-Svegliati cazzo- urlai esasperata.
-Cosa vuoi?- Jon aprí un occhio guardandomi.
-Semplicemente sono quasi le 9, e tra un ora devi essere in sede. Sono venuta già quattro volte a chiamarti- dissi io.
-Evidentemente non ti sei fatta sentire abbastanza.. non sono uno col sonno pesante io- disse con un ghigno da bastardo per poi scoppiare in una risata.
Lo guardai fulminandolo con lo sguardo.
-Sei proprio un coglione- dissi ridendo
Jon si alzò dal letto, mi dette un bacio affettuoso sulla fronte e si diresse verso il bagno mentre io andai in cucina a preparare la colazione.Mi chiamo Nicole, ho 23 anni e vivo con mio fratello Jon, probabilmente meglio noto come Dean Ambrose. Quella che vi ho appena descritto è una tipica mattinata di due fratelli che a volte si lancerebbero i coltelli, ma che di stare separati non ci pensano proprio. Adoro Jon, mi ha sempre protetta da tutto e da tutti, forse a volte troppo. Ha sempre nascosto le cazzate che combinavo ai miei, come per esempio la prima sigaretta oppure mi copriva se arrivavo mezz'ora dopo il coprifuoco. E per me era la stessa cosa.. nascondevo i suoi brutti voti a scuola, oppure quando si presentava con una tipa nuova a casa stavo al gioco dicendo che fosse una mia amica. Eravamo complici di vita, abbiamo sempre fatto tutto assieme e inutile dire che fin dagli esordi in federazione, gli sono sempre stata accanto. Forse mi protegge così tanto perché sono l'unica persona che a lui è rimasta, e lui l'unica che a me è rimasta. Per carità, mettiamo in chiaro le cose, nessun lutto o cose del genere. Solamente che i nostri genitori non l'hanno mai appoggiato in quello che faceva. Volevano che studiasse per diventare avvocato, ma lui ovviamente ha scelto un'altra strada, e questa cosa non l'hanno mai mandata giù.. tanto da sbatterlo fuori di casa e mettendo anche me davanti una scelta.. stare con due persone che mi avevano sempre ostacolato ogni sogno oppure stare con l'altra metà del mio cuore. Cosa potevo scegliere?
Ricordo ancora l'aria che si respirava in casa quel giorno. Jon la mattina aveva saltato gli studi per andare ad allenarsi, e io ovviamente ne ero al corrente, come sempre. Quel giorno però qualcosa era andato storto, Jon aveva confuso gli orari ed era tornato al momento sbagliato. Ho ancora nelle orecchie le urla di mio padre e la faccia schifata di mia madre;
-Sei un coglione Jon, non combinerai mai niente nella vita, come del resto hai sempre fatto. Siete entrambi una delusione, tu e quella li- disse mio padre guardandomi.
-Non permetterti. Non permetterti mai più di rivolgerti così a Nicole- Jon lo guardava. Se avesse potuto in quel momento lo avrebbe ammazzato di botte. Ormai conoscevo ogni suo sguardo.-E perché? Alla fine cosa siete?- se ne uscì mia madre. -Un figlio che ha solo in mente il wrestling e gli amici, e una figlia che l'unica cosa che ha per la testa è scopare. Mi fate schifo, siete lo sbaglio più grande che abbia mai fatto- disse lei.
Io piangevo, Jon mi guardava. Voleva spaccare tutto, me lo ricordo benissimo.
-Ho avuto due cazzo di ragazzi in tutta la mia vita. Lo chiamate essere troia? Perché esco ogni tanto con le mie amiche? Perché cerco di stare il meno possibile qua dentro quando ci siete solo voi due pezzi di merda? Guardate me e Jon con disprezzo, ma quelli che fate schifo siete voi, solo voi. E vi ricorderete quello che vi sto dicendo, quando Jon arriverà dove merita di arrivare, perché lui è meraviglioso in tutto quello che fa cazzo. Ci mette amore e passione, a differenza vostra che non sapete proprio cosa siano. Siamo così, per carità avremo anche mille difetti, ma la colpa maggiore ce l'avete voi, che ci avete sempre lasciato soli, perché le feste del cazzo erano più importanti della recita scolastica oppure delle feste di compleanno dei propri figli. Se io ho avuto qualcosa di bello dalla vita, materiale o affettiva che sia, è solo grazie a Jon. Ci siamo arrangiati sempre da soli, e lui è l'unica persona che mi capisce, la cosa più bella che ho. Mi ha fatto da padre e da madre, mi ha sempre difesa. Ha sempre cercato di farmi stare bene. Anche quando ve ne tornavate a casa ubriachi. E non sarete di certo voi ad impedire che insegua il suo sogno, non riuscirete mai a farlo. Voi non sapete di cosa è capace vostro figlio perché non lo conoscete, e non lo meritate.- dissi urlando con le lacrime che scendevano senza sosta.
Jon mi guardava, io guardavo lui.-Non permetterti di rivolgerti così a tua madre stronza- presi uno schiaffo da mio padre.
Jon aveva gli occhi neri di rabbia. Aveva lo sguardo di un pazzo. Non lo avevo mai visto così fuori di testa.
-Ha detto la verità cazzo. Nel periodo peggiore della mia vita chi è che era sempre lì pronta ad aiutarmi? Chi c'era a chiedermi come andava quando tornavo a casa anche quando il mio carattere faceva allontanare tutti? Mi prepara da mangiare, mi fa capire cosa vuol dire vivere anche solo uscendo un ora alla sera. Le vacanze estive più belle? Quelle con lei, perché voi eravate sempre e solo attenti a non fare brutta figura coi vostri "amici" di merda. Perché i propri figli è meglio lasciarli a casa da soli la notte piuttosto che perdere le serate nei locali. E chi è che mi appoggia sempre, nonostante tutto? Lei, solo lei- disse.
-E non permetterti mai più di metterle le mani addosso brutto pezzo di merda- disse urlando sempre più forte.
Jon spinse mio padre contro la parete e iniziarono a prendersi a botte.-Basta!- urlò mia madre.
-Vattene Jon, non farti più vedere-Jon mi guardò con le lacrime agli occhi.
-Tu vieni con me Nicole- disse col nodo in gola.Mio padre era ancora seduto a terra.
-Vale anche per te Nicole, se te ne vai con quel coglione non metterai più piede in questa casa, ricordatelo bene.- disse lui.-Quello che tu chiami "coglione" mi ha salvato la vita, non ha mai osato sfiorarmi, non mi ha mai presa a botte facendomi spostare di mezzo metro e non mi ha mai dato della puttana. Quindi sì, scelgo il coglione."
E così eccoci qua, più uniti che mai nonostante tutto.. io avevo scelto lui e lui aveva scelto me.
Come ho già detto, eravamo complici di vita, dipendenti completamente l'uno dall'altro.
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"Redesign, Rebuild, Reclaim" Seth Rollins
FanfictionNon è solo una frase. Lui era riuscito in qualche modo a ridare un senso alla mia vita. Lui, Colby.