Capitolo 3
“Sono a casa!”
Disse mio padre mentre chiudeva la porta di casa. Corsi da lui e lo abbracciai. Lo facevo sempre, era come un rito per noi.
“Come è andata papà?”
Chiesi ingenuamente. Sapevo che il lavoro di mio padre non era per niente facile, e stava per essere licenziato. Quindi, durante quell’anno, si era messo veramente sotto. E si vedeva. Non passavamo molto tempo insieme. Saranno stati mesi che io e mio padre non uscivamo a mangiare una pizza da soli io e lui.
“Tutto bene. Sono veramente stanco! Hai cucinato tu?”
Mi chiese mio padre. Si sapevo cucinare, dovevo saperlo fare. Altrimenti che cosa avrei fatto? Chi mi avrebbe sfamata se mio padre non era in casa? Ma quella sera non mi andava di cucinare, avevo studiato fino a tardi ed ero stanca anche io.
“Papà c’erano due hamburger in frigo quindi ho fatto quelli per te, e io mi sto preparando un’insalata.”
Mio padre mi sorrise e annuii. Dopo di che andò in camera sua e si cambiò. Si mise il pigiama e si sedette a tavola mentre io sistemavo gli hamburger nel suo piatto. Andai in cucina e misi la padella sporca nel lavello e presi la mia insalata. Mi sedetti a tavola e mangiammo. Di solito accendevamo la televisione mentre cenavamo ma quella sera nessuno dei due toccò il telecomando.
“A scuola tutto bene?”
Annuii mettendo in bocca un forchettata piena di insalata.
Guardai mio padre attentamente mentre mangiava. Non c’erano più quegli occhi brillanti di una volta. Ora vi erano due semplici occhi marroni. Aveva la barba, strano se la faceva sempre. C’era sicuramente qualcosa che non andava. O era semplicemente stanco e non aveva la voglia di curarsi.
“E’ arrivato un nuovo ragazzo oggi, in classe nostra.”
Dissi fissando il mio piatto quasi vuoto. Ero piena ormai. Mi saziavo facilmente. Mio padre alzò la testa e mi guardò.
“Come si chiama?”
Mi chiese mettendo il coltello e la forchetta nel suo piatto.
“Harry Styles.”
Dissi mentre abbassavo lo sguardo. Iniziò a tossire e sputò il vino che aveva appena bevuto. Dubitavo che lo conoscesse perché questa reazione?! Mi alzai per farlo smettere di tossire.
“Alexandra devi stare lontana da quel ragazzo! Hai capito?!”
Disse mio padre alzandosi dalla sedia e sbattendola andandosene in camera sua. Che cosa stava succedendo? Perché si era arrabbiato così? Quando mio padre mi chiamava per nome intero, ovvero Alexandra, voleva dire che o era arrabbiato, o che stesse parlando di una faccenda seria. Ma non succedeva spesso, anzi.
Scossi la testa grattandomi il cuoio capelluto, e mi incamminai in camera di mio padre.
“Papà ma che cosa è successo?! Perché ti sei arrabbiato così?”
Osai chiedere mentre giocavo con le maniche della mia maglietta.
“Niente. Ho detto che devi stare lontana da quel ragazzo e basta!”
Urlò alzandosi e avvicinandosi, io per la paura indietreggiai. Ero terrorizzata da mio padre in quel momento, e volevo rendermi il più piccola possibile. Ma allo stesso tempo volevo capire e sapere il perché di tutto questo odio nei confronti di Harry.
“Ma papà perché tutto questo odio nei confronti di Harry?”
Chiesi poggiando una mano nella sua spalla facendolo sedere nel suo letto. Lui mi guardò un attimo e dopo di che iniziò a piangere.
“Quel fottuto bastardo del padre è l’assassino di tua madre.”
Sputò piangendo più forte. Cosa? Io non sapevo chi fosse l’assassino. Nessuno me lo aveva mai detto. Ero arrabbiata, triste e delusa allo stesso tempo. Tolsi la mano dalla spalla di mio padre e corsi in camera mia piangendo. Non ne potevo più di bugie e tristezze. Ero stanca di tutto.
“Alex? Scusa i-io so che dovevo dirtelo. Ma non pensavo dovessi sapere il nome.”
Ammise mio padre entrando in camera mia e sedendosi sul mio letto. Mi alzai tirando su col naso.
“Papà, ma che ragionamento è?! Io sono stanca di bugie e delusioni. Sono stanca di tutto.”
Dissi ricominciando a piangere.
“Alex, non c’è bisogno di piangere. Sai cosa facciamo? Domani andiamo a mangiare un pizza. Ti va? Solo io e te.”
Disse cercando di spezzare la tensione. Annuii e abbracciai mio padre. Dopo un lungo abbraccio andò a sparecchiare mentre io mi andai a coricare.
Ero stanca e dovevo dormire.