14 anni di nuovo

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Chiunque, oggi, faticherebbe ad immaginare una realtà in cui tutto ciò che vorremmo sapere non è a portata di mano, una realtà in cui per informarsi se uscirà un nuovo libro del nostro autore preferito bisogna chiederlo in libreria, e per ascoltare una canzone bisogna acquistare un disco, o una cassetta. E magari essere in un luogo dotato di corrente elettrica. Una realtà in cui se abbiamo un dubbio cerchiamo la risposta in biblioteca, o chiamiamo la mamma, sperando di trovarla a casa. Ci sembra un'ipotesi distante anni luce da noi. Ed è proprio questa la sensazione che ho avuto quando è successo a me. Quando ho dovuto abituarmi a vivere nel 1996. Per la senconda volta.

Io, come tutti o quasi, nel 1996 ci ero già stata. Avevo 14 anni, ed era stata un'esperienza piuttosto banale. Non è un anno di cui io abbia grandi ricordi. L'inizio delle scuole superiori. Ore di viaggio sui bus di linea, troppi compiti e troppo pochi amici. Niente di indimenticabile.

Tornarci, invece, è stato tutt'altra cosa. Un momento prima ero nella mia moderna auto al calduccio tra i sedili in pelle e velluto. Pasticciavo sul mio nuovo galaxy note in attesa che scattasse il verde. Ascoltavo l'ultimo cd dei placebo mentre scaricavo l'anteprima nel nuovo libro di stephen king, appena pubblicato negli USA. Anno 2013. Un anno assolutamente da dimenticare. Anche impegnandosi eventualmente.

C'erano tante cose che avrei cambiato nella mia vita, potendo, come tutti credo. E c'erano tante altre cose che invece avrei lasciato esattamente dove stavano. Come la mia bmw 3.30 sport. O il mio fidanzato praticamente perfetto. E la nostra villetta con piscina appena fuori città.

Avevo 14 anni quando mi innamorai per la prima volta. Questo non lo ricordavo fino a quando non sono tornata a scuola.

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