Insonnia

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Non riuscivo a dormire nemmeno quella notte. Il mare urlava e i gabbiani neri come la pece si fiondavano a frotte dentro gli antri del faro abbandonato dall'altra parte della scogliera. Ero bagnato fradicio e nemmeno un po' di acqua fresca era riuscita a calmare quella mia sudorazione eccessiva: forse avevo solo bisogno di un pompino. Era da tempo che la mia vita sessuale era decisamente peggiorata e l'ultima sporca zoccola che avevo portato a letto aveva sputato il mio superbo liquido definendolo addirittura "sgradevole": da quella sera rinunciai ad avere un rapporto completo limitandomi ad assaporare con gli occhi e la mente le formose curve sotto i vestiti di una qualche mamma felicemente sposata. Non ho mai creduto nel matrimonio nemmeno quando mio cugino David mi chiese di portare le fedi a lui e la sua attuale moglie in quella angusta e decrepita chiesetta delle Marche. L'aria profumata dai fiori freschi era irrimediabilmente compromessa da quell'odore di muffa che oltrepassa i vestiti e ti si attacca alle ossa. Un vecchio prete anziano con la barba bianca e gli occhi stanchi avrebbe celebrato quella che si preannunciava essere una celebrazione lunga e assai commovente almeno per i miei zii seduti in prima fila già con il fazzoletto in mano. La sposa, devo ammettere un gran pezzo di donna, era delicatamente coperta da un abito bianco che rifletteva la luce abbagliando i presenti ed eccitando le fantasie degli invitati a nozze. Chi più chi meno pervertito già si immaginava la sua prima notte in luna di miele solamente nascosta da un leggero velo rosso, le lentiggini infuocate, le gote arrossate e quel suo sorriso perfetto pronto ad accogliere il membro del maritino ancora ebbro del vino bevuto in una cantina Umbra di simpatici frati francescani. Ma ora sto divagando. Dicevo che fu una bella cerimonia tutto sommato gli invitati formavano una armoniosa schiera di anime gioiose e la mia dissonando tra tutte si concentrava sul suo importante compito: era il momento dello scambio delle fedi e avevo gli occhi puntati addosso di ogni essere vivente presente in quell' edificio e fu in quel preciso istante che successe quello che non doveva accadere. All'inizio era solo un semplice brontolio lo giuro, qualche flatulenza un po' sonora ma mai invasiva e poi tutto d'un tratto un fulmine ha tagliato a metà il mio intestino crasso e ho sentito tutto il kebab del giorno prima percorrere i sette metri che dividono lo stomaco dal buco del culo. Ho lasciato le fedi sul banco e sono scappato via ma non sapendo nemmeno dove fosse la canonica mi sono ritrovato a defecare a fianco a fianco di uno strano uccello dietro un suv di un qualche lontano parente. Se la storia della mia vita e del perché ho deciso di fare quello che ho fatto deve avere un incipit bhe allora voglio che in primis venga così. Certamente mio cugino non lo ha mai dimenticato. Infatti dopo essermi pulito il culo sono tornato pacificamente a casa non prima di essermi fermato a bere un Disaronno ad un cadente bar sulla via del ritorno. Aspetta forse erano due... O più di due... Non importa fatto sta che quella stessa notte sono stato preso da talmente tanti sensi di colpa che non solo quasi vomitai il take away cinese appena aperto sulla statale ma non chiusi occhio per tutta la durata dell'oscuritá. È stata quella la mia prima vera notte insonne.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 18, 2017 ⏰

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