FREDAG, 10 OKTOBER — VENERDÌ, 10 OTTOBRE
«Si ma è una cosa stupida»
«Non è stupida! Io la trovo così carina..» ribatte Vilde.
Ecco. Ci risiamo.
Stanno di nuovo discutendo su quanto il regalo che Magnus ha fatto a Vilde sia stupido.
«Beh, non penso ci sia nulla di male, a Vilde piacciono i gatti»
Lei mi sorride «Vedi?»
Sana sbuffa, ma poi si arrende «Va bene, va bene»
Da lontano, vediamo che sta arrivando anche Chris.
«Programmi per stasera?»
«I Penetratori danno una festa stasera. Dobbiamo assolutamente andarci!»
Noora la fissa, non capendo: «I Penetratori?»
«Ma stai dormendo? Noora, stiamo parlando dei “Penetratori”! Ho sentito che il loro bus è qualcosa di fantastico!»
«D'accordo, come volete voi. A che ora è?»
Chris controlla sul cellulare: «Alle 19:15...Ci troviamo a casa tua, Eva?»
«Ehm, sì certo, d'accordo»
«Bene, perfetto allora»
[…]H. 19:20
Io e Vilde siamo in piedi, fuori dalla casa, mentre le altre sono già entrate.
«Speriamo che ci sia Magnus...Stamattina, quando l'ho incontrato, gliel'ho chiesto se veniva, ma non mi ha risposto»
«Dai Vilde, sono sicura che verrà. Perché mai si dovrebbe perdere una festa dei Penetratori?»
Devo tirarle su il morale...Non può certo deprimersi perché il ragazzo che le piace non viene ad una festa!
«D'accordo...Entriamo?» dice Vilde.
«Io rimango un po' qui fuori, se non vi dispiace»
«No Eva, figurati. Noora, tu vieni?»
«Sisi»
Così loro entrano e io rimango fuori da sola.
Mi guardo in giro e accendo il cellulare: riguardo dalla fotocamera e noto che il rossetto rosso se n'è un pochino andato, quindi lo prendo dalla tasca e do una ripassata.
Chiudo il rossetto, lo ficco nella tasca e arrivo alla porta.
La apro ed entro.
C'è un'enorme sala piena di gente, bottiglie di alcolici e bicchierini di plastica.
La musica è a palla, ma non mi da fastidio.
Mi guardo in giro, in cerca delle ragazze.
«Cerchi qualcosa?» mi chiede una voce sconosciuta.
Mi giro, di soprassalto e vedo un ragazzo alto, in piedi sulle scale, che mi sta fissando.
«Oh...Ehm...No nulla...Cioè, in verità cercavo delle mie amiche»
«Eh okay» dice, sorridendomi.
«Già...»
Per un secondo, nessuno dei due parla, e tra di noi si crea un silenzio agghiacciante.
«Schistad, ti muovi?» urla una voce maschile, da sopra le scale.
Il ragazzo, o il cosiddetto "Schistad" alza gli occhi al cielo, sbuffando «Arrivo!»
Sposta lo sguardo su di me e fa una smorfia
«Si beh...io me ne stavo giusto andando...»
«No tranquilla, stai pure qua...Io devo andare a prendere da bere, vuoi venire?»
Beh...in fondo, calcolando che le ragazze sono sparite e che qui non conosco nessuno.. Forse è meglio se faccio amicizia con qualcuno.
«Eh, d'accordo»
«Bene, andiamo. Seguimi»
Detto questo, scende le scale e mi passa davanti.
Il suo profumo di Calvin Klein mi riempie le narici: ottima scelta, ragazzo.
Usciamo dalla casa e arriviamo di fronte ad una macchina, un Mercedes AMG bianco.
Salgo in macchina e solo ora noto il suo abbigliamento: indossa una felpa nera con la scritta "The Penetrators" (che sarebbe la sua crew, se così si può dire) e dei jeans con i risvoltini.
Io invece indosso un vestito bordeaux col collo alto, a mezze maniche, con sopra un cappotto nero e una giacca di jeans legata in vita.
[…]
Schistad ferma la macchina, e scendiamo davanti ad un supermercato.
«Dobbiamo prendere da bere?»
«Sì, i ragazzi hanno finito quasi tutto»
[…]
Entriamo nel supermercato e prendiamo un paio di birre, e una bottiglia di Vodka liscia e pggiamo il tutto sul nastro trasportatore.
«Mi serve una carta d'identità, per avere la conferma che uno dei due sia maggiorenne.»
Schistad guarda me, io guardo lui.
«Io ne ho 17»
Lui sposta lo sguardo sulle sue tasche e fa segno che non ha un documento.
Mi guarda e mi sorride e io capisco subito quello che vuole dirmi.
Prendi tutto, e corri.
Così faccio.
Afferro le bottiglie, e inizio a correre.
La stessa cosa fa lui, mentre il commesso inizia ad urlare e a cercare di rincorrerci.
Saliamo subito in macchina e, neanche il tempo di chiudere le portiere che Schistad era già partito.
Percorriamo i primi isolati velocemente, e poi decelera.
Mi guarda.
«Com'è stato?»
Scoppio in una fragorosa risata. «È stata una cazzo di figata!»
«Con me è sempre una cazzo di figata» dice, sorridendomi.
Non dico nulla, ricambio il sorriso e sposto lo sguardo sul bellissimo paesaggio di Bergen.
È veramente una città meravigliosa, sopratutto in questo periodo dell'anno, quando nevica sempre e fa freddo!
[…]
Siamo tornati alla festa. Scendiamo dalla macchina, e con le bottiglie in mano, entriamo dentro.
«Finalmente! C'hai messo una vita Schistad!» urla il ragazzo di prima.
Evidentemente adora urlare, dato che urla in continuazione.
«Eva! Eccoti! Ci stavamo preoccupando...non ti trovavamo più!» Noora sbuca dall'entrata, sorridendomi, guardando prima me, poi Schistad, poi lui e poi io.
«Già...beh...eccomi qua» le sorrido.
Entriamo e posiamo le bevande sul tavolo.
Subito un ragazzo prende le bottiglie e le apre, versandone il contenuto nei bicchieri di plastica.
Io e Noora ne prendiamo uno e cerchiamo un posto in cui sederci.
[…]H. 21:33
È più di un'ora e mezza che io e Noora siamo sedute sul divano a chiacchierare, quando ad un tratto, Noora si alza e va da William, il suo ragazzo.
(Beh lei non lo ammette,ma io so che c'è qualcosa tra loro...si vede lontano un miglio!)
Non faccio in tempo a pensare ad altro, che arriva un ragazzo biondo e che si siede vicino a me.
«Ehi» mi dice, sorridendo.
«Ciao» rispondo, sistemandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
«Sei nuova di queste parti? Non ti ho mai vista in giro»
«Evidentemente non hai guardato bene» rispondo.
«Oh credimi una come te non te la scordi, questo è poco ma sicuro.» dice, sorridendomi.
Mi guardo in giro, non sapendo che controbattere.
«Comunque, stai con Chris?»
«Chris?» chiedo, non capendo.
«Sì, Chris Schistad. Stai con lui?»
«Ooh, no no! Perché me lo chiedi?»
«Ma nulla, dicono che siete andati insieme a prendere da bere...perciò... »
«No ma l'ho soltanto accompagnato...Mi ha chiesto se avevo voglia di accompagnarlo e gli ho detto di sì... tutto qui.»
«D'accordo. Beh...meglio per me allora»
«Meglio per te?»
«Sì. Almeno non ci sarà d'intralcio»
Lo guardo. Sinceramente non capisco cosa voglia dire, ma poco importa.
Prendo il bicchiere e bevo un sorso di Vodka; la testa mi gira, sto morendo di caldo ma sto bene.
«Come ti chiami bella?»
«Eva»
«Io sono Tom. Tom Johansen.»
«Okay»
«Lo sai che sei veramente bella?» dice, guardandomi negli occhi.
«Ehm...graz» Non faccio in tempo a finire la frase che Tom mi bacia.
Mi mette una mano sul collo, mi metto più vicina a lui e ricambio il bacio, allacciandogli le mani al collo.
Sa di birra ed erba, e devo ammettere che mi piace.
Ci baciamo per qualche minuto, fin quando non ci stacchiamo e ci guardiamo.
«Hai le guance rosse...mi piacciono»
«Ehm...già » dico, mordendomi il labbro e abbassando lo sguardo per la timidezza.
«Eva, Vilde e Chris ci stanno aspettando fuori, andiam» dice Noora, bloccandosi.
«Ho interrotto qualcosa?» dice, fissando Tom.
«Eh..no no. Andiamo» dico, alzandomi dal divano. Mi giro verso Tom, che mi sorride: «Ci si vede, okay?» dice, stampandomi un bacio sulla guancia ed allontanandosi.
«okay» dico, ma se n'è già andato.
«Tu mi devi raccontare assolutamente chi è quello!» urla Noora, attirando l'attenzione delle persone intorno a noi.
«Nessuno Noora. Adesso andiamo, ci stanno aspettando no?» le rispondo, trascinandola fuori dalla casa e raggiungendo le ragazze.SPAZIO AUTRICE!
Bene ragazzi. Questo è il primo capitolo.
Fatemi sapere che ne pensate e sopratutto, se vi piace o se dovrei cambiare qualcosa, scrivetemelo qui sotto.
Spero vi sia piaciuto.
Al prossimo capitolo!
—quadrisullelabbra.
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I Remember How You Stole My Heart From Me #EVIS
FanfictionQuesta è una storia basata su alcuni personaggi di una serie tv chiamata Skam. La storia è interamente inventata. I protagonisti sono Eva Mohn e Christoffer Schistad, da cui deriva la ship #EVIS. Se li amate quanto li amo io, sicuramente (spero) che...