Capitolo 1

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Fisso paralizzato il ragazzo di fronte a me, moro, longineo, gli occhi grandi e verdi. Ma so che, se guardassi bene, tra i suoi occhi riuscirei a vedere delle pagliuzze rosse, il colore della passione, della tentazione, del peccato, del diavolo. Dei vampiri, figli del diavolo, l'essere che più teme Dio.

L'espressione del ragazzo cambia immediatamente. Diventa sorpresa, poi disgustata.
«Prete.» sputa fuori, come se fossi mera spazzatura.

A quel punto ricordo perché sono qui, la mia missione, e gonfio il petto. «Torna negli inferi, Satana.»

Lui piega il volto di lato, poi sorride. Stringo la mia croce appesa al collo. Il suo sorriso si allarga.
«Non funziona, Prete. Siamo in-toc-ca-bi-li, l'uno per l'altro. Però... Però mi è possibile perseguitarti, oh sì. Ti rovinerò la vita, tu non crederai più in quel tuo dio e poi sarai tu stesso ad implorarmi di succhiarti il sangue.»

«Stolto- mormoro tremante, indietreggiando di un passo. -Me ne posso andare.» lui ridacchia, avvicinandosi a me.

«Oh no. Neanche io posso uscire. Aspettavo questo momento da anni. Ho fame, Prete. Devi diventare la Principessa sacrificale, poi la maledizione si spezzerà ed io uscirò di qui. Chiaro il concetto?» non resto lì per altre chiacchiere ed inizio a correre, ovunque lontano da lui. Ripercorro i miei passi, senza più vedere le finestre, e quando arrivo al luogo in cui doveva esserci la porta v'è solo muro. Lo tasto con le mani, in preda all'ansia convinto che la porta sia nascosta lì. Ma nulla.

Infine mi arrendo, appoggio la testa sul muro e mi lascio scivolare per terra.
Poi stringo forte la mia croce ed un po' di forza mi torna in corpo. Mi alzo in piedi, rinvigorito, e decido di affrontare la situazione a testa alta. Sarei vissuto a stretto contatto con un vampiro per molto tempo, tanto valeva cercare altri punti deboli.

Decido di esplorare la casa, di provare ad ambientarmi ed a studiare il posto, così da essere pronto per ogni evenienza.

Inizio a girare e, tra le altre cose, trovo una cucina, probabilmente inutilizzata da tempo ma comunque recuperabile, un bagno collegato ad una camera da letto ed una biblioteca piena di libri antichi, tutti più o meno vicini.

Appoggio il mio zaino sul letto e tolgo la tunica da prete. È a questo punto che sento qualcuno muoversi alle mie spalle.
Mi volto, e il vampiro è lì a fissarmi, le mani dietro la schiena mentre si dondola sui talloni.

«Vattene.» alza le spalle, appoggiandosi al muro.

«È casa mia.- lo fulmino con lo sguardo e mi tolgo le scarpe, per poi sedermi sul letto. -Io sono Eren, tu chi sei?»

«Non vedo il motivo per cui dovrei condividere il mio nome con te.»

«Come vuoi. Che hai nello zaino?»

«Roba.»

«Per uccidermi.»

«Tipo. E anche aglio.»

«Ew.»

«Ecco esatto. Per cui stammi lontano.»

«Ma è tanto noioso qui! Sei come una ventata d'aria fresca! Non che senta il freddo o il caldo, davvero, ma è un modo di dire.»

Sento un tic nervoso all'occhio. È irritante.

«Lo so.»

«Wow. È pure intelligente.»

«Dev'essere una novità avere qualcuno di intelligente in questa casa.» sorrido soddisfatto alla sua smorfia offesa, segno che sì, ha colto l'insulto.

«So più di quanto un comune e misero mortale umano come te potrà mai sapere. Te l'ho detto, è noioso, quindi leggo.»

«Leggi?» chiedo stupito.

«Sì...? Leggo.» sembra confuso, e posso anche capirlo.

«Dei libri?»

«No le etichette dei saponi. Certo che leggo i libri, ne ho la casa piena.» a quel punto mi alzo in piedi.

«Me ne daresti qualcuno?»

«In cambio di cosa?» mi guardo intorno, in cerca di ispirazione. Cosa posso dare ad un vampiro?

«Beh... Potrei...»

«Raccontarmi del tuo mondo. Parlarmi. Farmi compagnia e non trattarmi con disgusto o ribrezzo. Essere mio amico.» esito un istante. Amico..

«Va bene.» acconsento. Se non puoi sconfiggere il tuo nemico fattelo amico, no? Il suo sorriso dev'essere il più grande che io abbia mai visto.

«Andiamo allora, amico! Cosa ti piace leggere? Gialli? Fantascienza? Fantast? Horror?»

«Un giallo andrà bene, grazie.»

«Ok! Ho tanti gialli. Ma vuoi quelli seri che fanno anche un po' paura oppure sei più tipo Don Matteo?»

«Era una battuta?»

«Ti è piaciuta?» chiede, gli occhi che brillano. Sembra un bambino troppo cresciuto.

«No.»

«Oh.» sembra esserci rimasto male, ma lo ignoro. Mi porge un libro a sguardo basso. Senza guardarlo più lo prendo ed inizio a leggerlo. Per un po' c'è pace e silenzio ma ad un certo punto la sua voce squillante mi interrompe.

«Perché eri tanto stupito del fatto che io leggessi?»

«Tutti i nostri libri sono andati distrutti nel Grande Attacco. Quello dove voi mostri vi siete rivelati e avete bruciato tutto, iniziando ad incutere terrore. Certo non si pensava li aveste presi voi i libri. E spiega il perché sia rimasta solo la Bibbia tra tutti. E noi che pensavamo fosse un segno divino.»

«Oh. Non sapevo. Io quando sono arrivato qua... Ho sbagliato a formulare la frase. Quando sono arrivato qua tutti questi libri c'erano già. Ehi! Ho fatto la rima!»

«Stai zitto. Sei fastidioso.» sorprendentemente lui obbedisce. Non ci faccio caso più di tanto e continuo a leggere.


Is God dead? - Ereri/Riren {SOSPESA}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora