Non credeva nel bianco o nel nero, neanche nel grigio , a dir la verità.
Non era né festaiola né secchiona, era semplicemente di compagnia.
Non era né cristiana né miscredente oppure santa o peccatrice.
Era tutto o forse niente. In ogni caso non le importava.
Per lei erano solo etichette.
E lei le detestava.
Amava le parole, però.
Erano molteplici, numerose così ognuno poteva scegliere quella, che più metteva in luce una particolare sfumatura, sfaccettatura di un essenza.
La libertà.
Lei l'anelava.
La voleva.
La cercava nel suo significato più recondito.
Non più rigide maschere o schemi a cui sottostare.
Amava la solitudine, la preferiva al vuoto rumore, alle domande di circostanza che tutti ponevano, a cui nessuno interessava veramente la risposta.
Un gioco di maschere che lei a stento sopportava e quando percepiva di non poterne più.
Si isolava.
Ritrovando la sua più cara amica: la solitudine.
Sgombrava la mente e accedeva nella sua realtà.
Vera.
Non ipocrita, non falsa, disinteressata.
Semplicemente sua.
Si chiudeva in se stessa.
Non spegneva il cellulare ma non rispondeva.
Era evanescente.
C'era, esisteva ma gli altri non avevano percezione che lei ci fosse.
Era come la luna nascosta dalle nubi, ne nascondevano la vista ma tutti sapevano della sua esistenza.
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Like a moon
General FictionUna breve introspezione, una rapida descrizione di una parte che si cela in ognuno di noi. Siamo tutti un po' come la luna