L'ingresso visitatori

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Più fradicio dello straccio per pavimenti che usa tua nonna, ti intrufoli dentro una piccola entrata moderna, con una graziosa receptionist in un cubicolo due per tre. Ti sorride da dietro al vetro, anche se la sua espressione dice "mammamiachevomoquesso".

«Ha un appuntamento?», chiede leziosa.

Non sei sicuro di averlo. Non ti hanno dato recapiti, né data o ora. «Mm. No.»

«Le visite guidate sono solo su appuntamento.» Non ti considera già più, è tornata a ticchettare le unghie sopra al suo IPhone 8, che non è cinese, e - soprattutto - è davvero suo.

Resti due secondi indeciso, poi bussi sul vetro. Di nuovo, la donna alza la testa e ripropone il sorriso di prima, che ora si fa più inquietante.

«Vuole prendere un appuntamento?»

«No, io...» Non sai che dire. Quindi fai la cosa più massona che ti viene in mente. Ti avvicini con aria cospiratoria copri la mano con la bocca e sussurri: «Sono stato convocato dai massoni.»

La signorina allarga il sorriso e tu pensi che abbia capito. Pigia un tasto sul telefono e avvicina la cornetta all'orecchio. «Sicurezza? C'è bisogno di voi all'ingresso ovest.» Abbassa la cornetta e ti lascia lì, come lo stupido che sei.

«Ma no, io sono stato convocato», balbetti senza capire.

Due guardie nerborute e armate di manganello si avvicinano minacciose.

«No, voi non capite», ti ostini a dire, guardando prima loro e poi la strafottente nel cubicolo. «Io sono stato chiamato dai massoni!»

«Sì, sì, sei massone», ti asseconda uno, afferrandoti sottobraccio. Ti trascina fuori e cominci a protestare, sbraitare e scalciare.

«Jim! Fermati. È dei nostri!» Un incappucciato. Non avresti mai creduto di essere felice di vederne uno.

La receptionist inarca un sopracciglio, la guardia ti strattona. «Questo qui? Davvero?» Il solo tono con cui lo chiede è un insulto verso di te.

L'incappucciato sospira, sconsolato. «Sì, quel coso lì. Credo sia uno del progetto "Wattpad".»

«Ahhhhh», dicono in coro gli altri, all'improvviso comprensivi.  

«Andiamo, Muratore, datti una mossa.» Il nuovo arrivato fa un gesto con la mano e ti intima di seguirlo.

Dai un'occhiata soddisfatta ai tre tizi che volevano cacciarti, ti aggiusti il giubbino e entri spavaldo.

«Seh, seh, fai meno il figo», bercia l'incappucciato. «Sei in ritardo. Pirla.» Ti dà l'idea che sia parecchio più scazzato di Copritore Interno, ma almeno non tira coppini.

Attraversi il buio corridoio di mattoni, il pavimento è fatto di pietre antiche, particolarmente sconnesse. In effetti, ti rendi conto che è solo il tuo ego a camminare a un metro da terra, così, dopo essere inciampato quattro volte, ti decidi a prestare attenzione a dove metti i piedi.

Giungi indenne fino alla fine del corridoio. L'incappucciato apre il secondo portone e ti trovi nel Paese delle Meraviglie.

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