CAPITOLO 2

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Mi sono goduta queste vacanze paradisiache di spiaggia, cibo e televisione per ben due settimane e oggi, purtroppo, è arrivato il momento di tornare a scuola.

Ho cercato di pensare il meno possibile a mio fratello, e al fatto che lui non ci sia più. Ma la verità è che non si potrà mai dimenticare una persona della quale non si poteva fare a meno, ci si può solo abituare alla sua assenza, ma molto lentamente.

Mi alzo dal letto e, prendendo un completino intimo semplice e nero, mi dirigo verso la doccia. Fortunatamente mi sono svegliata presto, perché dopo essermi vestita, con una t-shirt bordeaux e dei jeans a vita alta, e aver mangiato, noto che sono giusta in tempo per prendere l'autobus che si è fermato davanti alla mia villetta proprio ora. Dovrei proprio comprarmi una macchina, così almeno dormirei un po' di più.

Sono parecchio spaventata dall'idea di andare in una nuova scuola, con professori e ragazzi diversi, non che nella vecchia avessi molti amici, ma almeno conoscevo gli insegnanti, sapevano cosa si aspettavano da me e cosa potevo o non potevo fare con ognuno di loro.

L'autobus che frena di colpo e per poco non mi fa schiantare sul sedile di fronte mi risveglia dai miei pensieri e sono costretta a scendere.

Eccomi qui. Una nuova scuola, una nuova vita.

All'esterno la scuola è interamente bianca, con moltissime finestre dai montanti verdi e rossi che danno un tocco di colore e vivacità al tutto. Cammino su un vialetto costeggiato da ogni tipologia di fiori e finalmente mi trovo davanti all'ingresso: una grande porta di vetro con attaccati vari volantini, alcuni su una partita di basket che si terrà sabato prossimo, altri sui dei corsi per la buona educazione e altri ancora su feste in palestra. Certo che si danno davvero da fare qui! Nella mia vecchia scuola era già tanto se organizzavano il ballo studentesco!

Entro e mi ritrovo su un ampio spazio dove un cartello sopra ad una porta indica i bagni, mentre un altro la segreteria. Mi dirigo verso quest'ultimo per farmi dare il mio orario scolastico con le lezioni e le aule in cui si terranno.

"Buongiorno" Dico timidamente alla signora mora e riccia, con gli occhiali abbassati, che sta dietro al vetro.

"Buongiorno, dimmi tutto signorina" Strano, non capita spesso che le bidelle siano così disponibili.

"Mi chiamo Ellie Watson e sono una nuova alunna, vorrei sapere il mio orario."

"Oh molto piacere Ellie, io sono Millie. Il preside mi ha avvisata poco fa che saresti arrivata e ha detto di recarti da lui il prima possibile."

"Va bene grazie mille e piacere di averla -" Vengo interrotta

"No no, ti prego, dammi del tu, non voglio essere presa per una bidella cattiva come le solite"

Le sorrido e annuisco. Per ora è andato tutto bene, speriamo che non cambi nulla. Inizio a cercare l'ufficio del preside ma, non trovandolo, chiedo ad una ragazza alta e con i capelli neri e lisci che sta mettendo i suoi libri nell'armadietto. Lei si rende subito disponibile ad accompagnarmi ed io, non volendo perdermi, accetto.

"Comunque piacere, Charlotte" Dice porgendomi la mano con un sorriso sincero sulle labbra.

"Piacere mio, io sono Ellie" Dico sorridendole a mia volta

Dopo cinque minuti passati tra chiacchiere, soprattutto da parte sua che mi ha spiegato da chi stare alla larga e vari scoop sulle persone che ci passavano affianco, giungiamo alla porta dell'ufficio del preside che viene aperta di scatto, seguita da un ragazzo dall'aria familiare...ma certo! E' il moro che avevo visto al mare durante i miei primi giorni qui, come dimenticarsi di due occhi azzurri così incantevoli? Esce sbuffando e, dopo avermi urtata, mi manda a fanculo. MA CHE PROBLEMI HA? Può essere arrabbiato quanto vuole per i suoi stupidi motivi ma, dato che io non c'entro, non ha il diritto di trattarmi così. Charlotte deve aver capito cosa mi passa per la testa che mi fa girare verso di lei e mi mette le mani sulle spalle, in modo rassicurante.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 28, 2017 ⏰

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