capitolo uno

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Finalmente libera da tutto, dalla scuola che per fortuna ero riuscita a superare, libera perché ora nessuno mi diceva più cosa fare, libera e indipendente.

Ho 19 anni, questo giugno mi sono diplomata (finalmente) al liceo artistico, ho fatto l'indirizzo multimediale, per poi affrontare vari corsi per realizzare film e cose del genere.
E ora eccomi qua a bordo della mia Citroen, ormai in pessime condizioni, mentre entro nelle vie di Roma.
Ho fatto un viaggio dalla fredda pianura Padana per arrivare qui e lavorare.

O meglio realizzare il sogno che ho da quando ero piccola, ho sempre amato la musica, di qualsiasi genere, ma poi ho scoperto il rap. Quello italiano.
L'ho subito amato, beh certo non tutti i cantanti, ma adoro uno, Gemitaiz.
Dopo tutti questi anni di sclerate dietro ad ogni schermo perché mi deprimevo a guardare le fidanzate di Davide de Luca, ora sono qui nella stessa città e sapere che tra due giorni potrò lavorarci affianco è meraviglioso.

È assurdo, ho coltivato questi sentimenti affettuosi verso lui senza un motivo, ho iniziato semplicemente ascoltare le sue canzoni, ad amare la sua voce, a screenshottare ogni sua singola foto, farmi film mentali, far di tutto per andare ad un suo concerto (cosa mai fatta), e ora, wow, sembra un sogno.

Dopo essermi ripresa dai miei pensieri mi accorgo che il navigatore mi ha portata finalmente a destinazione, agli inizi di Roma, tra quelle spaziose strade, popolate da palazzi, negozi strambi, auto, taxi, e hotel sono riuscita a trovare la mia nuova casa.
Per tutto un anno ho cercato su internet appartamenti a basso prezzo nelle vicinanze di Roma e finalmente è mio!

Il condominio eretto su quelli che sembrano una quindicina di piani, ha un color sabbia, infissi marrone scuro e tutt'attorno della siepe che delimita l'area tra la strada e il giardino perimetrale del condominio.

Dopo aver preso le chiavi dalla proprietaria dell'intero stabile, mi mostra il piano del mio appartamento, mi congeda e resto sola.
L'appartamento è spazio, tutti i mobili che avevo mandato da casa sono arrivati e sono perfettamente posizionati, ora toccherà a me riempirli con tutti i miei effetti personali.
La mia attenzione cade sul pavimento, giallo.

"Dio mio" esclamo schifata, marmo giallo sotto ai miei piedi, Dio che schifo.

Dopo aver sistemato la metà delle cose, quelle più urgenti, decido di chiamare una pizzeria, trovo il numero in internet, e dopo aver ordinato decido di aspettare sul balcone.
E anche qui secondo voi di che colore sono pavimento e davanzale? Giallo. Ecco il colore. Na' merda.
In casa c'è un caldo insopportabile, sul balcone la situazione è migliore, mi godo la spettacolare visuale.
Il tramonto di fronte a me, spezzato dalle alte cime degli alberi mediterranei, mentre in parallelo la strada che scorre frenetica, senza aspettare nessuno e nulla. Il vento soffia leggere e mi beo di questo momento, quanto amo l'estate.

Il suono che mi richiama è il campanello, mi precipito in casa, dove il mio telefono spara 'falsitá e cortesia'.
Mi precipito davanti alla porta portandomi il su la scollatura della canottiera e abbassando i pantaloncini per evitare di mettere in mostra il mio culo.
Apro la porta, rivelando una ragazza poco più alta di me, anche se non ci vuole molto a superarmi.

Pago e lei mi consegna la pizza
"Ascoli bella roba" afferma in tipico accento romano, la ringrazio e la congedo con un piccolo sorriso.

**Il giorno seguente

Oggi mi sono dedicata interamente alla casa, ho fatto la spesa, pulito ogni singolo centimetro, riordinato tutto, parlato per ore al telefono con i miei amici e la mia famiglia, non che non senta moltissimo la mancanza, sono abbastanza fredda a volte.

Lo schermo del telefono s'illumina, compare la scritta 'Matt' ah lui.
Beh è grazie a lui se domani lavorerò affianco di un Dio.

"Bellezza-"
"Giulia porca vacca, Giulia." A volte non lo sopporto proprio. Lo sento ridacchiare. Pff.
"Stavo dicendo, ricordati di domani, alle nove in punto precisa, sennò lo senti tu quello poi..."
"Massì, goditi la vita e non farti paranoie"
"Passo da te, a dopo"
"N-" non mi fa finire la frase che riattacca, non lo voglio qui, dopo da fastidio e io devo prepararmi psicologicamente per domani.

Il campanello suona, faccio per alzarmi ma Matt entra come una furia.

"Bellezza"

"Dio, sopprimiti, ti prego" sbuffo.
Fa il finto offeso, non può andare almeno oggi? No. Lui resta qui.

"Perché sei qui?"

"Do cosí fastidio? Starò qui con te così domani potrò svegliarti in tempo, scema"

Lo faccio dormire in salotto, mentre io passo una notte in bianco a causa di quello che farò domani mattina.

** Mattina

"Scemaaa" due grosse mani iniziano a scuotere le mie spalle, avrò dormito due ore e lui mi sveglia ora...

"Non rompere il cazzo" sbuffo alzandomi e andando a prepararmi.

Alle 8 e 20 usciamo di casa, Matt mi ha messo pressione per tutto il tempo, è uno scassa cazzi.
Prendiamo le nostre macchine, almeno ora non starà con me, e lo seguo fino al punto d'arrivo.
Prima di scendere sistemo i jeans chiari strappati, quelli a vita alta e larghi, e raddrizzo il mio top-canotta rosso, ai piedi ho le All Star nere e ho una borsa di tela anch'essa nera.

Ci dirigiamo all'entrata rimango a sistemare gli occhiali meglio e osservo il palazzo.

"Pronta?" Dice Matt

No, porca troia no.

Insegui i sogni (outro)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora