Capitolo 2

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Aprile 1905 


Erano ormai passati tre mesi da quando Magnus aveva visto Rasputin per l'ultima volta. Tutti parlavano di quel monaco che, secondo quello che aveva raccontato una guardia, aveva alleviato significativamente la malattia dello Zarevič solo con la preghiera. La guardia, che ora era stata mandata in licenza per assistere la madre gravemente malata, raccontava che un pomeriggio di Marzo, il "sommo Rasputin", come ora veniva definito il monaco, era entrato nelle stanze del povero Aleksej ed aveva chiesto alla madre ed al resto della famiglia di lasciarli soli. La guardia, assieme ad un collega, era rimasta vigile ed attenta a tutto quello che Rasputin faceva, timorosi che avrebbe potuto ucciderlo o avvelenarlo. Si stupirono quando videro il monaco accarezzare la testa dello Zarevič, per poi inginocchiarsi accanto al letto e pregare. La guardia aveva anche detto che non aveva mai sentito prima d'ora quelle preghiere, seppur molto fedele e assiduo frequentatore della Chiesa Ortodossa russa. Il monaco pregò per molto tempo, quasi più di mezzora prima di far entrare la Zarina e la Granduchessa Anastasija. 

Bog videl vashi slezy i uslyshal tvoi molitvy. Ne boytes', rebenok ne umret.– disse Rasputin. La Zarina scoppiò a piangere, precipitandosi sul letto del figlio. La granduchessa sorrise ed accompagnò il monaco in una stanza, facendolo accomodare su di una poltrona di velluto rosso. Gli offrì del mors e dei piccoli che egli accettò volentieri, poi la Granduchessa si sedette accanto a lui. 

Spasiba, Rasputin. Tornate presto, ve ne prego. Voglio che salviate mio fratello, mia madre non deve soffrire ancora. Questa malattia l'ha già messa alla prova più di una volta.– singhiozzò Anastasija. 

– Voi avete fede?– le chiese il monaco guardandola negli occhi.

– Certamente.–

– Allora vostro fratello guarirà.– Rasputin le prese le mani e gliele congiunse – Continuate a pregare insieme a me, Granduchessa.– la esortò ed i due iniziarono a pregare insieme, mentre fuori iniziava a nevicare copiosamente. 

A causa di una forte nevicata, una parte del teatro era stata danneggiata e in quel periodo Magnus se la passava piuttosto male: il teatro era stato chiuso per riparare il danno al tetto ed erano stati annullati tutti gli spettacoli e le grandi opere che si sarebbero dovute tenere. Così, deciso a smascherare le losche intenzioni del monaco, Magnus decise di contattare Ragnor Fell; il sommo stregone di Londra era da poco arrivato in Russia ed i due si erano dati appuntamento in un vecchio locale quasi dimenticato. 

Kak dela Magnus?– lo stregone lo abbracciò e poi si sedettero ad un tavolo.

– Potrei stare meglio. Ho dovuto usare molta magia ultimamente e per questo ho dovuto cercare di nascondermi. Non voglio che la gente noti dei bagliori blu nella mia umile casetta.– sbuffò Magnus.

Ragnor scoppiò in una risata rumorosa e Magnus si chiese se mentre lo aspettava non avesse già bevuto qualche bicchierino.

– Senti, non siamo qui per divertirci. Dobbiamo parlare di una questione molto seria, Ragnor.– Magnus lo incenerì con lo sguardo e lui diventò subito serio.

– Rasputin, giusto?– tutte le persone sedute nella locanda si voltarono verso di loro.

– Abbassa la voce, Cristo Santo!– Magnus avrebbe voluto stritolarlo. Lo stregone si girò verso le altre persone – Nu, chto ty smotrish'?– e tutti ritornarono a farsi i propri affari.

– Ho sentito che è stato ricevuto a corte.– bisbigliò Ragnor. Magnus annuì.

– L'ho incontrato un po' di tempo fa, abbiamo parlato e ha detto che vuole guarire Aleksej. Ha detto che è uno stregone, ma che ha intrapreso anche la strada della fede. Non mi fido di quel monaco.– sbuffò Magnus, visibilmente preoccupato.

– E allora? Perché ti preoccupi tanto?– chiese Ragnor.

– Perché vuole prendere il comando e annientare i Romanov.–

– Annientare i Romanov? Ma non è quello che vogliono tutti?– chiese Ragnor con nonchalance.

– Sì, ma ci sono modi e modi. E onestamente non credo che lui si serva di modi "umani". Dicono che abbia guarito Aleksej solo pregando, ma io non me la bevo. Avrà usato un incantesimo di guarigione e ne userà altri per acquisire potere.– disse Magnus per poi ingurgitare della vodka.

– Capisco. In tal caso dobbiamo impedirglielo. Potremmo unire le forze ed escogitare un contro incantesimo.– propose Ragnor.

– Possiamo provarci. Ma uno di noi due dovrà cercare di avere accesso al Palazzo d'Inverno, oppure all'abitazione del monaco. Dobbiamo cercare indizi, pagine di diario, libri. Tutto è prezioso, Ragnor.– aggiunse Magnus guardando l'amico negli occhi. 

La posta in gioco era altissima: gli abitanti dell'intera Russia, la famiglia reale, Magnus e Ragnor. Non potevano permettersi di sbagliare. 


Traduzione parole in corsivo:

Bog videl vashi slezy i uslyshal tvoi molitvy. Ne boytes', rebenok ne umret: Dio ha visto le tue lacrime e ascoltato le tue preghiere. Non temere, il bambino non morirà.


Kalač: dolcetti russi

Spasiba: grazie

Kak dela: come va?

Nu, chto ty smotrish'?: Beh, che avete da guardare?


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⏰ Last updated: Jun 18, 2017 ⏰

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