Capitolo 1

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"Bella... La parola bella è nata insieme a lei..."

Non c'è modo migliore di iniziare la giornata che con Notre Dame de Paris. Certo poi c'è la scuola a rovinartela ma almeno è iniziata bene.

Maia aspettò che finisse la canzone poi si fece forza e si alzò. Si guardò intorno e si ripetè che doveva riordinare la sua stanza.

Andò in bagno per togliersi l'apparecchio, si sciacquò la faccia assonnata e si guardò allo specchio.

"Sono un quadro monocromatico." Pensò tra sè e sè. In efetti aveva la carnagione perennemente abbronzata, gli occhi marroni come il cioccolato fondente e i capelli castani scurissimi.

Dal cellulare partì la seconda sveglia che la avvisava di andare a far colazione (sulle note di "Guerriero") così scese di sotto. In cucina trovò solo suo fratello mezzo addormentato sulla tazza del latte.

"BUOOONGIORNO MIKYYYYYY" urlò entrando.

"AHHH!!! SEI PAZZA!!!" gridò lui saltando dalla sedia.

"Sei tu che dormi sempre." Rispose lei. "E ti dimentichi le cose importanti."

"Cosa?" Chiese premendo i palmi sulle palpebre.

In quel momento entrarono nella stanza i genitori con un'enorme torta al cioccolato con 15 candeline.

"Ahhhh!" Commentò Micheal. "E scusa parlavi di cose importanti! E chi ci pensava a questo! Tanti auguri sorellona!"

La torta venne posata davanti a Maia che spense le candeline esprimendo un desiderio.

"Cosa hai desiderato?" Chiese il fratello.

"Mica te lo dico!"  Rispose Maia.

Suo papà Marco le diede un bacio sulla fronte poi disse:

"Un buon compleanno a te e un buon anniversario dell'adozione a entrambi!"

Mamma Anna rise ma poi si mise a piangere.

"Mamma che hai?" Chiese preoccupata Maia.

"Nulla un po' di emozione... è solo che sono passati nove anni e voi siete così cresciuti..."

"Ma non devi piangere mamma!" Disse Micheal.

"Non ce ne andiamo mica!" Aggiunse Maia.

"Ci vuole un bel abbraccio di gruppo!" Concluse Marco.

E fu un abbraccio meraviglioso. Uno di quelli che risultano tra leimmagini quando su internet cerchi "famiglia". Un abbracccio che univa i ricci neri di Micheal, quelli biondi di Anna, i capelli castani di Maia e quelli ormai bianchi di Marco.

"Rimarremo sempre uniti." Sentenziò Maia.


Mentre andava verso scuola Maia stava attenta a non rovesciare la torta quando per poco non sbattè contro la sua migliore amica.

"Letizia!" esclamò.

Quella si girò e si accorse della sua presenza.

"Ciao Maia! Auguri!"

"Fammeli dopo gli auguri ora aiutami con la torta!"

Letizia era una ragazza incredibilmente solare. Aveva i capelli riccissimi e scuri e portava gli occhiali. Anche lei aveva gli occhi castani ma un po'più chiari di quelli di Maia.

In due riuscirono miracolosamente a portare la torta sana e salva in classe.


Riuscì a ritagliarsi un momento con Leti trascinandola in bagno.

"Ho una cosa per te!" Le disse.

"Ma nooo!!!" Protestò Letizia. "Oggi è il tuo compleanno!"

"E tu mi darai il regalo alla festa di sabato ma oggi ho io una cosa per te."

La mise davanti allo specchio e tra i capelli pettinati in una crocchia perfetta le mise un fermaglio dorato a forma di fiore.

"Questo me lo sono portato dal mio regno." Raccontò.

"E' bellissimo!" Esclamò Letizia.

Si abbracciarono e Maia si lasciò andare tra le braccia dell' amica. Gli abbracci la facevano sentire al sicuro e amata come nessun'altra cosa.

"Ora però," disse Letizia, "meglio toglierlo che con me non fa una bella fine."

Si tolse il fermaglio e tornarono in classe.

 

Alla ricreazione vennero spente tutte le luci e accese di nuove delle candeline col numero 15.

"Tanti auguri a te!

Tanti auguri a te!

Tanti auguri a Maia!!!!

Tanti auguri a te!"

La canzoncina era senza dubbio la parte più imbarazzante di ogni compleanno.

"Si smette mai di cantarla qui in Italia?" Chiese Maia ridendo.

"Nope." Rispose Letizia. "Da noi si fa così. Da voi come si fa?"

Maia si ammutolì. Nel suo regno i compleanni non erano una festa, non per lei almeno. Il suo sesto compleanno era stata l'ultima volta che aveva visto i suoi genitori.

"Non mi ricordo." Disse. "Manco da molto."

"Raccontaci qualcosa del tuo paese!" Chiese Ettore, un ragazzo dai capelli biondi.

"Mi ricordo pochissimo..." Cercava di sviare la domanda, non aveva alcuna intenzione di parlare di Zanfira.

Per fortuna Letizia se ne accorse e cambiò argomento.

"Oh la ricreazione finisce mangiamo la torta!"

E così il passato venne dimenticato. Per il momento.

La Principessa di ZanfiraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora