I'm Not Afraid

1.

Era un venerdì sera.
La madre, contunuando a chiamarlo con l'odiato nome al femminile che si ostinava ad utilizzare, lo aveva attirato nella trappola. C'era cascato, era stato stupido. Ora si trovava nel bel mezzo di una riunione di famiglia, con tanto di zia.
Sembravano tutti entusiasti, e lui temeva di non aver voglia di sentire la novità.
"Tesoro, la zia ha avuto un'idea fantastica" E già qui si capiva tutto, l'ultima idea fantastica di sua zia era stata quella di portarli tutti in mezzo a qualche foresta tropicale afosa e sconosciuta, con tanto di sabbie mobili. E scimmie.
"La figlia di una sua amica va a fare l'animatrice in un campeggio, vicino ad un lago. Vorrei che tu andassi, potresti fare amicizie e sarà un bene per la tua salute."
Disse sua madre battendo le mani eccitata, mentre la zia annuiva soddisfatta. Sua zia bisognava dimenticarsela nella foresta delle scimmie.
"Non se ne parla, mamma. Sto benissimo qui, per il resto dell'estate ho già molti programmi, grazie." Cercó di rifiutare gentilmente. Lo sguardo di sua madre si indurì di scatto.
"No tesorino, forse non hai capito. Tu ci andrai, respirerai aria pulita e farai sport. Tre giorni per preparare le valige per un mese e mezzo! Ho già prenotato il posto e pagato, cerca di mostrare gratutudine!" Urló le ultime parole. Da quando aveva spiegato alla famiglia di essere transessuale sentiva qualcosa. Sentiva la madre chiamarlo con il nome femminile, sentiva la famiglia volerlo allontanare. Cosa meglio di un campeggio di un mese e mezzo, per sbarazzarsi del proprio figlio maschio di troppo? Annuì a testa bassa, con gli occhi lucidi e si ritiró in camera sua. Si passò la mano fra i capelli corti, non voleva andarci. Non voleva e basta.
Ma non aveva scelta.
Forse non sarebbe stato così male, forse se lo sarebbe semplicemente fatto andare bene.