Pepe era una piccola prugna qualunque; tutti penserebbero che le prugne fossero tutte quante femmine, e invece no. Pepe era una prugna maschio.
Nato ventisei primavere dopo la nascita del Grande Prugno, Pepe proveniva da un ramo tra i più illustri dell’ala destra dell’albero, qui nascevano tutte le prugne più invitanti e succose e Pepe non era da meno. Già quando era una piccola gemma aveva destato l’ammirazione di tutte le altre nate accanto a lui. Era di un verde particolarmente splendente, irreale; sembrava quasi la gemma di un ciliegio, straordinario. Il nome Pepe? Era stato proposto da Paprika, una prugnetta tutta spumeggiante ed energica, una vera prugna da festa.
Quando la gemma si era schiusa, una meraviglia. Un fiore così radioso e iridescente, un vero e proprio miracolo della natura. Api e vespe facevano a gara per avere il suo polline scatenand quasi una seconda guerra di Troia per la più bella delle Elene. Gli altri fiori guardavano Pepe con ammirazione, talvolta anche con invidia. Tutti volevano essere come pepe, ormai si era sparsa la voce in tutti i rami dell’albero. Pepe era una celebrità, nella linfa dell’albero non si parlava d’altro. Persino le radici del Grande Prugno erano stupite dal prodigio e a loro volta avevano diffuso la notizia anche negli altri alberi. Insomma, in poco tempo tutto il frutteto era al corrente della bellezza del giovane Pepe: c’era chi lo considerava un buon auspicio, chi invece per pura invidia lo credeva un vanitoso, un eccentrico.
La verità è che l’affascinante Pepe non si rendeva nemmeno conto di quanto importante fosse la sua presenza: era qualcosa di mai visto dopo la morte di Tashiqua la Succosa, una prugna di bellezza esemplare, un unicum per quanto riguarda la porzione dei rami bassi. Ciononostante, per quanto splendida fosse stata, Tashiqua non sarebbe mai stata in grado di eguagliare lo splendore di Pepe.
Tuttavia nessuno avrebbe mai potuto aspettarsi come sarebbe stato Pepe una volta diventato Prugna: vederlo maturare era un’esperienza panica, un senso di pienezza spirituale indescrivibile, un’alba, un’eclissi, un miracolo. La forma era degna di un Giotto o di un Leonardo, il colore, a dir poco galvanizzante, era all'inizio di un verde smeraldo che pian piano tendeva verso un colore violaceo stupefacente, proprio dei migliori velluti di età napoleonica. Nessuna imperfezione. Nemmeno i bruchi osarono violare una così sacrale bellezza, classi di piccole apette operaie venivano ogni giorno ad ammirare Pepe in tutta la sua grandiosità.
Questa gloria, nonostante tutto, non sarebbe durata molto, e quasi tutti i frutti del frutteto se ne erano resi conto. Era ovvio che la straordinaria bellezza di Pepe non era ammirata solo dagli altri frutti e da tutte le creaturine della valle: frequenti erano le visite dei grandi padroni umani, che guardavano Pepe con lo stesso stupore degli altri. Tashiqua la Succosa fece una brutta fine, e nessuno poteva vederne una diversa nel destino di Pepe.
Era una giornata splendida, il sole illuminava l’intera valle dei peschi e il frutteto dei grandi padroni umani sembrava un piccolo eden. Gli uccelli cantavano le loro solite graziose melodie. Persino quelle grandi antipatiche Peonie erano dolci come il miele di acacia. Ma in quel quadretto così calmo e rilassante si insinuava un pericolo gravissimo: un’adolescente di tutto rispetto, alta, bionda, felice di sé stessa e della sua meravigliosa vita alto-borghese. Si avvicina, trascorre qualche minuto a contemplare le prugne: palpa Tiziana, ma è troppo molla. Palpa Jennifer, ma non è ancora del tutto matura. Jorge sembra che abbia una buona consistenza, ma un bruchetto ne aveva già dichiarato il possesso, quindi niente da fare. A un certo punto la gigantessa nota Pepe, la perfezione, intoccato e incorrotto.
Consistenza: Giusta
Bruchi? Nemmeno l’ombra
Ecco il prescelto.
Lo aggrappa con decisione e con forza lo rimuove dal ramo, casa sua, sua unica certezza, sua unica fonte di vita. Pepe era rimasto attonito, non sapeva cosa gli stesse succedendo. La ragazza lo osserva, le prugne lo piangono, sapendo perfettamente cosa sarebbe successo alla prugna piu bella del Grande Prugno.
La ragazza lo immerge nella fonte del frutteto con un gesto che Paprika e Symone vedevano come un battesimo, come per riconoscere la santità del loro compagno. Mentre Pepe stava disperatamente lanciando un grido di aiuto ai suoi compagni la gigantessa con mano ferma lo spacca a metà e lo sviscera privandolo del suo nocciolo, cuore pulsante della prugna. Questo gesto di routine per una ragazzina, appariva agli occhi delle prugne come un massacro a tutti gli effetti, un atto crudele e vergognoso. Faceva rabbrividire la voracità con cui quella divorava il corpo morto di Pepe, privato ormai di tutti gli impulsi vitali, inerte.
Tutto il Grande Prugno era in preda al terrore, nessuno sapeva come reagire, la mancanza di Pepe come figura di spicco causò il panico per varie stagioni a seguire.
La leggendaria bellezza di Pepe verrà sempre ricordata non solo tra le molte prugne del Grande Prugno, bensì per tutta la valle dei peschi, dove miti e leggende su Pepe verranno raccontate di generazione in generazione.
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La breve storia di Pepe la Prugna
Short StoryLa leggendaria vita di Pepe la prugna, la più bella prugna della valle dei peschi.