2,Raymond Turner

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Raymond Turner era un uomo particolare,di media statura,con occhi marrone scuro e capelli castani. Amava vestirsi elegantemente e di particolare non aveva solo il modo di vestire,ma anche le qualitá:aveva il talento di saper sfruttare al meglio anche le situazioni più negative,come se sapesse rivoltare le situazioni a suo piacimento,o al massimo a qualcosa di buono. Inoltre sapeva parlare molto bene,qualità che,secondo lui,può aiutare molto.
Quella sera Raymond stava raggiungendo il Déjà vú sulla sua Rolls Royce nera,vestito molto bene:indossava un completo con gilet nero,pantaloni neri e giacca nera con il colletto a lancia.Anche la camicia era nera,e gli unici tocchi di colore erano i gemelli e la cravatta al plastron verde smeraldo. Portava con se un bastone da passeggio con il pomolo a forma di testa di corvo,articolo che amava particolarmente.
Quando arrivò ed entrò nel locale,il dirigebte lo salutò:"buonasera signor Turner,desidera risiedere nel salottino?" "No,grazie"rispose Raymond.

Sì,quell'uomo era il proprietario del Déjà vú.
L'uomo si sedette su di un divanetto,e seguì lo spettacolo musicale appena iniziato:una piccola band suonava musica jazz.
Godersi lo spettacolo però,non era evidentemente un privilegio di Raymond Turner,perchè poco dopo che si fu seduto,un cameriere lo avvisò:"signore,stanno arrivando Jerome Harvey e Wayne Warner,le faccio preparare il salottino?" Alla notizia Raymond sembrava turbato,ma acconsentì e si fece preparare il salottino nel retro. Una volta entrati nella stanza scura,si sedette sulla poltrona,e dopo poco tempo,entrarono nella stanza due uomini:uno era di bassa statura,vestito formalmente ma non con la stravaganza di Raymond.aveva i capelli scuri e gli occhi come i capelli. L'altro invece,era certamente il suo opposto. Alto,con capelli biondo cenere. Si capiva che non era abituato a vestirsi molto elegantemente,perchè sembrava quasi ridicolo,ma Raymond non se ne curò. Nominati nello stesso ordine in cui li ho descritti,i due erano Jerome e Wayne.
Il primo a prendere la parola fu Jerome,che con un tono serio disse:"buonasera Raymond,sono qui per chiederti un aiuto. So benissimo che nel passato non siamo andati mai molto d'accordo ma come puoi vedere Wayne ora è con me. Quindi è tutta acqua passata giusto?" "Non sono certo che io possa dimenticare,ma penso che darti un aiuto,sempre che rientri nei parametri del possibile,sia una cosa accettabile" rispose Raymond,con un tono freddo.
"Kathy é sospettosa,potrebbe scoprire i miei affari,e sai quanto io tenga a lei e quanto lei non ami certe cose.Sono sempre riuscito a nascondere tutto,ma stavolta non posso lasciare perdere."
Raymond non sembrava felice della richiesta di Jerome. Stette in pensiero per quasi un minuto,quando Wayne,finora rimasto in silenzio,tirò fuori dalla tasca interna della giacca un coltello affilato,e glielo puntò solo da lontano,sussurrando:"se non lo farai,avremo modo di porre fine alla tua vita" "divertente"lo sbeffeggiò Raymond "se non fosse che ora mi toglierai il coltello di dosso e uscita i dalla stanza senza fiatare"dopodichè due colpi repentini arrivarono alle gambe di Wayne,che cadde a terra,vivo ma dolorante.Chi aveva sparato quei colpi,si era munito sia di un silenziatore che di una maschera veneziana,che gli copriva tutto il volto.
"Avrei preferito che fosse uscito,ma non penso che ora ne sia capace"esclamò Raymond,come se fosse accaduta una cosa normalissima.

"Il fatto che tu diriga lo spaccio di droga in questa cittá non è affar mio,penso che dovresti fidanzarti con altra gente piuttosto che illudere persone contrarie.Inoltre,come puoi ben vedere io non sono un tuo sottoposto,e quindi non ti dovresti aspettare nulla da me.
Avrei potuto aiutarti,ma ora non mi va più.
Per piacere Liev"disse "porta via il ferito e accompagna Jerome alla porta."
Jerome non fu più disposto a questionare,e se ne andò molto velocemente.

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