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«La cartina è nel cassetto del mio comó» dico a Beatrice mentre io vado verso la mia libreria a prendere la vecchia bottiglia di vodka che mio padre si era scolato la stessa sera del divorzio.
Quando la prendo riaffiorano tutti i ricordi: mio padre che picchia mia madre, e io che codarda scappo via e mi rifugio sul mio albero.
Cristian mi mette una mano sulla spalla e io Mirafiori dai miei pensieri.
«Tris ha già steso la cartina sul pavimento, manchi solo più tu...e smettila di addossarti tutte queste colpe, la colpa è solo di tuo padre, non rimuginare sul passa to, il passato è passato.»
Annuisce leggermente, ma non riesco a non pensare al passato, perché se sono come sono ora è solo grazie ad esso.
Seguo Cristian nel salotto: Tris è seduta a gambe incrociate, davanti alla cartina distesa sul pavimento, che aspetta.
Mi metto seduta tra i miei due migliori amici e Tris mi dice:«A te l'onore» e così prendo la vecchia bottiglia, la appoggio al centro e la faccio girare.
Quando si ferma seguo il suo collo che è diretto verso l'Europa, straccio con un dito la direzione ed esce Barcellona.
La bottiglia di vodka non mi ha mai delusa e anche questa volta ha scelto bene.
«Barcellona; ho sentito dire che è la città più bella della Spagna...non vedo l'ora di andarci...quanto tempo vogliamo stare? Io pensavo all'incirca una decina di giorni...» dice Tris pensando.
«Tre mesi» rispondo secca stupendo i miei amici e me stessa, ma ho bisogno di stare lontana da questa casa per più tempo possibile.
«Tre mesi? Da inizio giugno a fine agosto? Ma non abbiamo abbastanza soldi!» ribatte Cristian.
«Troveremo un modo» gli rispondo, anche perché potrei restare lì per il resto dei miei giorni, non voglio ritornare in questa casa, ci sono troppi brutti ricordi per poterci vivere serenamente.
I miei genitori dovrebbero conoscere una coppietta che, se non ricordo male, una volta dovevano vivere a Barcellona...potrei chiedere conferma» dice Tris.
«E andare laggiú per tre mesi? Non credo che ospiteranno tre diciottenni» le risponde Cristian.
«Perché no? Io la trovo un'ottima idea...non spendiamo tanti soldi, abbiamo vitto e alloggio assicurati e se la coppietta vuole può anche farci da guida turistica...la trovo un'ottima idea» dico.
«Ha ragione Anna, paghiamo di meno e ne ricaviamo dei vantaggi!» mi sostiene Tris, tutta felice ed eccitata.
«Fate voi, sappiate solo che la scelta la fate o adesso o mai» dice Cristian esasperato.
Beatrice sorride soddisfatta:«Ok, allora è deciso, alloggiamo dalla coppietta che mi sembra si chiamino Ericson o qualcosa del genere...chiamo i miei per la conferma e vi dico.»
Si alza e va nella mia stanza a telefonare e vedo che Cristian le guarda il sedere quindi gli tiro un calcio e lui mi guarda contrariato.
«Lo so che Tris è molto bella però non guardarla così davanti a me, hai capito?»
«E dai, non ho fatto niente di male, siete le mie due migliori amiche, non c'è niente da vedere in te e quindi guardo lei, ma non ti arrabbiare così» dice sghignazzando.
«Credo che se dicessi a Beatrice che le guardi il cupo, lei non sarebbe più la tua migliore amica, quindi stai attento.»
«Fanculo Anna, prova a dirglielo e la tua vita finirà prima del dovuto!» mi dice.
La porta della mia stanza si apre ed esce Beatrice tutta contenta; io e Cristian ci guardiamo e lui mi fa l'occhiolino e io con il solo movimento delle labbra gli dico stronzo.
«I miei genitori mi hanno confermato che gli Ericson vivono a Barcellona e mi hanno riferito che se chiedessimo loro ospitalità saranno felici di darcela.»
«Bene, allora tu Tris chiama gli Ericson, mentre io prenoto il volo e Anna vede cosa visitare a Barcellona.»
Tris va in cameraa mia a telefonare e io e Cristian rimaniamo in salotto, lui con il suo portatile e io con il mio e ci mettiamo a cercare su Internet finché rompo il silenzio:«Stareste bene insieme sai?»
«Sí...sei sempre cosí simpatica...comunque io non sono sicuro che mi piaccia e lei non sembra interessata a me, quindi no.»
«Minchia che ottimista, magari durante l' estate qualcosa cambia, no?»
Lui non mi risponde, sembra troppo concentrato anche solo per fulminarmi con il suo sguardo, ma dopo un po' mi guarda con i suoi occhi azzurri e nonostante non veda le labbra so che sta sorridendo.
Si passa una mano tra i capelli biondi e ritorna a guardare il suo schermo e così faccio anch'io fino alle sei di sera.


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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 01, 2017 ⏰

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