Freddo. Poco ma pur sempre freddo. Chi non lo prova prima di morire? Già, perché lui stava andando a morire. Lo sapeva. Lo aveva scelto.
Forse, però, non era solo la consapevolezza della morte a pochi passi da lui a fargli provare quel brivido lungo la schiena. Che centrasse il ghiacciolo che aveva tra i denti? Probabile.
Dopo aver buttato il bastoncino di legno tra dei cespugli (cenere alla cenere, legno al legno), Harry entrò di soppiatto nella radura con il suo mantello a renderlo invisibile. Davanti a lui vide un falò strada e alcune persone attorno che tenevano lunghi bastoni con qualcosa di bianco e molliccio sulle punte che facevano arrostire sul fuoco.
-Dolohov, passami un altro marshmellow-.
-Certo, capo-.
Un fruscio di plastica distrasse Harry dalla contemplazione di quei deliziosi dolcetti e si diede due schiaffetti sulle guance per riprendersi del tutto.
"Ripigliate!! Sei qui per un motivo, non per quei bellissimi.. e buonissimi.. marshmellow.." si ammonì mentalmente ed inutilmente.
-Harry deve ancora arrivare?- chiese uno dei tipi seduti e incapucciati. Mangiamorte, sicuro.
-A quanto pare- disse scocciato quello che avevano chiamato “capo” poco prima. Lord Voldemort. Un brivido di raccapriccio attraversò le membra del ragazzo alla vista del suo viso. Una seduta dal chirurgo plastico, no eh?
-Pensavo che sarebbe venuto.. dopotutto abbiamo il suo amico gigante. Evidentemente mi sono sbagliato-.
-No- proruppe Harry mostrandosi finalmente ai presenti –sono qui-.
-Harry!!- lo chiamò una voce possente che riconobbe come quella di Hagrid –finalmente sei arrivato! Mi si stanno addormentando le gambe a stare legato a 'sto cacchio di albero-.
-Non ora, Hagrid- gli rispose Harry che guardava Voldemort dritto negli occhi.
-Harry! Era ora! Stavamo per finire i marshmellow. Ne vuoi uno prima di morire?- gli chiese quest’ultimo sventolando il bastone verso di lui e sorridendo sornione come un gatto davanti a un topo in trappola.
"Devo resistere.. non devo… marshmellow…" pensò distrattamente il ragazzo mentre avanzava verso il falò. Troppo distrattamente. Tanto da non vedere una radice spuntata dal terreno e inciamparvi sopra.
L’unica cosa che riuscì a capire fu un “Dannazione Harry!” urlato con astio prima di cadere e picchiare la testa su una pietra.Buio. Un lampo e di nuovo buio.
Ma che sta succedendo..?
Buio. Buio. Lampo. Buio. Un altro lampo. Buio.
E basta!!
Buio. Un lampo più lungo di prima. Buio. Buio. L..
-Hai rotto!- sbottò Harry aprendo gli occhi. Un urletto rispose alle sue parole e, muovendo gli occhi verso la fonte di quel verso, scoprì che apparteneva ad un bambino con una torcia. Ad un orrendo bambino con una torcia.
Si sollevò veloce e si allontanò facendo una smorfia di disgusto.
-Chi diamine sei?-.
-Lascialo stare, non puoi fare niente per lui- cantilenò una voce dietro di lui che si girò spaventato.
"Ho perso altri cinque anni di vita, santo Merlino! Ah, no.. sono già morto.."
-È bello rivederti, Harry Potter- disse un vecchietto con una lunga barba.
-Albus Percival Wulfric Brian Silente!-.
-Harry Potter!!-.
-Albus Percival Wulfric Brian Silente!-.
-Harry..-.
-Albus Percival Wul.. ok, basta- disse dopo un’occhiataccia del vecchio Albus blablabla Silente – perché quella cosa ha una torcia? Che ci fa qui? Cosa ci faccio io qui? E dov’è questo qui??-.
-Quante domande..-.
-Quattro, non sono tante-.
-Per un signore della mia età sì! Vuoi che ti risponda, sì o no?-.
-Sìsì-.
-Bene, però prima andiamo a farci una passeggiata-.
"E ti pareva.." pensò il giovane alzando gli occhi al cielo ma mettendosi al fianco di Silente.
-Allora.. dove siamo?-.
-Non lo so-.
"Fantastico.."
-Come non lo sa?!-.
-Io non lo so perché questa è la tua festa. Devi dirmi tu dove siamo-.
"Festa? Mia?!"
Nonostante non capisse le parole dell’ex-professore e sospettasse che si fosse fatto qualcosa di pesante, Harry si guardò attorno dubbioso.
-Sembra.. sembra la stazione di King’s Cross!-.
-La stazione di King’s Cross?!- chiese allibito Silente.
-S-si-.
-Oh per tutte le sottane di Morgana! Non potevi scegliere un posto migliore per la tua festa? Guarda tu 'sti ragazzi d’oggi.. tutti privi di fantasia..- borbottò il vecchietto sedendosi su una sedia apparsa dal nulla e ricevendo uno sguardo sconcertato e dubbioso in cambio.
-Ehm.. seh.. ora, professore, potrebbe risponde alle mie domande?-.
-Certo, ragazzo. Ma di quali domande stai parlando?- chiese candidamente.
-…. Va bene.. che ci facciamo qui professore? Siamo entrambi morti?-.
-Semplice questa, la so: tu non sei morto-.
-Cosa?! Ma.. ho picchiato la testa contro un masso davanti a Voldemort.. e-e mi sono risvegliato qui!- disse sconvolto notando appena che al nome del Signore Oscuro il bambino-coso poco distante di prima era trasalito e lo guardava stupito.
-Già, che morte indegna sarebbe stata.. ma a quanto pare non sei morto. Sai, no? Le forze astrali, il bene e il male, il buio e la luce, i cani e i gatti, la cicogna e il carciofo.. capito, no?-.
-Ehm.. no-.
-Fa niente. Comunque, per rispondere all’altra tua domanda il pezzo di anima di Voldemort che avevi dentro di te è morta e nessuno può più fare niente- disse indicando l’esserino che aveva preso a piangere.
Che spettacolo orrendo..
-In realtà io non le avevo chiesto..-.
-Eh, ma sei inaccontentabile, ragazzo mio!-.
-Mi scusi..-.
-Sìsì, non preoccuparti ma siccome abbiamo poco tempo cerca di tenere a freno quella lingua e lasciami parlare, ok?-.
-Va bene..- concesse Harry poco convinto.
-Voldemort non ha mai capito quali sono le cose più importanti _ io sì modestamente_ ed è convinto che il potere sia tutto ciò che conta nella vita. È per questo che non ha valutato l’efficacia dell’incantesimo che fece tua madre per salvarti, ed è sempre per questo incantesimo sottovalutato _non da me, ovviamente_ che tu non sei morto. Voldemort avendo dentro di sé alcune gocce del tuo sangue ha anche una piccola parte dell’incatesimo di Lily per cui finchè lui vive, tu vivi. Penso centri anche il fatto che la Bacchetta di Sanbuco non sia propriamente sua ma tua, visto che hai disarmato Draco Malfoy, il legittimo proprietario dopo di me- disse trionfante Silente.
Silenzio.
Silenzio.
Silenzio.
-Ehmbè? Non dici niente?-.
-Mi ha detto lei di non parlare!-.
-Ma dimmi te.. non ci sono più i ragazzi di una volta.. da quando in qua si ascolta uno che ti dice di startene in silenzio? Bah.. comunque- riprese torvo per la macata reazione da parte del giovane alla sua brillante confessione – ora passiamo alle cose più importanti: i Doni. Sei stato bravo, lo devo ammettere, ti sei comportato in modo migliore di me _anche se rimango comunque bellissimo. Io sono stato egoista in una maniera che non puoi nemmeno pensare.. egoista e indegno di possedere i Doni della morte al pari di Voldemort, al contrario tuo _anche se rimango il più affascinante tra i tre. Quel babbuino non è nemmeno riuscito a distinguere la Pietra della Resurrezione prima di trasformarla in un Horcrux.. ma questa è un’altra storia..-.
Un lungo fischio interruppe le parole del professore che sospirò sollevato incurante dello spavento del giovane affianco a lui.
-Finalmente è pronto il the.. Harry, è stato un vero piacere rivederti ma spero vivamente di non rincontrarti tanto presto. Ora, segui questi binari e vai sempre dritto, se vedi un muro hai sbagliato strada e ti tocca ritentare ("Ma se è dritta come faccio a sbagliare...?" pensò dubbioso Harry) ma se ti ritrovi in una spiaggia torna indietro e vieni a chiamarmi. Io la sto cercando da settimane ma Pietro me la sposta di continuo, quel furfante... Adesso è il momento di andare, su!- e tutto questo lo disse mentre gli stringeva la mano agitandola esageratamente tanto che se Harry si fosse ritrovato il braccio ancora attaccato sarebbe stato solo per miracolo.
-V-va bene.. p-però lei mi deve lascia..re il b-braccio..-.
-Mi par ovvio, ragazzo. Addio!- e dicendo così lo spinse verso i binari.
Harry non fece in tempo a capire che cosa stasse accadendo che si ritrovò di nuovo steso a terra ma non sul pavimento lucido e maniacalmente pulito della stazione, bensì sullo sporco terreno bagnato e brulicante di animaletti che passavano incuranti della sua presenza. Che meraviglia.
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Per un finale alternativo. Più o meno.
HumorNon mi assumo assolutamente alcuna responsabilità per questa storia perché l'ho scritta di getto almeno quattro anni fa, una notte afosa di agosto, alle tre di notte e con l'ansia di non riuscire a finirla in tempo. Capitemi: era una piccola sfida t...