Capitolo 3

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Il cinguettio degli uccelli mi fece svegliare, confondendomi insieme ai raggi del sole che entravano dalla finestra della stanza. Spalancai gli occhi e mi misi seduta, accorgendomi subito di trovarmi su un soffice letto. Le mie braccia sprofondarono tra la moltitudine di cuscini che con la loro morbidezza ricoprivano l'intero, grande materasso. Non mi trovavo sulla cuccetta bianca e striminzita della stanza luminosa, ma su un vero letto matrimoniale dalle lenzuola rosate e una trapunta bordeaux.

Mi guardai intorno, non riuscendo a capire come fossi arrivata fin lì. La stanza dalle pareti completamente in legno aveva quasi uno stile antico, riscaldata da un caminetto antistante al letto. Le braci ardevano ancora calde, sebbene non ci fosse del fuoco vivo, segno che qualcuno le aveva ravvivate non molto tempo prima.

Un tappeto morbido invitava a sedercisi sopra per godere del caldo provocato dal camino di fronte, ma ero troppo sorpresa per fare qualsiasi mossa, quindi continuai la mia ispezione. Un armadio di legno rossiccio era in piedi accanto alla porta, mentre alla mia sinistra c'era un'altra uscita semi aperta.

Decisi di alzarmi per perlustrare il posto dove mi trovavo, adottando una posizione difensiva. L'ultima cosa che ricordavo era di essermi addormentata nella stanza bianca, parecchio tempo dopo che Darrell se ne fosse andato. Tentai di sforzare la mia memoria ma non riuscii a ricordare nulla che potesse suggerirmi il modo in cui ero arrivata lì. Sembravo essere caduta in un sonno così profondo che avevano potuto spostarmi di peso.

Mi diressi verso la porta semi aperta, dalla quale filtrava della luce. Mi preparai a incontrare chiunque vi fosse dall'altra parte, ma, affacciandomi, la trovai vuota.

Entrai completamente, osservando ciò che mi circondava. Ero in una stanza da bagno abbastanza grande, con una doccia e un'enorme vasca tonda che occupava la camera per metà. L'aria era riscaldata e carica di profumo di lavanda, che veniva emanato dall'acqua limpida che stava all'interno della vasca. La toccai quasi con desiderio, trovandola ancora calda. Vicino al muro, sui bordi, erano posizionati alcuni flaconi di sapone umidi, che mi fecero capire che il loro contenuto era stato parzialmente rovesciato nell'acqua.

Mi tastai i capelli sentendo tra le mie mani quello che appariva come un nido d'uccello. Nemmeno ricordavo l'ultima volta in cui avevo dedicato attenzione al mio corpo, e iniziavo a sentire il bisogno di lavare via tutto ciò che avevo passato in quei giorni. La vasca sembrava quasi invitarmi a fare un bagno, mentre il calore usciva da alcuni bocchettoni alle pareti, carezzando gentilmente le zone esposte del mio corpo.

Alla fine mi decisi e tornai alla porta per gettare un'occhiata alla stanza dove avevo dormito. Sembrava tutto come l'avevo lasciato, perciò decisi che mi sarei sbrigata, ma perlomeno mi sarei data una lavata. Chiusi a chiave la porta del bagno, temendo che qualcuno venisse a reclamare quel paradiso momentaneo trovandomi con le mani nel sacco.

Spensi la luce e, al completo buio, mi spogliai infilandomi nella pozza bollente. Aprii l'acqua, che mi si riversò addosso cadendo con uno scroscio nella vasca già mezza piena. Rimasi lì, strofinandomi la pelle sotto il getto ardente, sperando di poter lavare le ferite che, altrimenti, non sarebbero mai guarite. Sfregai il mio corpo finché non sentii la pelle irritarsi, e solo allora mi immersi completamente dentro l'acqua, cercando di districare i capelli con le dita. Sembravano essere fatti di cartone, me la stavano facendo pagare per non averli lavati per tutto quel tempo. Decisi di rilassarmi un momento e pensarci dopo, quindi chiusi gli occhi e sospirai, avvolta dal calduccio delle acque che ormai arrivavano all'orlo.

Nonostante i miei propositi di sbrigarmi, fui asciutta solo una mezz'ora dopo poiché non riuscii a non rilassarmi un pochino tra il profumo del bagnoschiuma, il calore della vasca e il buio concreto che avvolgevano le mie membra. Ciononostante, nessuno venne a bussare e reclamare il proprio bagno, quindi iniziai a preoccuparmi. Ora che avevo soddisfatto il bisogno di darmi una pulita, dovevo risolvere il mistero e capire dove fossi e come ci fossi arrivata. Ma, prima di tutto, avevo bisogno di vestiti puliti.

The Changers - EvanescenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora