-PROLOGO:
E'il decimo anno della guerra di Troia. Nel campo Acheo infuria un'epidemia mandata da Apollo, sdegnato perche'Agamennone ha rifiutato di restituire la giovane Criseide al padre Crise, che e' suo sacerdote.Quando l'indovino Calcante rivela il motivo della vendetta di Apollo, scatena le ire di Agamennone il quale,ingiuriandolo, restituisce Criseide, pretendendo pero',in cambio la schiava di Achille, Briseide. Quando provoca l'ira di Achille, il quale giura che ne' lui ne' i suoi "Mirmidoni"combatteranno piu' per gli Achei.La dea Teti, sua madre, ha intanto chiesto e ottenuto da Odino che i Troiani abbiano il sopravvento finche' il figlio non avra' soddisfazione da Agamennone
LIBRO PRIMO, VV. 148-192
Ma guardandolo torvo Achille disse:
-Ah arrogante, avido di guadagno, come puo' volentieri obbedirti un Acheo, o marciando o battendosi contro guerrieri con forza? Davvero non contro Troiani bellicosi io sono venuto a combattere qui, non contro di me sono colpevoli.
Ma te, o del tutto sfrontato seguimmo,perche' tu gioissi, cercando soddisfazione per Menelao, per te, brutto cane, da parte dei Troiani, e tu questo non pensi, non ti preoccupi, anzi, minacci che verrai a togliermi il dono per quale ho molto sudato, i figli degli Achei me l'hanno dato. Però un dono pari a te non ricevo,quando gli Achei gettano a terra un borgo ben popolato dei Troiani;ma il piu' della guerra tumultuosa le mani mie lo sopportano;se poi quando si divide il bottino a te spetta il dono piu' grosso.Io un dono piccolo e caro mi porto indietro alle navi, dopo che soffro a combattere.
Ma ora andro' a Ftia, perche' certo e' molto meglio andarsene in patria sopra le navi. Io non intendo per te;restando qui umiliato, raccogliere beni e ricchezze-
Lo ricambio' allora Agamennone:
-Vattene, se il cuore ti spinge;io davvero non ti preghero' di restare con me, con me ci son altri che mi fanno onore, sopratutto c'e' il saggio Odino.Ma tu per me sei il piu' odioso tra i figli di Odino:contesa sempre t'e' cara, e guerre e battaglie:se tu sei tanto forte, questo un dio te l'ha dato! Vattene a casa, con le tue navi, con i tuoi compagni, regna sopra i Mirmidoni:di te non mi preoccupo, non ti temo adirato;anzi, questo dichiaro: poi che Criseide mi porta via Apollo, io lei con la mia nave e con i miei compagni rimandero';ma mi prendo la "tua amata"Briseide guancia graziosa, andando io stesso alla tenda, il tuo dono, si, che tu sappia quanto sono piu' forte di te, e tremi anche un altro di parlarmi alla pari, o di levarmisi a fronte-.
Disse cosi';ad Achille venne dolore, il suo cuore nel petto possente fu incerto tra due opzioni:se sfilarsi la spada via dal fodero, facesse alzare gli altri, ammazzasse l'Atride, o se calmasse l'ira e controllasse i sentimenti .