e non sapevo come comportarmi. Avevo paura di sentirmi oppresso dall'amore, ma sono uno sciocco, sapete? L'amore rende liberi di volare con le proprie ali e vivere la vita così com'è. L'amore aiuta a cogliere i colori dell'anima e no, non esiste solo il nero e il bianco, perché nel mezzo di essi ci sono infiniti e vivaci colori. L'amore può essere una rosa ed un pugnale, l'amore è la cosa più bella, travolgente e irrazionale che esista. Nemmeno trecento formule matematiche possono spiegare cosa sia davvero l'amore. L'amore siamo noi. Io amo follemente questa persona e farei di tutto per lui. È bellissimo con i suoi ricci capelli scuri, gli occhi verdissimi e lucenti ed i tratti precisi. L'anima pura e sporca allo stesso tempo che ti fa desiderare di essere l'ultimo a mantenerla pura e il primo a sporcarla. Ora vi svelo una cosa: questa persona si chiama Harry Styles.»
Per tutto il tempo Louis l'aveva guardato negli occhi. La luce dei riflettori fu puntata su di lui, ma nemmeno se ne era reso conto. Stava piangendo e non riusciva a smettere. Louis scese dal palco e si diresse verso di lui. Quando furono faccia a faccia lo guardò. Verde e blu a fare l'amore per l'ennesima volta.
«Ti amo, Harry Edward Styles.»
«Ti amo anch'io, Louis William Tomlinson.»
Si lanciò su Louis e lo baciò subito con foga. Applausi, paparazzi che li fotografarono e facce sorprese -anche alcune disgustate ed invidiose- passarono in secondo piano. Ora esistevano solo Harry e Louis.
Si staccarono lentamente e Louis l'abbracciò forte a sé.
«Ora non ti lascio più, Harry» sussurrò nel suo orecchio.
L'evento finì. La cifra raggiunta era stata quella di $5.000.000 e Louis ne fu molto soddisfatto. Se ne andarono mano nella mano verso la macchina di Louis.
Quest'ultimo si accese una sigaretta ed Harry si sedette sul cofano dell'auto e lo guardò stregato.
Le labbra di Louis stringevano delicatamente la sigaretta mentre lo fissava con uno sguardo malizioso. Harry sentì qualcosa muoversi nelle sue parti basse ed i pantaloni sempre più stretti.
«Ti amo» gli disse.
Louis fece un altro tiro e gettò il filtro della cicca ormai consumata.
Si avvicinò al suo amato e lo fissò prima negli occhi e poi gli guardò le labbra rosse e carnose, quasi fossero una rosa.
«Ti amo anch'io e mi stai uccidendo, Harry Styles.»
Lo prese a baciare sulle labbra ferocemente, mordendogli il labbro quasi a sangue.
Harry gemette e strusciò la sua erezione con quella di Louis.
«Cazzo, ti scoperei ora su questa macchina.»
«Andiamo a casa, ti prego» lo supplicò Harry sulle sue labbra.
A casa.
Il pianista sentì il cuore in gola. Annuì freneticamente e lo fece scendere dal cofano. Entrarono nell'abitacolo della macchina. Louis partì veloce come un razzo ed Harry si preoccupò un po' per l'eccessiva velocità.
«Preparati, Harry.»
«Cosa?»
«Preparati con le dita. Il tragitto è lungo ed io voglio fotterti subito, ma non voglio farti male.»
«Quante dita?» chiese Harry, slacciandosi i pantaloni.
Louis fissò l'intimo di Harry e per poco non venne. Il ragazzo indossava delle mutandine femminili nere in pizzo.
«Cazzo Harry, vuoi uccidermi?» ansimò. «Due, da subito.»
Harry si denudò anche dell'intimo e succhiò avidamente due dita. Quando furono sufficientemente lubrificate, si penetrò con due dita.
«Ah Lou!»
Louis strinse il volante nelle sue mani, cercando di mantenere il controllo.
«N-Non puoi venire, o ti punirò.»
«Louis, io non resist-»
«Verrai solo grazie al mio cazzo. Ora aggiungi un altro dito.»
Harry obbedì, aggiungendo un altro dito e sforbiciando la sua entrata. Prese a gemere rumorosamente e quando sentì un calore al basso ventre, le tolse velocemente.
«Sei stato fantastico, amore» ansimò, lodandolo.
Harry fissò l'erezione di Louis succinta nei pantaloni e un'idea malsana si creò nella sua testa.
«Quanto manca, Lou?» chiese ansimante.
«Mezz'ora circa» rispose con gli occhi languidi.
Harry si tolse la cinta e si avvicinò al cavallo di Louis.
«C-Cosa s-stai facendo?» chiese Louis con gli occhi sgranati.
«Non si capisce?» chiese malizioso.
Gli slacciò i pantaloni e li abbassò. Prese a baciare le sue cosce muscolose e Louis faticò a concentrarsi sulla strada. Bagnò i boxer, leccando la sua erezione e baciò l'interno coscia del giovane, lasciando un segno rosso.
«Harry» lo pregò.
Il ragazzo smise di giocare e abbassò l'intimo. L'erezione svettò davanti il suo volto, rossa e lucida. Prese a leccarla e a baciarla lentamente, ed Louis gemette. Improvvisamente la inglobò interamente e iniziò a succhiarla.
«Cazzo Harry!» urlò Louis distrutto dal piacere.
Non sapeva se era più eccitante Harry che gli faceva un pompino o il fatto che fosse piegato per farlo, mostrando a Louis il suo sedere stretto nei pantaloni griffati.
Tutta la situazione gli fu fatale e venne tra le calde e gonfie labbra di Harry.
Il ragazzo si alzò con gli occhi lucidi per lo sforzo e l'eccitazione, le labbra rossissime ed i capelli tutti disordinati. Era piacevolmente distrutto e Louis non vide l'ora di scoparlo.
Arrivarono a casa prima del previsto. Louis scese velocemente ed Harry lo seguì. Appena il giornalista varcò la porta di casa Tomlinson, il pianista lo spinse contro un muro, tenendo i suoi polsi al muro e baciandolo disperatamente ovunque. Iniziò a succhiare avidamente una porzione di pelle del collo finché non nacque un segno violaceo.
Harry sbottonò velocemente la camicia di Louis mentre quest'ultimo, non riuscendo a sbottonare quella dell'altro, tirò i due lembi con uno strattone preciso, facendo saltare tutti i bottoni. Gliela tolse e si gettò sul suo petto, leccandolo e baciandolo.
«Cazzo!» gemette Harry quando Louis prese a succhiare avidamente un capezzolo mentre con il pollice umido di saliva stuzzicava l'altro.
«Ti prego, Lou.»
«Ora ti porto a fare l'amore sul letto per tutta la notte» gli disse eccitato.
Harry si gettò sul suo corpo, stringendo le gambe intorno alla vita dell'altro e le braccia dietro il suo collo. Si baciarono ancora voracemente, insaziabili.
Il pianista raggiunse alla cieca la camera da letto e appena entrò, gettò poco delicatamente Harry sul letto. Salì sopra di lui, sedendosi sulle ginocchia ed iniziò a sbottonargli i pantaloni.
Glieli fece scivolare lungo le gambe lisce fino a gettarli per terra. Sorrise vedendo quell'intimo e diede uno schiaffetto sulle cosce, facendo ansimare Harry. Gli sfilò le mutandine lentamente e le conservò nella tasca posteriore dei suoi pantaloni.
«Sono mie ora» disse ed Harry si morse il labbro inferiore, annuendo.
Si spogliò anche lui e prese le gambe del giornalista, mettendole sulle sue spalle.
«Sei pronto, honey?»
«Sì. Non resisto più, scopami» lo pregò oscenamente.
Louis lo accontentò, lubrificandosi sommariamente ed entrando con un'unica spinta dentro di lui.
«Ah!» gemette Harry dal dolore.
Non era più abituato a Louis dopo quei lunghi mesi senza appartenersi. Il pianista stette fermo per un po' per farlo abituare alla sua presenza, baciandolo e succhiando il suo collo.
«Vai Lou» lo incitò.
Il pianista iniziò a muoversi, spingendo lentamente e costantemente dentro di lui. Si tenne alla testata imbottita del letto e prese un ritmo più veemente e travolgente.
«Lou, ah sì!» gemette indecentemente Harry.
Louis grugnì e prese a spingere ancora finché non toccò la prostata dell'altro.
«Ah sì, lì, Lou» lo pregò sconciamente.
«Sei talmente osceno, Harry! Ah!» gemette, possedendolo ancora.
Raggiunsero l'orgasmo con un paio di stoccate decise di Louis e si stesero placidamente sul letto.
«Ti amo, Harry» disse Louis guardandolo con amore e devozione.
«Ti amo anch'io, Louis» rispose prontamente prima di baciarlo sulle labbra. Si sorrisero ed Harry posò la testa sul petto caldo e liscio dell'altro.
Si addormentarono felici di essersi ritrovati di nuovo.
L'amore è la sinfonia più bella di tutte e Louis l'avrebbe suonata ad Harry per sempre.
------THE END
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Symphony | Larry Stylinson
Short StoryDove Harry Styles è uno dei direttori del 'New York Times' mentre Louis è un pianista famosissimo che insegna alla Juilliard. Un'intervista, una passione incontrollabile ed una sinfonia troppo sentimentale.