Prologo

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Quattro pareti bianche mi circondano, trasmettendomi un'enorme freddezza e, proprio al centro della stanza, si trova quello schifosissimo letto, il letto dove pochi minuti fa lui se n'è andato, lasciandomi sola a combattere questa cosa chiamata 'vita', che senza di lui non sarà più degna di essere chiamata tale.

Dentro di me sento tristezza, angoscia, nostalgia, rabbia e mille altre emozioni indescrivibili, ed è come se stessero facendo una gara, dato che sono così forti, e purtroppo la vincitrice è proprio lei: la paura.

Paura di stare sola.

Paura di non aver fatto abbastanza per lui.

Paura del mio futuro che non avrà più un senso.

Paura di vivere senza di lui.

Tutto ciò mi sovrasta e quando sento il cigolio della porta che ho di fronte, seguito dall'ingresso di una dottoressa che mi comunica che devono portarlo via, scoppio in lacrime accasciandomi al pavimento e sbattendo i pugni a terra.


Vengo svegliata da una luce proveniente da una grande vetrata, ritrovandomi su uno scomodo letto. Provo ad alzarmi ma mi sento troppo indolenzita, e, quando cerco di ricordare come ho fatto ad arrivare in questa stanza, salto di scatto in piedi e corro verso la porta.

Mi ritrovo davanti ad un lungo corridoio bianco e capisco di essere ancora dentro a quel maledetto ospedale. Rendendomi conto di non saper da che parte andare, decido di correre provando tutte le uscite fino a che non trovo l'entrata con alcune dottoresse che parlano tra di loro.

"Potete spiegarmi che ci faccio ancora qui e dove lo avete portato? Perché io non-" inizio a urlare e vengo fermata da una delle dottoresse che mi guarda in cagnesco.

"Signorina lei dovrebbe prima di tutto imparare le buone maniere, e poi tornare alla sua stanza"

Ma che problemi ha questa in testa? Possibile che non mi sia permessa nemmeno una domanda? Decido, anche se con una certa difficoltà, di mantenere le staffe per dimostrarle che conosco l'educazione, a differenza sua.

"Ascolti, non credo che lei mi abbia capita." Dico rimanendo calma. "Io non sono una vostra paziente ma non so perché mi sono svegliata su una vostra stanza, come se fossi una malata, e inoltre, adesso, mi ritrovo lei che non vuole rispondere ad una semplice domanda"

La dottoressa cammina verso un banco e, con la mano, mi fa segno di seguirla. Subito dopo mi chiede nome, cognome e vari dati personali.

"Mi chiamo Ellie Watson" Dico in fretta, sperando di uscire al più presto da questo posto.

"Oh sei Ellie!" Annuncia come se ci conoscessimo da una vita. "La situazione è che alcune ore fa hai completamente perso le staffe e così abbiamo dovuto darti un tranquillante e subito dopo sei crollata"

"E mio fratello dove si trova?"

"Sono venuti a prenderlo, mi dispiace molto. Domani potrai dargli l'ultimo saluto al funerale"

Con le ultime parole mi spiazza e il mondo mi crolla nuovamente addosso. Speravo che fosse stato tutto un sogno, ma avevo solo sperato, facendo finta di dimenticarmi che tutto ciò era successo realmente.

'Stupide scommesse' penso tra me e me, lui non può essersene andato per delle stupide scommesse! Era così giovane, aveva una vita davanti e non posso pensare che la morte gliel'abbia strappata.

E ora io che farò? Come farò a vivere senza di lui? Colui che per me era ed è sempre stato tutto, da quando mia madre è morta e mio padre è stato rinchiuso in prigione. Colui che mi ha cresciuta e mi ha fatto imparare il valore delle cose. Colui che ogni volta che ero triste mi tirava su di morale. Colui che è stato per me qualcosa di più di un genitore.

La verità è che se starò ancora in questa città, per quanto ci proverò, non potrò mai essere felice. Sono terribilmente fragile, anche se cerco di nasconderlo.

Voglio fuggire. Fuggire lontano da tutto questo schifo.

\\\spazio autrice\\\

Ciao a tutti, sono Sofia e questo è il primo capitolo della mia prima storia😘

Spero vi piaccia e spero di riuscire a finire questa storia con lo stesso entusiasmo con cui l'ho iniziata!

Commentate e leggete in molti!

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