Capitolo 7.

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-Buongiorno amore mio.

Disse Mirko dandomi un bacio sulle labbra, che bello aver ricominciato tutto quanto da zero.

-Giorno.

Risposi sorridendo.

-Preparati che andiamo dai ragazzi, io e Diego siamo già pronti.
Oggi ci aspetta una bella giornata tutti assieme.

Annuii e mi alzai per andarmi a preparare, una volta finito ciò andai a salutare mio figlio, Mirko mi aveva messo un po' di fretta.

-Buongiorno amore di mamma.

Dissi prendendolo in braccio e andammo via a casa di Gionata.

-Ciao raga!

Disse Gionata salutando me e Mirko.

-Ciao Dieguccio!

Aggiunse.
Entrammo e Mario stava seduto sul divano a guardare la partita, ah già, era domenica.
Ecco perché eravamo tutti insieme.

-Ciao Mario.

Dissi salutandolo.

-Ciao bro.

Disse Mirko.

-Ciao ragazzi, datemi un po' questo bambinone.

Disse Mario togliendomelo dalle braccia.
Eh già, Diego era un po' paffutello, era adorabile.

-Voi tutto apposto?

Aggiunse.

-Si, io e Syria siamo tornati insieme.

Disse stringendomi la mano Mirko.

-Grande! Siamo contenti per voi.

Disse Gionata dando una pacca sulla spalla al mio ragazzo.
All'improvviso il mio telefono iniziò a vibrare, qualcuno mi stava chiamando.

Diego.

-Scusate vado un attimo in bagno eh.

Dissi correndo via.
Una volta lì risposi.

-Che vuoi?

-Calmati, volevo sapere perché non rispondi ai miei messaggi

-Perché io con te non voglio più avere nulla a che fare, mi hai fatta stare male e adesso basta

-Ma sei scema? Prima fai l'amore con me e adesso mi dici che non vuoi più avere nulla a che fare con me? Se per te ero solo uno sfizio potevi dirmelo anche prima!

-No Diego, mi sono resa semplicemente conto che tu non sei quello che voglio.
E comunque io e Mirko siamo di nuovo assieme quindi non rompere le palle.
Ciao.

Fine chiamata.

Solo io so quanto era grande il dolore che provai dicendogli quel ciao.
Ma che potevo farci? La mia vita non poteva continuare a girare attorno a lui: adesso avevo un fidanzato, un figlio, non potevo pensare a lui che è parte del mio passato.
Non più.

Uscii dal bagno e tornai dai ragazzi che erano intenti a guardare la partita.

-Scusate ma che dobbiamo fare? Non mangiamo?

Domandai.
Tutti mi ignorarono.

-Vabbè ho capito, cucino io.

Dissi andando in cucina a preparare qualcosa.
Dopo pranzo andai nella camera da letto di Gionata per far addormentare Diego.
Una volta che prese sonno uscii dalla stanza per raggiungere gli altri.

-Mirko?

Domandai.
C'erano tutti, lui no.

-È giù fuori al portone a fare un qualcosa, non ha specificato

Disse Gionata con gli occhi fissi sullo schermo.
Questa cosa mi incuriosiva parecchio, ormai era un vizio che Mirko usciva per vari minuti e ritornava come se nulla fosse.
Volevo vederci chiaro.

Uscii anch'io e lo vidi scambiare merce con un tipo, droga sicuramente.
Lui la dava e ci guadagnava pure, il mio ragazzo era un pusher? Una volta finita l'opera chiuse il portone e si girò, fu sorpreso a vedere me.

-Da quanto sei qui?

-Dal tempo necessario per aver capito tutto.
Perché fai questo Mirko?

-Io non guadagno abbastanza per far vivere te e Diego, ho bisogno di fare questo.

-Trovarti un altro lavoro no eh?

-Non è facile...

-Sta tranquillo, da oggi io e Diego non saremo più un peso per te.

-Cosa vorresti dire con questo scusa?

-Ce ne andiamo da mia mamma, non voglio essere mantenuta da un pusher, né tantomeno voglio che mio figlio abbia un padre così.
Fammi un fischio quando la finirai.

Dissi per poi risalire le scale, ma la mano di Mirko mi bloccò.

-Mi impedisci di vedere mio figlio?

Domandò con gli occhi lucidi.
Questa cosa faceva male a lui quanto a me, ma doveva vederci chiaro.

-Si.

Risposi, Mirko mollò la presa e mi lasciò andare.

La psicologia dell'amore II|Izi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora