La Sirenetta

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Un giorno.
L'ultima chance.
Se non volevo diventare una schiava dovevo sfruttare quest'ultima occasione.
-Allora...ci sarai al matrimonio vero?- domandò il ragazzo davanti a me.
Annuì sorridendo non potendo rispondere a voce.
Se volevo recuperare la voce dovevo assolutamente farlo innamorare.
-Perfetto, ti aspetto allora- esclamò Eric salutandomi e rientrando a castello.
La.brezza marina soffiava sul mio volto richiamandomi al mio stato principale. Eppure non potevo.
Quanto avrei voluto tornare là sotto, con i pesciolini a solleticarti la coda, le alghe come ornamenti floreali, dalle mie sorelle....da papà.
Ma non potevo. L'amore era qua, in questo castello.
-Arielllll- mi chiamò Flounder dal mare -allora ce l'hai fatta? L'hai conquistato?- il pesciolino mosse la coda di poco per l'eccitazione.
Guardandolo meglio mi.face pensare a un grande pallone.
Scossi la testa sconsolata.
La vista iniziò ad appannarsi rendendomi la visuale distorta.
Quanto avrei voluto la mia voce, per urlare,sbraitare, gridare a tutto il mondo l'unica cosa che mi avrebbe reso felice. Lui.
Le onde si infransero contro gli scogli.
Sarebbe stato bello avere una forza di volontà come quella delle onde:loro tentano in ogni modo di spaccare gli scogli,eppure puntualmente non ce la fanno. Nonostante questo ritentano e ritentano,senza mollare mai. Eppure non si accorgono che,in realtà, ogni colpo contro lo scoglio è un granello che si stacca da esso rendendolo sempre più debole.
-Oh su su Ariel! Hai ancora un giorno! Possiamo farcela benissimo-esclamò Sebastian.
Stava seduto lì, sopra un piccolo scoglio vicino alla riva. Non mi ero accorta neanche della sua presenza finché non lo.sentì parlare.
Eppure era ben visibile con la sua corazza rossa. Ben visibile sia per me che per i cuochi che desideravano averlo in cucina. E non come cuoco.
Non risposi all'incoraggiamento. Semplicemente mi sedetti sulla sabbia fine portandomi le ginocchia al petto e circondandole con le braccia.
Appoggiai il mento sulle gambe guardando l'oceano. Quella distesa di acqua infinita.
A volte mi.chiedevo.come fosse possibile contenere tanta acqua. E se se lo.chiede una sirena è davvero un mistero!
-Su forza, tutti in camera! C'è un matrimonio che ci aspetta!-
E sotto l'incoraggiamento di Flonder mi.alzai dalla spiaggia dirigendomi verso l'interno del palazzo.
Mi.voltai un'ultima volta verso il deserto d'acqua.
Là ,in mezzo all'acqua, un piccolo fiore galleggiava leggiadro muovendosi sotto il.moto perpetuo delle onde.
Sorrisi.
Forse c'era davvero.una speranza.

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Il ponte quel giorno era strapieno.
Ero abituata a vederlo carico di marinai con i loro vestiti a righe, le pipe in bocca e le corde arrotolate pronte ad essere annodate.
Ma vederlo addobbato per un matrimonio proprio non ci stava.
Partendo dai lustrini e i nastri bianchi attaccati ad ogni dove, si passava alle milioni di seggiole ricamate di un velluto color panna che dovevano ospitare tutti gli invitati. Fiori gialli,rossi,bianchi perfino.blu raccolti in mazzi ,ornavano le alte colonne riempite anche di striscioni rigorosamente bianchi.
E là in fondo, davanti alla marea di gente che si era ormai seduta per aspettare l'arrivo della sposa, c'era lui.
Rigido in uno smoking nero, aveva tutti i muscoli tirati e un piccolo rivolo di sudore gli solcava la fronte. Lo ammetto quest'ultimo particolare non c'era ma mi.immaginavo che stesse sudando per l'agitazione, come la maggior parte degli uomini fa.
Scarpe anch'esse rigorosamente nere, laccate e tirate a lucido splendevano di più del sole che quel giorno illuminava l'intero ponte della barca.
Mi.immaginai con la musica in sottofondo, un lungo.vestito bianco che mi fasciava il corpo, uno dei più semplici. Un mazzo di fiori in mano. Sulle seggiole tutti i miei cari e i miei amici mi sorridevano felici.
Camminando per la navata arrivai fino all'altare. Lì ,lui mi aspettava.
Mi tese la mano per aiutarmi a salire il gradino,ma nel momento in cui l'afferrai un forte suono ridusse tutta l'immagine a pezzi.
Aprì gli occhi di scatto.
La banda aveva iniziato a suonare.
Il trombone aveva distrutto il mio sogno.
Ed eccola entrare, la sposa:Ursula.
Nel suo abito bianco,in contrapposizione con la sua anima nera, camminava a passo spedito verso il principe. Voleva fare il più in fretta possibile.
Sapeva che, se fosse riuscita a sposarlo avrebbe vinto la scommessa, riducendomi in sua schiava e tenendosi la mia voce.
Dovevo impedirlo.
Far capire al principe che, in realtà amava me e impedire così il matrimonio. Ma come?
Mi riscossi dai miei pensieri.
La cerimonia era già iniziata.

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Durante tutta la durata del matrimonio la mia testa vagó per corridoi bui e biblioteche in cerca di un modo per impedire la celebrazione. Eppure nessuno idea.
-Se qualcuno è contro questo matrimonio parli ora o taccia per sempre - esclamò il prete all'altare.
Senza neanche pensare a cosa stessi facendo mi ritrovai la mano alzata in aria. Dopo aver realizzato cosa avevo appena fatto, e capito che ormai il danno era inevitabile, decisi di portare a fondo l'idea.
-Io!-urlai dal fondo del ponte -Io mi oppongo a questo matrimonio!-
Milioni di occhi puntati addosso, più di cento radiografie a corpo ,capelli,vestito, trucco.
Silenzio assoluto.
I due sposi si girarono si scatto sorpresi. Sorpreso era lui, lei sembrava più scocciata come se se lo fosse aspettato.
Solo dopo sgranó gli occhi, come feci io d'altronde. Avevo parlato.
La mia voce era uscita urlando.
Guardai la strega: gli occhi erano sbarrati e la mano destra si trovava sul petto cercando qualcosa che non c'era. Notai ,infatti, solo ora che la collana in cui teneva intrappolata la mia voce era sparita.
Mi guardai intorno.
In un angolino ,sul pavimento della nave,Scuttle teneva in.mano la conchiglia-collana...rotta.
Gli sorrisi raggiante vedendo la vittoria sempre più vicina.
-Qual è il suo motivo signorina?- domandò di nuovo il prete. Riportai lo sguardo sul sacerdote.
Mi bloccai. Passai lo sguardo su tutta la folla che schizzinosa mi guardava. Tanti brusí divennero sempre più forti dopo la mia mancata risposta.
-Bene, direi che se lei non risponde possiamo contin- interruppi Ursula nel.bel.mezzo della frase.
Non.gliel'avrei data vinta.
Non finché c'era una possibilità di vittoria.
-Lo amo!- urlai.
Il brusio cessó. La strega ammutolí mentre il principe Eric sgranó gli occhi.
Abbassai gli occhi imbarazzata mentre sentì le guance andare a fuoco.
Strizzai gli occhi desiderando di non aprirli mai più. Purtroppo non era possibile, il danno era fatto e ora bisognava portarlo avanti.
Alzai di scatto la testa.
-Ti amo da quando ti ho visto disteso sulla spiaggia tutto ferito e con i vestiti strappati. Ti amo da quando mi hai accolto.nel castello con te. Ti amo da quando abbiamo.mangiato insieme la prima volta. Ti amo da quando ti ho visto.-esclamai probabilmente sembrando disperata.
Il giovane era confuso.
-Io..non capisco..tu...com'è possibile?- balbettó Eric.
-Sarà la.solita cotta adolescenziale. Tu sei bello, grande e ricco, è normale che si sia invaghita di te- disse la sposa annoiata -Ora, amore, possiamo tornare al nostro matrimonio?- un sorriso tirato solcó il suo viso.
Feci una smorfia. Una semplice cotta adolescenziale?!  Oh no quella era l'ultima delle parole con.cui avrei definiti l'amore che provavo per il principe. Certo a meno che "cotta adolescenziale" non significasse sentire nello stomaco milioni di pesciolini, balbettare in sua presenza, arrossire ad ogni suo.sguardo, pensare a lui ogni.minuto e volere solo lui accanto.
-No! Ti prego,no- urlai per poi,dopo.essermi resa conto del volume della mia voce, abbassarla di punto in bianco-Io ho bisogno di stare con te, al tuo fianco- supplicai.
Per un momento credetti di esserci riuscita, per un momento credetti davvero.di avercela fatta.
Eric infatti mi guardò e il suo.sguardo vacilló.
Si voltò verso la futura moglie, o forse no, guardandola. Lei rimase impassibile. Forse fu solo una mia impressione, ma mi sembró di vedere gli occhi di Ursula brillare di luce verde. Durò un attimo, lo stesso tempo che dura un'allucinazione.
Non notai neanche che, nel frattempo, il ragazzo si era rigirato verso di me.
-Io....non posso,mi spiace. Sei una bellissima ragazza e la tua voce è melodiosa, anche se non l'hai mai usata fino ad ora,ma io amo questa donna- si girò verso la sposa indicandola -E voglio solo lei al mio fianco nel mio futuro-
Crack.
Un colpo al cuore.
Gli occhi mi.si appannarono rendendomi.la vista distorta.
Una lacrima. Solo una, che divennero due, tre ,quattro quando Eric, giratosi verso.Ursula l'ha bació.
Ero distrutta.
Ero fregata.
Semplicemente,ero morta.

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-Oh mia cara andiamo, ti piacerà vivere con me. Sono molto comprensiva io- esclamò la strega dirigendosi verso l'interno della caverna.
Dopo il matrimonio, raggiunto il suo obbiettivo e dopo avermi battuto, la strega ha subito mollato il principe ritornando alla sua forma normale: un polipo.
Gettatasi in mare con me a suo seguito è ritornata nella sua dimora con la differenza che tornata aveva una coinquilina con cui dividerla.
-Bé! Perché non rispondi-esclamò arrabbiata girandosi verso di me. La guardai triste abbassando lo sguardo disperata.-Oh giusto cara! Mi ero dimenticata che non puoi- disse lei con tono di scherno facendo comparire sul volto un sorriso maligno.
Mi accompagnò verso la sua dimora fermandosi poi davanti a una parete al.cui interno era scavato un grosso buco irregolare.
-Ecco il tuo letto tesoro,buon riposo- disse Ursula indicandomi il buco, guardandomi poi con un vispo e crudele sguardo. Si girò per andarsene bloccandosi subito dopo. Girò il viso verso di me e con innata felicità demoniaca esclamò -Ricordati che domani oltre a pulire dovrai farmi la pedicure!- e canticchiando un motivetto di morte pura si allontanò verso un'altra stanza.
Questo era il destino che mi aspettava da ora in poi e per sempre.
Tutto per aver accettato un patto con un diavolo.

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