Cassie scrive al suo ex ragazzo per dirgli senza fare il mio nome ciò che Amir ha fatto quella domenica mattina ma lui non crede ad una singola parola, ride e basta e così finisce tutto ciò che lui mi ha fatto senza il mio consenso.
Esco con Matteo, il ragazzo con cui sono stata per buona parte della serata, già fin da quando lo incontro non fa altro che prendermi in giro e questa cosa mi da abbastanza sui nervi, gli chiedo cosa è successo quella sera e vorrei sprofondare non cinque metri sotto terra, ma almeno trenta metri più sotto.
Scopro di aver fatto dei preliminari assieme a lui durante il mio stato di incoscienza totale, non ricordo proprio nulla, ho fatto solo un'enorme cazzata che ripagherò cara. Già su facebook mi aveva chiesto nei giorni precedenti cosa avessi fatto se mi avesse baciato, gli ho risposto che mi sarei spostata perché a mala pena lo conosco, ero solo ubriaca quel sabato, se non lo fossi stata non l'avrei mai fatto.
Quel giorno non prova a baciarmi, non è quello il suo scopo, ma bensì quello di raccontare a tutti i suoi amici quello che è successo quel sabato; dopo aver finito di mangiare decidiamo di fare un giro, ci sediamo su di una panchina e lui passa gran parte del tempo a giocare al telefono senza parlarmi, fino a quando un suo amico lo chiama.
Lui risponde e mette il vivavoce, questo ragazzo sconosciuto gli domanda dove si trova e con chi, Matteo risponde di essere con "la tipa che si è fatto sabato in discoteca", d'altro canto il ragazzo dall'altro lato del telefono dice:" ma chi, quella cessa?" e Matteo scoppia a ridere.
Faccio davvero finta di nulla anche se ormai il mio nervosismo aveva passato il limite, lui mette in attesa l'amico dopo averci parlato un po' e mi chiede di fare versi, di ansimare perché vuole far credere al ragazzo di star facendo altri preliminari con me. Io rifiuto e ringrazio dio quando questo mi pianta in asso per andare dall'amico con cui stava in chiamata, preferisco tornare a casa prima del dovuto che passare un altro istante con quello stronzo.
Mi sento terribilmente triste e abbattuta, volevo solo andare ad una festa e invece perdo il cellulare, la dignità, la fiducia dei miei e quella felicità che ultimamente circondava me e Rodolfo nonostante le litigate. Lui è davvero arrabbiato e non posso biasimarlo, se l'è legata al dito ma almeno io sono sincera con lui, potevo scegliere la via più comoda ovvero tenere la bocca chiusa che lui non lo avrebbe mai saputo, invece ho deciso di affrontarlo e dirgli la verità anche se poteva ferirlo, ma almeno questo è ciò che io preferisco sempre: star malissimo, ma sapere la verità.
Che senso ha essere contentissimi per qualcosa se è tutto costruito su una bugia? Star male non è bello, ma per lo meno conosci la realtà dei fatti e non vivi dietro una menzogna. Mentre lui non la pensava allo stesso modo, per nulla. Da tempo avevo sospetti.
Le cose non vanno affatto bene...mio padre mi picchia per quanto accaduto in discoteca, mia madre non fa altro che rinfacciarmi tutto, mio fratello sembra essere un pochino rinsavito e vuole sapere con chi sono uscita quel giorno a mangiare dopo scuola, credendo fosse lo stesso ragazzo che ha tentato di violentarmi. Certo fratello, io sono così rincoglionita da uscirci ancora a mangiare assieme, come no.
Gli dico il nome del ragazzo specificando che non era lui quella persona, ma non mi crede e dice solo:"ci penso io a lui", probabilmente stava solo scherzando perché non credo abbia mai fatto davvero qualcosa, non arriverebbe a tanto per me, non gli importa davvero così tanto di sua sorella.
Perlomeno non ha più detto che mi meritavo di ricevere quel male, cosa che mi ha profondamente ferito. Si è preoccupato per me invece il fratello di Cassie, lei gli ha raccontato cosa fosse successo e lui avrebbe voluto parlare con mio fratello per spiegargli dato che sono amici, gli ho chiesto di non farlo altrimenti lo avrebbe fatto e la cosa mi ha fatto piacere, che ci fosse qualcuno a preoccuparsi. Mi ha chiesto come stavo e gli ho risposto bene, ha detto che Amir è sempre stata una persona di merda, pensò che se fosse stato lui mio fratello gli avrebbe spaccato per bene la faccia senza nemmeno pensarci.
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La vita è un problema, se non si vive come fai a risolverlo?
General FictionAvevo 11 anni ed ero vittima di bullismo a scuola. Avevo 12 anni e mio padre era ubriaco, stava picchiando mia madre. Avevo 13 anni e tenevo una lametta in mano. Avevo 14 anni e pensieri suicidi in testa. Avevo 15 anni e una canna in mano. Avevo 16...