His Hidden Hope.

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(Canzone consigliata per la lettura: "Mirai" delle Kalafina.)


"Yume wo kanaete
Hitori de sagashiteta hoshi no
Onaji hikari wo
Kimi ga mitsumete iru dakede
Itsumono yoru ga yami ni somaru koro
Hashiridaseru hazu
Hitori ja nai kokoro-tachi no you ni"


Cercava nello splendore delle stelle quella lucentezza che la sua famiglia, ormai da tempo, aveva perso. Ogni sera si affacciava e, con i capelli mossi dal vento, guardava con i suoi grandi occhi smeraldini prima le luci della città, poi quelle del cielo, che giorno dopo giorno sembravano sparire gradualmente e farsi meno lucenti. Quello era il suo momento preferito: quando guardava le stelle la tempesta nel suo cuore si placava e tutto, per un attimo, ritornava sereno. Non di rado la notte era buia, e la superba volta del cielo costellata di diamanti era coperta da nuvoloni neri che annunciavano tempesta. In quei casi le riflessioni si facevano ancora più profonde e quel cielo plumbeo gli ricordava tanto l' oscurità in cui lui, i suoi fratelli maggiori e quello che una volta era stato suo padre erano piombati all' improvviso. Altrettanto frequentemente lacrime calde e salate scendevano dagli occhi per poi rigare le guance del suo giovane volto per poi morire sul mento.

"Akeyuku sora wa
Dareka ga shinjita ashita wo
Uragiri tsuzukete
Soredemo chiisana inori wo
Akiramenai yo
Todokanai to nakinureta
Kimi wo tada dakishimetai
Soba ni iru yo, zutto"


Era l' ultimogenito degli Arclight, il terzo dei figli, e stranamente quello che più provava nostalgia verso il passato. Michael, questo era il suo vero nome, aveva un' indole dolce, gentile ed obbediente, inoltre era colui che teneva di più alla propria famiglia. Odiava terribilmente vedere Christopher e Thomas litigare, anche se tra fratelli era piuttosto normale, e nonostante suo padre Byron, ormai diventato Tron, non si potesse più definire un "padre", continuava a volergli bene.
Dato il suo carattere obbediva senza fiatare a qualunque ordine gli venisse dato e lo eseguiva scrupolosamente, perché per lui il nucleo familiare era sacro e avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di farlo ritornare sereno e gioioso com' era un tempo.
Avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di avere vendetta sul Dottor Faker. Così era diventato Three, ed aveva deciso di mostrarsi più forte di quanto non fosse in realtà. 

"Sonna sabishii kokoro ja
Daiji na mono mo nakushite shimau yo 
Sukoshi yasashii mirai wo shinjite ii'nda to 
Kanashimi wo atatomete agetai"

Si mostrava forte, certo, ma dentro era molto più debole. Ogni giorno per lui era diventato una perenne battaglia tra l' oscurità e la luce, una battaglia che solo di sera riusciva, solo parzialmente, a placarsi. Aveva dovuto diventare un "cattivo" e questo suonava alle sue orecchie, così come a quelle di chi lo conosceva, come una terribile contraddizione.
Doveva diffondere tristezza quando il suo sogno era ricevere e donare amore a tutti coloro cui voleva bene.

"Machi wa shizuka ni
Kimi ga egaita hibi no naka
Kazoekirenai
Yume no akari ga kieru koro
Itsumono yoru ga kagayaki hajimeru
Kimi wo mamoritai
Hitori ja nai kokoro de yuku
Mirai..."

Però una piccola scintilla in lui gli permetteva di tirare avanti senza troppe difficoltà. Tra i suoi viavai delle Cacce ai Numeri e il profumo del tè caldo, lo sorreggeva la speranza che qualcuno, dotato di un potere diverso, avrebbe potuto salvare tutti loro dalla disperazione. E quel qualcuno era Yuma.
Dopo la sua vittoria, lui gli aveva affidato il destino della famiglia Arclight, certo che quel ragazzino che possedeva il Numero Originale, Astral, e aveva l' energia al massimo sarebbe riuscito nel suo intento.
Da allora le notti scure per lui avevano cominciato a risplendere e quelle stelle all' inizio così fioche rinnovavano la loro luce, che si faceva sempre più vivida.
E si era addormentato con la certezza che il suo desiderio, prima o poi, sarebbe diventato realtà.
Aveva fatto ciò che poteva... E ne era immensamente felice.  

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