Capitolo 1

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27 agosto 1616 Villa Bright, notte

Urlò.

Urlò a pieni polmoni il suo dolore, la sua disperazione sentendo il suo cuore sbriciolarsi in tanti piccoli pezzi e dissolversi come cenere al vento, così come la sua anima. Il corpo inerme di lui, giaceva in una pozza di sangue scarlatto scuro, il petto non si alzava più, la camicia bianca macchiata, il viso pallido mostrava ancora gli ultimi accenni di quel sorriso che lui le aveva dedicato prima di spegnersi, gli occhi aperti avevano perso la loro lucentezza e nell'aria ancora aleggiavano le sue ultime parole "Va tutto bene."

Una bugia a cui lei non avrebbe più creduto. Una bugia che lui non avrebbe più usato.

Lui.

Lui che le aveva promesso fino alla fine che non sarebbe successo niente, che l'aveva stretta fino a ore prima sussurrandole che non sarebbe successo niente, lui ora non c'era. il suo sorriso non l'avrebbe più cullata, il suo sguardo non l'avrebbe più guardata con quell'amore negli occhi, le sue mani non l'avrebbero più toccata con timidezza e malizia, lei non avrebbe più sentito le guance ardere d'imbarazzo, non avrebbe più... lei non avrebbe più sorriso. Perché non era più li.

Il viso di lei  ricoperto di sangue era inespressivo, gli occhi vuoti, pieni di lacrime osservavano ancora il viso di lui consapevole che non li avrebbe più visti brillare per lei.

Si lanciò sul corpo e lo scosse invano, sperando fosse uno scherzo, quanti scherzi le aveva riservato lui, quante volte l'aveva visto rialzarsi e farla sorridere dicendole che non si sarebbe liberato così di lui. Quante volte non avrebbe più sentito la sua voce.

Gli avevano tolto la vita, davanti a lei, avevano tolto la vita alla persona sbagliata, davanti la persona sbagliata.

E questo lo sapevano tutti. Tutte le persone che la circondavano osservavano la scena scioccati, inermi, gli occhi di lei più scuri a causa delle lacrime, i suoni ovattati non la toccavano mentre il suo cuore si scuriva. Nero.

«Evangeline, dobbiamo andare. Sbrigati prima che arrivino. Evangeline!» sentì urlare al suo orecchio sentendo due braccia forti che la stringevano cercando di tirarla indietro.Si dimenò, non l'avrebbero allontanata da lui, non l'avrebbe più visto anche solo chiudendo gli occhi, non poteva abbandonarlo, glielo aveva promesso.

Non si mosse, non le importava, non le importava se stavano arrivando.

« Che mi uccidano!» sibilò lei con la voce scossa da singhiozzi « Bruceranno, bruceranno tutti all'inferno! Avrò la loro vita! Avrò la mia vendetta!» sorrise perfida, il petto scosso da singhiozzi, la mente un foglio bianco.

Si guardò le mani, come se l'avesse ucciso lei, chiuse gli occhi ed in un secondo decise. Fu un attimo, fu un secondo, neanche Alex vide ciò che le balenò negli occhi, fu un attimo ed il suo sangue si mischiò a quello di lui, fu un attimo e l'anima di lei pensò di potersi riunire a quella di lui prima di essere stata risucchiata per sempre nell'oblio. Non successe.

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