Love is blind

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Molti pensano che è masochismo, ma per me è l'unico modo per stare accanto a lei.

-Non so cosa fare Ji, forse sono solo cose mie. Non voglio che pensi che non mi fido di lui, perché in realtà io mi fido di lui ciecamente.

Sorrido tristemente assicurandomi che lei non mi veda. Voglio rispondere che lo so, so che lei è ciecamente innamorata di quel bastardo.

-Basta cercare di non pensarci, e goditi il tempo che passi insieme a lui.

Così come faccio io, penso, e lei mi sorride.

-Hai ragione, non so nemmeno perché mi preoccupo. Lui non ha mai fatto nulla per farmi del male, cioè, almeno non intenzionalmente.

Si alza sorridente e bevve del suo bicchiere di vino.

-Grazie per stare sempre al mio fianco, Ji. Ti voglio bene, ci vediamo domani.

Se ne va, lasciandomi con un enorme vuoto che si sente come se non potesse essere riempito da nessun altro che non sia lei. Sospiro e mi alzo per lasciare il bar dove ci incontriamo lei e io, così posso ascoltarla parlare di quel bastardo che non è altro, un bastardo.

Non posso contare con le dita delle mie mani le tante volte in cui lei si è ubriacata fino all'inconscio, le tante volte che lei ha pianto fino a rimanere senza lacrime.

Esco dal bar e cammino per raggiungere il mio appartamento, finché non vedo la solita scena. Quel bastardo baciando un altra donna, una donna che non è lei.

Mi disgusta pensare che dopo aver baciato quella donna, quel bastardo bacerà lei. Sono arrabbiato a pensare che lei e quel bastardo si sono conosciuto a causa mia.

Viviamo nello stesso palazzo, io e quel bastardo, e lei costantemente veniva a trovarmi. Poi lei lo vide e mi chiese di presentarla. Che cosa potevo fare? Solo vedere e tacere, perché non voglio che lei mi odi e non volevo che si arrabbi con me, come quella volta.

-Non è possibile. Forse non hai visto bene.

-No. Sono al cento per cento sicuro di quello che ho visto. Era lui che si baciava con un'altra donna.

-Puoi non ripeterlo più?

-Lo sai che ti voglio bene, e non te l'avevo detto prima perché non volevo ferirti, ma questa è quasi la ventesima volta che lo vedo in una situazione come questa.

-Non capisco perché continua a parlare male di lui. Lo so che sei mio amico, e vorrei crederti, ma se non lo vedo con i miei occhi, o se non lo sento dire dalle sue labbra, non potrò crederti.

Lei non mi ascoltò e gli credette lo stesso. Non abbiamo parlato per più di quattro mesi, e poi è arrivata piangendo davanti alla porta del mio appartamento.

-Ji Yong-ah, mi dispiace. Avrei dovuto crederti. Mi dispiace tanto.

Quel giorno è rimasta a dormire con me. Quel bastardo l'aveva tradito ancora, e questa volta lei lo aveva visto con i propri occhi, così come voleva. Aveva pianto sul mio petto tutta la notte e avevo davvero voglia di uccidere quel bastardo.

Passarono alcune settime, e lei lo aveva perdonato. Ha senso che io continui a seminare una speranza che avrei dovuto perdere da tanto tempo? Forse la capisco, il mio amore per lei era anche cieco e incondizionato.

Passo di fianco a quel bastardo, e come sempre, ho il desiderio di ucciderlo, ma mi trattengo, e vado al mio appartamento. Mi sdraio sul letto e chiudo gli occhi, sperando che almeno nei miei sogni, non senta il dolore al petto che è presente da tanto tempo.

Mi sveglio non appena sento urla e singhiozzi fuori dal mio appartamento.

Riconosco subito quel pianto, e mi alzo dal letto e poi corro verso la porta.

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