하나

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- first chapter, one and only.

Sehun era incantato.
Lo sguardo fisso su Luhan, che sinuosamente si muoveva e posava come gli ordinavano i fotografi.
Erano lì dalle 10 di quella mattina, ormai erano le 2 del pomeriggio, Luhan sembrava stanco, ma ancora non poteva fermarsi.
Non che posare per un photoshoot fosse tanto faticoso, ma, essendo diverse ore che si trovavano lì e non avendo dormito molto quella notte, la stanchezza era lecita e quasi obbligatoria.
Sehun, comunque, lo stava osservando da quando erano arrivati.
era seduto in un angolo e lo ammirava, cercando di scorgere sul suo viso anche solo la più piccola e futile imperfezione.
Ma non ne trovava, tutto urlava perfezione, splendore, purezza e Sehun amava restare a guardare quella bellezza per ore.
Luhan era perfetto e, al contrario di ciò che si dice, la perfezione non stanca affatto.
Abbaglia, stordisce, confonde, stupisce, ma non stanca.
Il viso del cinese sembrava essere stato scolpito da Michelangelo, tanto preciso era.
La sua pelle sembrava rinomata porcellana, i colori che costituivano il suo volto lo facevano sembrare una graziosa bambola, di quelle che si costudiscono con amore per quanto preziose sono, magari in una teca, in modo che chiunque possa guardare, ma solo chi possedeva le chiavi di quella teca poteva toccarla.
Luhan era anche questo per Sehun, in senso positivo.
Non poteva giocare ogni giorno con la sua bambola, ma quando finalmente ne aveva la possibilità, la trattava come una reliquia costosissima.
Le sue labbra sembravano dipinte, quel rosa così delicato che poi si accentuava quando le mordeva o quando Sehun lo faceva per lui.
Perché Sehun odiava che Luhan si mordesse le labbra, ma adorava farlo al suo posto, quando lo baciava e lo coccolava, accarezzandolo con tanta leggerezza che spesso Luhan si chiedeva se non fosse tutto un sogno.
Beh, questo accadeva con frequenza, ma non quando Sehun era bisognoso di farlo suo e di possederlo.
Allora lasciava uscire i propri istinti più animaleschi, carnali, il proprio lato da peccatore e lo prendeva con tanta rudezza e decisione da dimenticarsi quanto facilmente potesse rompersi.
Non dimenticava, però, quanto prezioso fosse.
Le sue labbra avevano una forma talmente perfetta che Sehun era convinto fossero state modellate dagli angeli.
In effetti credeva che lui fosse il frutto dell'ispirazione di qualche angelo annoiato e ricco di talenti.
I suoi capelli, il cui colore variava di mese in mese, erano sempre così morbidi e profumati, passarci dentro le mani era quasi un sollievo, per sehun, un privilegio, una gioia.
Una gioia mai più grande del perdersi nei suoi occhi nocciola e ritrovarsi poi con le loro labbra unite in un bacio infarcito di foga, passione ed estrema dolcezza.
Sehun era ancora lì, a fantasticare sulle sue labbra, a desiderare di stringerlo tra le proprie braccia ed urlare contro i fotografi di smetterla di abusare della bellezza del suo Luhan.
Era suo, tutto di Luhan gli apparteneva e non voleva che questa bellezza potesse essere deturpata dai pensieri poco casti di donne o uomini eccitati o dall'ardore con cui qualche adolescente voleva disperatamente assomigliargli.
Non voleva che la sua bellezza fosse pubblicizzata, in modo da preservarla da ogni male e farla rimanere pura ed innocente com'era.
farla rimanere divina, ancora bella.
Sehun era ancora lì e quando il suo sguardo incrociava quello di Luhan, non riusciva a non sorridere, quel sorriso riusciva ad illuminare i suoi occhi ed il suo intero viso.
Luhan, invece, arrossiva e chinava la testa, prendendo tra i denti il proprio labbro inferiore e mordicchiandolo fin quando uno dei fotografi non richiamava la sua attenzione.
A quegli sguardi, a quell'amore, però, perfino loro si intenerivano e sognavano di avere qualcuno che li guardasse come Sehun guardava Luhan.
Al rossore sulle sue guance il coreano non sapeva proprio resistere, dovette trattenere l'impulso di correre da lui,
prendere il suo viso tra le mani e baciarlo fino a togliergli il fiato.
il rossore che colorava le sue guance non faceva altro che completare l'opera d'arte che era Luhan.
Quando finalmente il photoshoot finì, alle 2:30 circa, Luhan si avvicinò a Sehun, che lo strinse amorevolmente contro il proprio petto e lo baciò come attendeva di fare da ore.
Mano nella mano, camminarono verso il ristorante più vicino, guadagnandosi occhiatacce o sguardi sognanti ed innamorati.
Quando si accomodarono ad un tavolino appartato nel locale, cercando di non farsi riconoscere più di quanto non avessero già fatto, finalmente Luhan formulò un discorso di senso compiuto, il primo da quando si erano riuniti.

«come ti è sembrato il photoshoot?»

E Sehun avrebbe davvero voluto dirgli tutto ciò che pensava, quello che aveva provato mentre semplicemente lo osservava compiere una parte del suo lavoro, ma non ci riuscì.

«bello»

Disse soltanto, facendo scemare in quel modo l'entusiasmo provato fino a quel momento.

«ti sei annoiato?»

chiese ancora Luhan, cercando di ottenere una risposta più partecipe da parte del minore.
L'altro scosse la testa.

«Mi... mi dispiace tanto, Sehun.
non possiamo mai stare insieme ed ora che siamo insieme devo lavorare...
vorrei trascorrere tutto il mio tempo con te.»

Sehun a quelle parole sorrise, poi alzò lo sguardo su di lui, lasciando perdere il menù.
Lo capiva, anche lui avrebbe voluto coccolarlo tutto il giorno, amarlo liberamente sopra ogni cosa e staccare dalla noiosa monotonia della vita, non facendo altro che dedicarsi al suo amato Luhan.

«non devi scusarti, Hannie.
sai che mi basta guardarti per essere felice.
anch'io vorrei stare di più con te, ma l'esperienza di oggi per me è stata sufficiente per stare bene.
sono qui, con te, e questo mi basta.»

Luhan prese la mano di Sehun, posata sul tavolo, accanto al vaso di fiori che li separava come una barriera.

«ti amo così tanto, eppure non capisco come tu possa non arrabbiarti»

L'altro gli strinse la mano ed il suo sorriso si allargò, poi si alzò per avvicinarglisi e si inginocchio ai suoi piedi, dopo aver spostato di poco la sua sedia.

«tu sei un'opera d'arte dipinta, modellata, scolpita, scritta, composta, creata direttamente dagli angeli, Luhan.
ed io sono in fila, con in mano il mio biglietto, attendendo il mio turno per possederti per un istante, amarti, ammirarti, ascoltarti e sfiorarti.
e sono disposto ad aspettare un'intera vita ed anche oltre solo per te.»

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