Prologo

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Kyle

<<Ti sei incantato? Che stai guardando? Oh. Sei proprio uno stupido a fissare con quegli occhi una tipa del genere.
Un musicista di strada, buttato tutto il giorno sul pavimento lurido di una metropolitana, che sbava su una ragazzina ricca? Sei pazzo o solo masochista? Lei nemmeno li vede quelli come noi. Mette i tacchi apposta, per non guardare mai in basso, per non guardare i poveracci seduti contro i muri. Non gliene frega niente se suoni una chitarra, neanche con quella, neanche con quel faccino vali qualcosa per quelli come loro>>

Come noi, come noi, come noi.

Come loro. Come loro. Come loro.

Perché io cosa sono? Non sono forse una persona anch'io? Lo so quanto è facile dimenticarlo da queste parti, ma io mi sono ripromesso di non farlo mai.
Di non abbassare gli occhi, di non considerarmi meno di quello che valgo, di non arrendermi a questa vita, di sperare. A ventiquattro anni me lo posso ancora permettere di sperare, no?

Non vado mica per la mezza età come Nora.
Nora che è cinica e pessimista come non ne ho mai conosciute.
Nora che non ne vuole sapere di staccarsi dal mio fianco, né la smette di tentare di trascinarmi giù a fondo con lei.

<<Be'? Hai sentito una parola di quello che ho detto? E levati quell'aria sognante dalla faccia, stai per prendere un palo dritto in faccia, te lo dico io. Quella non si gira. Lo sa che qua ci stanno i poveracci, figurati se si gira. É inutile che fai quel mezzo sorriso, forse lo notano le ragazzine ingenue, e forse ogni tanto ti fa guadagnare qualche spicciolo quando suoni la tua chitarra. Non funzionerà con quella principessina. C'è un sacco di gente fra noi e lei, e li guarderà tutti meno che te. Perchè loro sono alla sua stessa altezza. Non li abbassa gli occhi all'altezza tua. Non si gira Kyle, non si gira neanche se attacchi a suonare quelle corde rovinate...>>

Le gambe, coperte solo da un paio di collant leggeri e trasparenti, si fermano.
Gli stivaletti col tacco ruotano sul pavimento.
I capelli, colorati di una stranissima sfumatura di rosso, frusciano sulle spalle per lo spostamento d'aria.

Si è girata.

Occhi color miele.
Labbra colorate di rosso scuro, piene, perfette.
Pelle diafana.
Una marea di lentiggini sul naso e sugli zigomi.

Bellissima.

E lontana.

Davvero troppo lontana da me, e non in quanto a distanza fisica.
Nora ha ragione.

Si guarda intorno, per un momento é spaesata.

Come se non sapesse il motivo per cui si è fermata, come se non sapesse perché invece di andare dritto per la sua strada, stia scrutando la folla.

I suoi occhi vagano, vagano, vagano...
Mi trovano.
Mi sta guardando.

Mi sta guardando.
Nell'angolo più nascosto di questo posto. Fra centinaia di persone.
I suoi occhi mi trovano, e non sembrano avere nessuna fretta di sfuggire ai miei.

C'è qualcosa di dolce e qualcosa di spietato in lei.
Non saprei come altro spiegare questa sensazione che mi ha colpito al petto.

<<Cazzo ragazzino. Ti ha visto>>

Mi ha visto.
E continua a scrutarmi, confusa, perché non lo sa cosa sta facendo, non lo sa come c'è arrivata fino a qua, ma forse sente che non ha più motivo di guardarsi intorno perché ha trovato quello che cercava.

Sembra così smarrita che mi viene naturale, spontaneo, allargare il mio sorriso. Allargarlo e regalarglielo.
Lei aggrotta la fronte. Poi le sue labbra si muovono, per niente imbarazzate o timide, e mi fanno lo stesso regalo.

In questo momento ha sicuramente lasciato prevalere quel qualcosa di dolce.

I suoi occhi restano nei miei ancora qualche secondo prima che distolga lo sguardo, si stringa nelle braccia e nel cappotto, e si confonda tra la folla.

Un battito di ciglia e la perdo.

<<Nora? L'hai vista quanto era bella?>> sussurro, in trance, strattonando il braccio della donna che mi sta vicino.

So che è l'ultima persona al mondo con cui dovrei parlare di questo, ma è anche l'unica che ho accanto e io ho bisogno di dirlo a qualcuno, o semplicemente di dirlo a voce alta.

<<Quanto era bella? Lo vuoi sapere quanto era bella? Più di te ragazzino, pure con quegli zigomi francesi e quegli occhi verdi che ti ritrovi era più bella di te>>

<<Però mi ha guardato>>

<<Ti ha guardato e già non ti guarda più. Tienitela in testa giusto il tempo di scriverci una canzone, e poi scordatela in fretta, da retta a me>>

E quella canzone ho davvero voglia di scriverla. Di comporla.

Sono più bravo con la musica che con le parole io. Ma va bene, va bene lo stesso, non servono le parole per raccontare qualcosa, io lo so cosa si nasconde dietro alle mie note, dietro alle mie melodie.

<<L'hai mai vista passare da qui prima d'ora?>>

Nora non mi risponde nemmeno.

<<Secondo te torna?>>

Non so perchè continuo a parlarle.
Non mi darà alcuna rassicurazione, non può darmene, e ci sono abituato perchè è da un sacco di tempo che nessuno lo fa.

Puoi ripagarmi Dio? Puoi mandarmi una carta buona, una soltanto, una piccola? Fammi rivedere quegli occhi.

Perchè anche se non me lo posso permettere, mi mancano già.

Perchè anche se non me lo posso permettere, il mio cuore non lo posso controllare.

E neanche me lo ricordo da quant'è che non si faceva sentire. Così forte, così sano... così vivo. Neanche me lo ricordavo di averne uno.
Però lei lo ha risvegliato. E adesso non vuole tornare a stare zitto.

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Kyle & Maya. Dove Nessuno Si Ferma A Guardare Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora