Il rumore assordante di questa città mi mette a disagio, tutti corrono e prendono direzioni sempre diverse e controsenso, non lasciano spazio per respirare ed ubbidiscono esageratamente troppo alle regole imposte.
Mi sento sempre peggio ed il mio umore non cambia quando entro nella casa discografica con cui il mio manager—cioè mio padre—ha preso appuntamento.
Il luogo in cui vengo catapultata è pieno di colori e di premi sparsi per le pareti, grandi poster e dischi di platino sono esposti in bella vista per tutta la zona visibile. Non sono davvero interessata a farmi produrre da qualcuno, ma mio padre ha continuato ad insistere fin quando non ho ceduto. Quando arrivo alla reception una ragazza dall'aspetto dolce e carino—forse fin troppo—mi rivolge un sorriso smagliante, prima di abbassare lo sguardo sull'enorme agenda sulla scrivania.
-oh, signorina Carter, la prego di aspettare, il signor Bieber la riceverà fra un secondo.
Faccio un cenno di approvazione, e mi accomodo su in divanetto bianco in pelle molto chic.Tutto in questo posto sembra estremamente costoso ed ho paura anche solo a posare i miei anfibi sul pavimento in cui vedo riflesso il mio viso. Non mi lamento affatto della mia situazione economica, è solo che odio il modo in cui alle persone piace spendere i propri soldi per queste cose così futili.
La ragazza che fino ad un momento prima era lì intenta a rispondere alle numerose chiamate mi si ritrovò proprio davanti con un sorriso a trentasei denti, non le fa mai male la mascella? Apparte quel sorriso snervante, ha un viso davvero particolare ed un fisico da urlo.
-le andrebbe qualcosa da bere? O magari ha fa-
La sua frase si fermò a mezz'aria perché qualcuno aprì velocemente la porta gigantesca di vetro per farne fuoriuscire un'immagine a dir poco incantevole.
-lascia, Kendy, faccio io.
La sagoma ben delineata e perfetta di un ragazzo —che sarà sulla ventina— si avvicina a noi: il suo fisico perfetto è coperto da una camicia bianca che lascia trasparire ogni piccolo tatuaggio sulle braccia e sul petto, scende perfettamente sui suoi fianchi ed aderisce il modo estremamente sensuale sui suoi addominali scolpiti, un pantalone nero che gli calza a pennello ed il tutto contornato da una cravatta nera leggermente allentata e il viso costantemente in quello stato di trans, come se avesse sempre un problema da risolvere che lo rende intrigante e sensuale fino al punto di morte, le sue labbra lasciano libera l'immaginazione, i suoi lineamenti perfetti riflettono in pieno la sua apparente personalità—almeno a pelle— e i suoi occhi, che continuano a fissarmi con attenzione, mi fanno rabbrividire, ma non dalla paura.
Sento il suo respiro e persino quello risuona al mio orecchio come un richiamo alla sensualità. Tutto in lui trasuda sesso.
Kendy —persino il nome è fastidiosamente carino— si affretta a darsi una sistemata e a fare uno dei suoi migliori saluti.
-prego, andiamo.
Dice, dopo avermi dato tutto il tempo per osservarlo e lui per osservare me. Mi lascia passare mentre la sua mano calda e calma sfiora in mio chiodo, credo sia arrivato il momento di toglierlo dato che la mia pelle chiarissima —dopo averlo visto—ha preso il colorito di un pomodoro. Sento il suo sguardo puntato su di me mentre chiude l'enorme porta e mi fa segno di accomodarmi su un divanetto dello stesso colore nell'atrio.
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To The End-Storie iniziate e mai finite.
FanfictionStralci di storie che ho iniziato e che non ho mai avuto il coraggio di portare a termine. [SE VI VA, CHE NE DITE DI SEGNALARMI QUELLE CHE VI PIACCIONO DI PIU', COSI' LE CONTINUO]