Lo Spirito della Rinascita

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Racconto breve partecipante allo Spring's Fantasy Contest indetto dalle admin NaomiTolmeen e Hanna-dha di SWATT_ita.

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Lo Spirito della Rinascita

Quando in alto il cielo non aveva ancora un nome
e quando in basso alla terra non era stato imposto ancora nome alcuno,
An, Padre del Creato primordiale, guardò la sua opera e vide che in essa v'era perfezione.
In quel giorno lontano prese dimora nel cielo imperituro
e lo divise dalla terra, sancendo le Leggi dell'Ordine.
Egli osservò i suoi figlioli e gioì nel cuore,
decretando i destini dei regni e della sua progenie divina.
A Enlil, il maggiore, conferì lo scettro del comando
e dal suo scranno, Colui che decreta i Destini
stabilì le Leggi della Vita e distribuì i poteri fra gli Dei Anuna,
e essi crebbero in forza e gloria, ognuno col ruolo che gli si confaceva.
Nelle sue aule celesti, An rivolse lo sguardo antico ai suoi figlioli divini e alla terra virante
e sorrise perché era cosa buona.
Ma avvenne un dì che le messi e il bestiame apparvero spossate oltre ogni dire
e Enlil, accorato, disse: «A Emeš, Signore d'Estate, sarà consegnata la stagione della vita, della procreazione e della crescita.
A Enten, Signore d'Inverno, sarà consegnata la stagione della quiete, del silenzio della vita e del riposo. In egual misura verranno divisi i vostri regni. Sia così».
Gli Dei Anuna gioirono.
Ben presto però gli Dei gemelli entrarono in lotta, pretendendo un maggiore potere sulle creature mortali.
La terra fu colta dallo scompiglio e a nulla valsero gli ammonimenti.
Così, Enlil, adirato, si rivolse al padre An.
An, Signore Supremo, apparve al loro cospetto, ammantato di temibile possanza.
Gli Anuna, reverenti, chinarono il capo, ma i gemelli, Emeš e Enten, inveirono contro il loro creatore, gridando il loro disappunto.
Enlil ammutolì, sgomento.
An si sollevò e con giudizio tremendo tolse loro la facoltà di parola,
poi scagliò la terra e le sue creature nella morsa ferale del gelo e del ghiaccio,
cosicché perisse l'insolenza e della sua schiatta sventurata
e Emeš e Enten, ancora in conflitto, furono tramutati in statue di neve.

Il bue sollevò i grandi occhi scuri come bitume verso il cielo minaccioso, dove spessi cirri neri si stavano accumulando solerti e rabbrividì nelle ossa robuste mentre il turbine del vento lo investiva, facendo tremare le zampe nerborute.

Un gemito di terrore si diffuse per l'intero Creato e nel giro di un giorno e di una notte il mondo sprofondò nel buio e nel caos.

Il Dio Utu, inorridito, si ritrasse in cerca di rifugio e il sole smise di splendere. Bufere di neve inconcepibili sferzavano i cieli plumbei e lame di ghiaccio, acuminate come lance, si abbatterono sul suolo, sfregiandolo. Le piante si piegarono sotto il peso del gelo, gli animali, spauriti, cercarono invano riparo. Fiocchi perfetti di algido cristallo si sommarono l'uno sull'altro, strato dopo strato, creando una coltre di candido gelo. Nulla più si muoveva al di sotto dell'immobile drappo nevoso che aveva racchiuso la terra come in una silente bara di freddo alabastro. Il volere di An aveva calato il mondo in un'eterna era di silenzio. L'acqua non sgorgava più dalla sorgente, il grano non veniva più mietuto, il mosto appassiva nella botte, lo scricciolo aveva interrotto il suo cinguettare, il grillo il suo frinire, le fronde degli alberi, ora spogli e secchi, non fremevano più al richiamo della brezza crepuscolare.

Stremati e attoniti, gli Dei Anuna, le vesti disordinate, i calzari lesi e i piedi feriti, si accalcarono in tutta fretta nelle aule dorate della dimora di Enlil, il potente, generando grande frastuono. I loro singulti mossero a pietà il Dio che li accolse e li confortò. Essi invocarono a gran voce il suo intervento.

Zagmu. Lo Spirito della RinascitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora