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ho fatto qualcosa la scorsa notte che abbia fatto
pensare che io sia sano di mente?

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strizzò gli occhi in vista della sua preda da lontano

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strizzò gli occhi in vista della sua preda da lontano. il cervo stava masticando con calma l'erba deliziosa, ignaro dei propri dintorni.

l'uomo campagnolo di mezza età dovette regolare il suo ritmo respiratorio. era un fattore cruciale per lui mirare adeguatamente in modo da poter uccidere la sua preda con un solo colpo.

la caccia era il suo hobby settimanale. il suo buon amico, arrivato ieri da daegu, decise di cacciare in un altro terreno per separarsi.

ognuno di loro sapeva che avrebbero fatto meglio da soli invece di restare in coppia. perciò l'altro uomo si incamminò per un'altra strada, opposta dal suo amico di busan.

amava la sensazione di sentirsi il cacciatore. dava all'uomo la scarica di adrenalina ogni volta che inseguiva e cacciava la sua preda. gli dava vita.

lui era il cacciatore, potente e forte mentre la preda, vulnerabile e debole.

gli aspetti del vincitore e del perdente.

tutto era un gioco per lui. la caccia era il suo preferito tra tutti.

era vicino. poté percepire che fosse arrivato il momento, in cui sapeva di essere pronto al 100% ad uccidere. il cervo sarebbe morto in una questione di secondi.

mentre stava per premere il grilletto, si sentì un altro sparo. il suono pungente risuonò nell'aria sempre molto chiaramente. sentendo il forte suono, la sua preda fuggì, scattando verso la direzione opposta, via dal cacciatore.

l'uomo entrò in panico. lo sparo che aveva sentito sembrava così vicino, troppo vicino a lui.

non poté fare a meno di avvertire un senso di paura crescere dentro di sé. trattenne il respiro e si guardò intorno. i boschi erano in qualche modo calmi, ad eccezione del fruscio delle foglie degli alberi a causa del vento.

in un lampo, si sentì un altro sparo. questa volta, la pallottola colpì il suolo vicino a lui. l'uomo scattò in piedi per mettersi a correre, lasciando il resto della sua fornitura e afferrando solo il suo fidato fucile.

era lui ad essere cacciato?

non riusciva a comprendere cosa stesse accadendo ma tutti i suoi istinti gli stavano urlando di correre per salvarsi la pelle.

l'uomo terrorizzato riuscì a correre in direzione di un'enorme roccia e a nascondersi dietro di essa. forse qualcuno aveva erroneamente pensato che fosse lui la selvaggina, non un altro cacciatore.

con respiro irregolare, provò a calmarsi. non si era mai sentito così mortificato e vulnerabile in tutta la sua vita.

tutte le sue prede si sentivano in quel modo?

era sempre stato il cacciatore, mai il cacciato.

solo pochi momenti fa, estasiato che sarebbe stato capace di uccidere la sua preda. ma adesso era una svolta drastica degli eventi, con i ruoli invertiti.

diede un'occhiata, analizzando i boschi. l'uomo scosso era sicuro di essere al sicuro. non riusciva a sentire alcun suono o rumore distinto. magari il sul cacciatore aveva trovato un'altra preda oppure aveva rinunciato.

fece un passo dal suo nascondiglio. l'uomo sospirò con sollievo, asciugando il proprio sudore freddo.

BANG!

il sangue rosso cremisi uscì dalla testa dell'uomo mentre crollava sul suolo. i suoi occhi castano chiaro, pieni di shock, rimasero aperti.

un preciso foro di proiettile era visibile sulla fronte dell'uomo. il sangue scorreva sul suo viso, in mezzo agli occhi, macchiando lo sporco marrone sotto di lui.

i boschi divennero un'altra volta silenziosi.

tick tock

"oh mio dio! pensavo che ti fossi perso nella foresta." la donna pianse di sollievo, abbracciando il piccolo individuo.

"dove sei stato?!" chiese con rabbia, prendendo il suo viso tra le mani. "ho sentito degli spari! ero così spaventata che ti potesse succedere qualcosa!"

"stavo inseguendo gli animali. scappavano via da me." rispose l'individuo, senza emozioni. "non volevo lasciarli andare." sussurrò, guardando giù il suolo.

la donna sospirò, arruffandogli i capelli. pensava che non l'avrebbe mai più rivisto, le foreste di busan erano conosce per essere una delle più estese in corea. le persone, specialmente i turisti, tendevano a perdersi.

"non farlo mai più jimin, mi hai sentito? non sparire dal mio campo visivo senza dirmelo." disse fermamente. il ragazzo annuì di risposta.

sua madre gli sorrise calorosamente prima di scorgere qualcosa nelle mani del figlio. "perché hai questo?" strappo l'oggetto pericoloso dalle sue mani, esaminandolo.

"dove l'hai preso?" comando con mani tremanti. jimin la guardo negli occhi, "me lhamdato papà. ha detto che avrei potuto usarla nella foresta." delusa, sua madre scosse la testa.

come poteva suo marito dare un oggetto del genere al loro bambino do 10 anni?

"a proposito, dov'è tuo padre? lui e il suo amico dovrebbero già essere tornati dalla caccia."

"non lo so, mamma-" rispose.

"magari hanno perso il gioco."

abstruse ; bangtanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora