Parassita

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L'acqua del mare impregnava le pareti di legno di quella bara angusta e inumidiva la pelle del mio viso, nel momento in cui mi resi conto di essere ancora totalmente cosciente e di avere ancora un'occasione per realizzare il mio sogno. Guardai verso l'alto, sì, potevo avere lo splendore che volevo.
Quando m'impossessai del corpo di Jonathan, le due stelle diventarono improvvisamente una, dandomi un potere che per me non bastava ancora.
Ma sapevo esattamente dove conquistarlo, sapevo cosa poteva darmelo.

E feci tutto il necessario per averlo, [ THE WORLD ] era il potere che volevo per conquistare il mondo per distruggerlo, come il mondo aveva fatto con me.
Il mondo aveva lasciato che un padre come il mio esistesse, portandomi all'esasperazione, portandomi ad avvelenarlo. E avvelenare mio padre mi fece non poco male... ma certamente, non potevo mostrarlo ai Joestar, ai quali ero stato affidato, quindi iniziai a tormentare Jonathan, che non conosceva la tristezza, probabilmente. Lo feci arrabbiare così tanto, quando uccisi suo padre. Ma lo trovavo patetico, tutto quel suo urlare, come trovo patetico il fatto che mi abbia sconfitto con così tanta facilità, quella notte.

A quel punto mi ritirai nell'ombra per diventare sempre più forte, per accumulare il potere che mi serviva per dominare e distruggere questo postaccio. Eppure, Jonathan riuscì anche quella volta a battermi, e ricordo che blaterò qualcosa sul legame fraterno. Poi, ricordo solo il flusso del mare e il bruciore agli occhi quotidiano dovuto all'acqua, forse però migliore dell'odio che vedevo verso di me ogni giorno da parte di tutti, ma non da parte di Jonathan. Qualcosa di così strettamente legato a me non poteva certamente odiarmi, dopotutto io non l'ho mai odiato, e lo tormentavo anche per quello, perché non sopportavo di voler bene ad una persona così poco furba, a una persona così fragile. Quindi, tentavo di convincere me stesso di odiarlo, anche se non era assolutamente come pretendevo fosse.
L'unica persona che mai ho tollerato, è sua moglie Erina, lei non conosceva me è la mia storia: per lei ero semplicemente un lupo cattivo. E soprattutto, non tollero il fatto che pensasse di essere destinata a Jonathan. NO! L'unica persona nata per incontrarlo ero io, Dio, condividevamo due parti dello stesso sangue, ed era inutile, inutile, inutile negarlo.

Ma ora, quelle sue stelle sono una sola, e sono entrambe sotto il mio controllo, nonostante io senta fin troppo bene la presenza di Jonathan.
Ma grazie al suo corpo conquisterò il mondo. Quindi, benedico la luna che ha fatto incontrare i nostri padri.
Ma soprattutto, che sia benedetta la luce del sole che mi ha fatto incontrare Jonathan, la luce che ha fuso i nostri legami rendendoli indistruttibili, indissolubili.
Uniti per l'eternità, fino alla fine del mondo.

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