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Lei era una parte di me.

Gentile e determinata ma debole e innocente, doveva mostrare agli altri che non ero solo un guscio vuoto, che anch'io avevo delle qualità e potevo soffrire. Volevo dimostrare al mondo che anch'io potevo raggiungere uno scopo che mi ero prefissata e che non ero da sola.
Ma non ci sono riuscita.
Un fallimento.
È ancora oggi così, lei mi impedisce di continuare e mi ride in faccia, con il pensiero fisso che sbaglierò in qualcosa e nessuno che noterà più ciò che voglio dire al mondo.

Un fallimento che da un anno fa si ripercuote fino ad ora.




E non posso dire niente per giustificarlo. Se ci penso, ora Seimi mi compare con forza nella mia mente con un'immagine luminosa e paradisiaca ma alla fine mi uccide. 

Lei davanti a me che continua il suo cammino, si ferma e si gira verso di me; i lunghi capelli biondi rispendono in aria per il movimento del testa, il busto ruota  ma non in bacino, non si gira completamente verso di me ma mi fa un sorriso, il sorriso di Mark Evans, quello felice che tutte invidiamo, gli occhi rossi chiusi e il paesaggi luminoso. Siamo circondate da un prato stupendo e in poche parole è come se fosse confinata in quello che è per me l'oblio ma lei sorride. 

A pensarci veramente però il sorriso di Mark rimane; ma lei è girata verso di me e nonostante il sorriso dagli occhi serrati scendono le lacrime; da lì tutto inizia a tingersi di un liquido nero pece: lei cade in ginocchio e singhiozza mentre io finisco per chiudere gli occhi e tornare alla realtà. 

Sarò melodrammatica o forse ci penso troppo ma Lei è lì a ricordarmi il mio credo da suicida e ad uccidermi di nuovo. 

I Resti di Seimi LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora