Bianco (3)

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"Se proprio uno deve morire " , ripetè Warren senza ironia.Quindi tornò a fissare l'esterno,Alex posò la tazza ,indossò il camice e cominciò a controllare delle zpparechhiature.Era un ragazzo robusto ,con gli occhi grandi e tondi dai quali traspariva l'ingenua e scintillante aspettativa per la vita che lo attendeva .Consapevole dell'indole morbosa del professore,fin dai primi giorni si era mostrato disponibile , ai limiti a volte della deferenza,sforzandosi di non dare peso alle sue occasionali intemperanze.Ma tutto ciò non era servito e per quanto il giovane assistente si progredisse , l'atteggiamento distaccato del professore restava tale.Talvolta Alex si convinceva che Warren ce l'avesse con lui, gli pareva di cogliere un taglio astioso in certe sue risposte , in alcune marcate in differenze , ma poi si ricredeva , poichè , interrogandosi sui motivi ,non gli riusciva di trovarne alcuno. Così finiva per riempire d'inutili parole lo spazio vuoto e gelido che li divideva ,ottenendo il risultato opposto.
"Io esco" , annunciò Warren.
Alex si morse il labbro inferiore per non fare domand3. Quando però lo vide sulla soglia, pronto a tuffarsi in quell'inferno ghiacciato con addosso il solo maglione di lana a collo alto ,non potè evitare di chiedere:
"Niente giacca?".
Il professor Warren sorrise e il suo sorriso apparve sbiadito sotto la folta barba che gli incorniciava il viso, e disarmato,come quello di un bambino. O di un uomo che ha creduto.
"La giacca" , disse togliendola dall'attaccapanni ,chi era semplicemente un'asse di legno con dei ganci di metallo. "Giusto".
La indossò svogliato,lasciando che il bavero si arrotolasse, e , voltando le spalle a ogni cosa conosciuta fino a quel momento,uscì,inghiottito da un freddo bianco e accecante.Il lo investì  facendolo barcollare ; portava polvere di ghiaccio , scintillante, dura come ghiaia. Warren udì la bandiera , che sbatteva su se stessa in cima all'asta , e i cani, che abbaiavano per ammazzare il tempo. La neve,sotto i suoi piedi,era sporca e piena di impronte e non crepitava più . Il cielo pareva appoggiato sui grigi tetti a botte delle baracche . Warren si guardò intorno . Non aveva un piano preciso. Uscire e incamminarsi : questo era il piano . Ma quando vide l'autoslitta parcheggiata davanti al laboratorio, pur non avendone mai guidata una, pensò che avrebbe potuto servirsene. Più lontano andava e più probabilità c'erano di riuscire in quello che aveva in mente. 

l'autoslitta era una specie di piccola automobile decappottata ,completamente in ferro , con quattro sci al posto  delle ruote . Montava un motore da camion a otto cilindri collegato a una grande elica, anch'essa in metallo. Era un veicolo un po' bizzarro , a vederlo , ma , dicevano i militari, assai maneggevole e indispensabile per muoversi su quelle superfici . Il professor Warren non guidava l' automobile, ma da ragazzo aveva portato una moto e questo veicolo gli sembrava decisamente più stabile .Si sedette al posto di guida . Al centro del cruscotto  spiccava un pulsante rosso con scritto "Start" . Non stette a pensarci e lo premette con forza . Il motore emise un colpo di tosse ,come un vecchio che si alza dal letto al mattino, e cominciò a registrarsi . L'elica fendette l'aria, da principio con lentezza , producendo un suono che somigliava a quello  di una pesante spada o di una scimitarra  agitata prima del combattimento. Poi acquistò velocità , sincronizzandosi al movimento delle valvole  nel motore, e sollevando vortici di neve e ghiaccio immediatamente dispersi dal vento.

"Dove se ne va, professore?" Alex era sulla porta ,gli occhi socchiusi per impedire alle neve di entrarci, le mani ad arco sopra la fronte come a guardare lontano.

"Niente che ti riguardi" Rispose Warren premendo sul gas "Devo verificare una cosa".

Alex fu costretto a urlare per superare il frastuono del motore."Quale cosa?2.

Ma il professor Warren non gli rispose . Mollò  invece il freno e l'autoslitta partì con un sobbalzo sbandando a sinistra. Alex rimase per qualche istante fermo sulla soglia, ad osservare l' autoslitta zigzagare sulla distesa di ghiaccio e trasformarsi in un punto sopra un immenso foglio bianco . Provò una spiacevole sensazione e un brivido gli rizzò i peli della nuca. Ma forse era solo il freddo,C'erano trenta gradi sotto zero , quella mattina, e un vento vicino ai diciotto nodi.

Il professor Warren non ci mise molto a capire come funzionava l' autoslitta. Andava dritto , ora, assecondando le ondulazioni  del ghiaccio,come una piccola imbarcazione  che segue una rotto prestabilita . Puntava la costa.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 10, 2017 ⏰

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